1. "Troppo complicato"

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"Niccolò, non avrei voluto dirtelo per messaggio, ma non me la sento di continuare.
La nostra storia non è mai stata "normale", con te che sei sempre ubriaco e incazzato con tutti, anche senza motivo.
Ho provato a starti accanto, ma quando la persona per la quale fai di tutto ricambia così, beh...forse c'è davvero qualcosa che non va.
Non voglio più stare male a causa tua.
Con me hai chiuso.
Spero che capirai. "

Sono queste le parole che compaiono sullo schermo di Niccolò, le stesse che lui sta fissando da quasi mezz'ora. Ormai non distingue più le lettere, vede solo dei puntini sfocati che danzano sullo sfondo chiaro del messaggio.

Forse dovrebbe sentire male.
Forse dovrebbe alzarsi, uscire di casa e correre verso l'appartamento di Chiara, per chiederle perdono.
Forse dovrebbe sentirsi in colpa.
Forse dovrebbe anche solo degnarsi di risponderle.

Lui, però, non sente niente.
Né dolore, né rabbia, né tristezza.
Gli basterebbe anche solo versare una lacrima, una sola, giusto per rendersi conto di essere ancora vivo, ma non ci riesce.

Con un sospiro stacca finalmente gli occhi dallo schermo, ed impiega alcuni secondi per abituarsi alla penombra della sua camera da letto.
Li sente bruciare, ma sa che è normale: dopo chissà quante notti insonni è il minimo che possa succedere al suo corpo.
Si guarda attorno, e si domanda come sia finito in quella situazione.

Posa lo sguardo ai piedi del letto, dove è gettata la sua cartella: alcuni libri sono caduti sul pavimento.
Sono ancora completamente intatti, e ad alcuni non ha nemmeno tolto la plastica protettiva.
Li guarda uno per uno, e un piccolo senso di colpa comincia a farsi strada nel suo petto: non verrà ammesso alla maturità.

Vedrà di nuovo la faccia delusa di suo padre, e le lacrime trattenute di sua madre. Quel piccolo senso di colpa, però, se ne va quasi subito, così come è venuto.

Tra tutte quelle pagine bianchissime, tra tutte quelle copertine mai aperte, c'è un dettaglio che stona: un quaderno, il suo quaderno.
Su di esso ha imparato a sfogarsi, a scrivere ogni frase che gli passa per la mente, a disegnare, a scarabocchiare, a strappare le pagine, a fare qualunque cosa possa regalargli una parvenza di libertà.
Nessuno sa della sua esistenza, e va bene così.

Sul pavimento, accanto allo zaino, sono disseminati vestiti, pacchetti vuoti di sigarette, accendini colorati ed un numero indefinito di lattine di birra.
Sposta lo sguardo davanti a sé, e si sofferma sull'unica cosa che non gli sembra fuori posto: il pianoforte.
Il suo migliore amico, la sua spalla, il suo rifugio.

Quei tasti lo conoscono meglio di chiunque altro, e sanno ridargli la vita, ogni volta che ne sente la mancanza.
Vorrebbe alzarsi e cercare conforto tra di essi, ma gli mancano le forze.

Dopo aver spento il telefono e aver deciso di non rispondere a Chiara, forse per sempre, si sporge dal materasso ed afferra una delle mille lattine, che sembra contenere ancora un po' di birra.

Non appena la avvicina alla bocca, però, viene interrotto dalla voce di sua mamma, che gli arriva forte e chiara attraverso le pareti:
"Nicco? È pronto"
lo chiama speranzosa, ma non ottiene risposta.

"Ehi, mi senti?"
continua avvicinandosi alla porta, e dopo qualche secondo di silenzio, finalmente, il moro si degna di farsi sentire:
"Non ho fame ma'.. "

A quelle parole, pronunciate con la più totale rassegnazione, Anna sospira e sconfitta torna in cucina, perfettamente consapevole dello stato d'animo di suo figlio.
Lei e suo marito hanno già fatto di tutto per aiutarlo, ma forse quel tutto non è stato abbastanza.

Nel frattempo quest'ultimo, sdraiato sul letto, sta buttando giù un sorso di birra dopo l'altro, anche se ormai ha l'impressione che nemmeno l'alcool gli faccia più effetto.
Non si sente leggero, non si sente in grado di fare qualunque cosa, non si sente felice o entusiasta.
Continua a non sentire nulla, esattamente come prima.

Quasi con rabbia getta la lattina vuota sul pavimento, producendo un rumore metallico che gli perfora le tempie.
Ecco, all'appello mancava ancora lui: il mal di testa.
A fatica si alza dal letto e barcolla verso il bagno, per poi sciacquarsi il viso e le mani con un bel po' di acqua gelida nell'inutile tentativo di calmare il dolore, ma non cambia niente.
Niente, niente, e ancora niente.
Sempre e solo niente.

Irritato da questi pensieri scuote la testa, e così facendo peggiora solamente la situazione.
Poco dopo il suo sguardo inquieto si posa sulla mensola accanto al lavandino, sulla quale sono appoggiati vari barattolini di antidepressivi.

Ci sono giorni in cui ne ha un bisogno disperato, altri in cui non gli fanno né caldo né freddo, e altri ancora - la maggior parte, forse - in cui vorrebbe solo prenderli e gettarli nel gabinetto, per non vederli più.
Lo fanno sentire malato, e lui non vuole sentirsi così.
Lui non è malato.
È solo stanco. Tanto stanco.

E poi, mentre cerca in tutti i modi di resistere alla tentazione di ingoiare un paio di pastiglie ed abbandonarsi per qualche ora allo stordimento più totale, ecco che incrocia il suo sguardo nello specchio.
Fino a quel momento aveva evitato attentamente il suo riflesso, ma ora si costringe a guardarsi dritto negli occhi, senza riconoscersi più.

Jeans leggermente strappati in alcuni punti, che non vengono cambiati da giorni.
Felpa nera e cappuccio calato quasi sugli occhi, come per nascondersi dal mondo e dal suo sguardo sempre pronto a giudicare chiunque abbia la sfortuna di passargli davanti.

Sul polso destro si intravede un tatuaggio, uno dei tanti pezzi d'arte che negli anni si è sparso per tutto il corpo: lo aveva fatto di nascosto, quando ancora si sentiva "Libero di sognare".

Viso pallido, capelli castani costantemente in disordine e due occhiaie scavate dall'insonnia e dai mille pensieri dai quali non ha mai imparato a scappare, che lo schiacciano e lo prendono a cazzotti ogni giorno, sempre più forte.
E poi un paio di occhi spenti, stanchi, vuoti.

Anche se forse non è la migliore delle presentazioni, questo è Niccolò.
Un ragazzo tormentato, difficile, complicato.
Forse anche troppo complicato.

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Nuova storia ♡
Sarà un po' diversa, spero possa piacervi tanto quanto le altre e soprattutto spero di riuscire a scriverla senza troppi intoppi.
E niente, prime impressioni?

-niccoportamivia

|| 𝐀 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐭𝐞 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora