quella sera quando Dylan mi passò a prendere restammo in silenzio lungo tutto il tragitto, avevo la testa posata sul finestrino e mi torturavo le mani per la vergogna dopo ciò che era accaduto.mi ero ripromessa di essere più forte e non darla vinta ai ricordi. ogni tanto vedevo con la coda dell'occhio che voltava lo sguardo verso di me e poi tornava immediatamente sulla strada, stringeva forte il volante e cercava di dire qualcosa, ma non lo fece mai. ad un tratto presi coraggio << Dyl perchè hai preso il pick-up di tuo padre e non la tua macchina?>> che domanda stupida. brava Cait.
<< questo è più comodo per andare dove ti ho promesso>> rispose
<< mmh okay>>ci guardammo per un attimo soltanto prima che svoltò in un sentiero. era tutto completamente buio, non c'era nessun lampione che illuminava la strada avanti a noi, solo gli abbaglianti del pick-up. la strada era sterrata e ogni tanto qualche ramo con delle foglie colpiva il parabrezza. Poco dopo accostò lungo uno spiazzo di terra. Lui mi fece cenno di scendere dalla macchina << scusa ma dove siamo?>> chiesi guardandomi intorno, si sentiva solo il verso dei grilli. << è un posto molto isolato>> terminò << così posso approfittare di te >> ironizzai << fa pure>> alzó le braccia in segno di resa, ridemmo entrambi.
<< non siamo ancora arrivati, dobbiamo salire lì su>> scrutai con lo sguardo la salita davanti a me << ti prometto che la strada non sarà molta>> mi rassicurò. << andiamo>> afferrai la torcia che aveva tra le mani e iniziai ad arrampicarmi, all'inizio era impossibile vedere il sentiero, i rami e le foglie scrocchiavano sotto i miei passi e a fatica mi aggrappavo agli alberi per darmi la spinta necessaria ad andare avanti. In pochi minuti raggiungemmo la vetta. Dylan stese una coperta a quadri in un punto piano della collina. Ero stupita da ciò che stavo vedendo, in lontananza, davanti a noi, il luccichio delle luci della città e sopra la nostra testa milioni di stelle. << so che ti piacciono le feste ma...>> << questo è perfetto >> continuai a scrutare il Panorama davanti a noi. << in città le stelle non si vedono così bene>> << che posto è questo ?>> chiesi ancora stupita, sedendomi sulla coperta e richiudendo le ginocchia tra le mie braccia. << vengo qui a pensare, molto spesso, non c'era mai stato nessuno con me... eccetto Tyler si insomma...>> iniziò a balbettare << certo, dimenticavo quanto vi amate voi due>> rise e mi diede una leggera spinta con la spalla. Feci un bel respiro e chiusi gli occhi per godermi a pieno quegli attimi di felicità.
spostai leggermente lo sguardo e mi ritrovai a contemplare il suo profilo perfetto.
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in un attimo mi ritrovai i suoi occhi su i miei << come mai sei tornata Cait?>> mi domandò serio << era finito il periodo scolastico e non avevo motivo di restare>> passai a guardare i miei piedi fare su e giù per smaltire la punta di agitazione che stavo provando. << mi dici qualcosa di te?>> sussurrò costringendomi a guardarlo, si era seduto difronte a me e mi circondava i fianchi con le gambe affusolate e con tocco delicato iniziò ad accarezzarmi un braccio mentre con altro si teneva a terra. << sono sempre la stessa, mi conosci Dylan>> portai nuovamente lo sguardo di lato mordendomi l'interno della guancia. non rispose inclinò soltanto la testa di lato come per dirmi " ma a chi vuoi darla a bere?" .