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Parte modificata

Londra, Canary Wharf

Scarlett

«Avanti tesoro, vieni anche tu» «No papà, io ho paura» «Sarò sempre accanto a te, promesso»

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«Avanti tesoro, vieni anche tu»
«No papà, io ho paura»
«Sarò sempre accanto a te, promesso»

Era questo che mio padre mi diceva tutte le volte che avevo paura. Mi rassicurava dicendomi che al mio fianco ci sarebbe stato sempre.
Come accadde alle Maldive, la mia prima vacanza.
Avevo cinque anni ed ero terrorizzata all'idea di entrare in acqua nonostante fosse tremendamente stupenda.
Riuscivo a vedere il corpo di mia madre ondeggiare leggermente e muovere i piedi sulla sabbia soffice.
Nonostante tutto era bellissimo, io preferivo restare all'interno del cottage seduta sul pavimento in legno. Accanto al nostro letto c'era un grande cerchio ricoperto da uno strato di vetro molto spesso. Da lì, vedevo il mare e i numerosi pesciolini nuotare veloci.
Mi piaceva stare a guardarli, chiudevo gli occhi e immaginavo di essere una sirenetta dalla coda azzurra.
Ma non era possibile passare l'intera giornata seduta in ginocchio a sognare, così, i miei genitori mi trascinarono in spiaggia nel tentativo di farmi godere appieno quei giorni.

Però, c'era mio padre e mi fidavo di lui, dal tono amorevole che usava e dalla sicurezza che le sue parole mi donavano.
Un passo dopo l'altro, il suo corpo teneva stretto il mio pronto a non farmi cadere.
Quel giorno indossavo un costume intero dal fondo bianco e tantissime ciliegie rosse stampate sopra, i capelli erano legati in una treccia bionda lunghissima.
Finalmente dopo vari tentativi mio padre riuscì a farmi entrare in acqua.
Era così che immaginavo il resto della mia vita, sempre affianco a lui.

Per un attimo mi passa davanti uno scorcio di vita frantumato dalla grande mano stretta tra i miei capelli, ormai intrappolati attorno alle sue dita.

Aveva detto che mi avrebbe protetto sempre. Perché adesso non è qui a salvarmi?

Immobile e impaurita mi aggrappo alla scrivania con la speranza di non essere sbattuta su di essa con più violenza.

Alle mie spalle c'è un mostro furioso e privo di un cuore.
È impossibile che ne abbia uno.

È orrendo il modo in cui posa l'altra mano sul mio sedere, intenzionato a strapparmi la mutandina con astio.

Non capisco cosa lo spinge ad arrivare a tanto e il perché continua a trattarmi come un oggetto.

L'agitazione non mi permette di comprendere appieno che lui, è già completamente nudo dietro di me.

Interdetta e spaesata mi lascio avvolgere dall'oscurità che ci circonda, lui sembra starci maledettamente bene al buio mentre io mi sento confusa.

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