Part 9

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DYLAN

Da quella notte era passata circa una settimana e non avevo più visto Caitlyn, non sapevo se fossi io ad evitare lei oppure se fosse lei ad evitare me, dopo ciò che ci eravamo confessati. una parte di me sperava non ricordasse, l'altra invece desiderava una risposa. quando mi svegliai quella mattina non la trovai accanto a me, tutte le sue cose erano svanite nel nulla come se non fosse mai successo niente e fosse tutto frutto della mia immaginazione.

<< sei sveglio finalmente>> mi disse la bionda accanto a me, sollevandosi dal cuscino e sorreggendo la testa con la mano. << ti ho preso un abito elegante per la premiere del mio nuovo film a new york>> era euforica, mentre io mi sentivo apatico.

mi tirai su a fatica << non verrò con te alla premiere Britt>> sospirai. << come scusa? me lo avevi promesso e poi mica posso andarci da sola, che figura ci farei?>>  mi voltai verso di lei << con tutti i problemi che ci sono tre noi tu pensi solo alla figura che faresti se ti presentassi sola alla prima?>> strinsi i denti. << ti prego>> mi abbracciò sa dietro, la scansai << hai sentito che ho detto?>> insistetti ancora più perplesso di prima << si Dylan, ho sentito, ma ti prego accompagnami alla prima>> continuò. sospirai. << va bene, verrò alla prima con te, ma forse dovremmo chiuderla qui>>  sbottai << hai intenzione di mollarmi?>>  si accigliò   << non condividiamo più nulla>> mi alzai definitivamente dal letto << se pensavi questo non potevi mandarmi un sms magari? mi sarei risparmiata il viaggio almeno>>  sgranai gli occhi << è vero Dylan non siamo più niente l'uno per l'altra, ed io non avevo il coraggio di dirtelo, con tutto quello che hai passato avevo paura di farti più male>>  abbassai lo sguardo << mi dispiace sia finita così>> sussurrai << Dylan meriti qualcuno che ti ami veramente>> disse raccogliendo le sue cose da terra.

CAITLYN

ero seduta sotto l'albero sul retro della casa intenta a leggere uno dei miei libri preferiti: l'insostenibile leggerezza dell'essere di Kundera e mi interrogavo sempre sullo stesso dannato pezzo, come se volessi trovare una risposta :

Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere, potremmo essere suddivisi in quattro categorie. La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi: in altri termini, desidera lo sguardo di un pubblico. [...] La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti [...] C'è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata [...] E c'è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori. Ad esempio Franz."

mi chiedevo continuamente in quale categoria appartenessi se a quella dei sognatori, anche se sentivo di aver rinchiuso i miei sogni in un cassetto remoto molto tempo fa, ma non li avevo abbandonati, erano lì. pronti ad emergere prima o poi. oppure se appartenessi alla terza con chi ha bisogno solo della persona amata. la risposta ancora non la sapevo, ma avevo elaborato una teoria, una mia. solo mia. quella dell'esistenza di una quinta categoria di quelli che hanno bisogno di sentirsi amati per diventare liberi, leggeri e felici. ma con diversi tipi di amore non solo quello di una singola persona. era la categoria di quelli che avevano bisogno di una piccola spintarella per arrivare ad essere sognatori come "Franz" perchè se hai qualcuno con cui sognare è tutto più bello. la categoria di quelli a cui non piace classificare nulla, perchè classificare è come etichettare è come assegnare un limite a qualcosa che non ne ha come la fantasia, l'arte o l'amore. di quelli che non desideravano altro che essere felici. questa è una categoria a cui vorrei appartenere.  sono stata quattro anni a cercare una risposta a questo quesito che mi logorava, ed ora in un batter d'occhio grazie ad un ragazzo moro avevo capito in parte cosa volevo.

|| don't forget me || Dylan O'Brien Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora