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Eight months later...

Flashback

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Flashback

Passarono minuti prima di vedere l'agente irrompere in salone.
Me ne stavo seduta sul divano ad attendere nuovamente la mia sconfitta.
Aiden sembrò leggermi nel pensiero, si avvicinò lentamente e si mise proprio accanto a me.
Accavallò la gamba destra poggiandola svogliatamente su quella sinistra, e mentre lasciò ondeggiare il liquido ambrato all'interno del bicchiere, esordì spavaldo: «pensaci bene Scarlett, o non sarò clemente con la tua famiglia», mi ricordò con voce roca.
Sussultai pesantemente quando oltre le spalle dell'uomo, avanzò lesto mio padre.

Allora non mi aveva abbandonata.

Voleva riportarmi a casa?

Corse verso di me tirandomi via dal posto in cui mi ero appena seduta e mi strinse forte a sé.
Scoppiai a piangere senza avere la forza di contenermi e ricambiai la stretta a fatica.
Aiden gli aveva permesso di venire, ma il perché non mi era ancora chiaro visto che mi aveva trascinata via con la forza.
Ripensai a quello che avevo fatto qualche minuto prima e mi scostai percorsa da mille brividi.
Guardai Aiden prima di immergermi negli occhi affranti di mio padre.
Allora, capii all'istante cosa dovevo fare.
Per proteggere loro, mi restava soltanto l'unica scelta.
Quella di fingere e allontanarlo.

«Non toccarmi», urlai sentendo il mio cuore lacerarsi.
Il suo sguardo sbigottito mi lasciò una profonda ferita al petto, e giurai di sentirmi svenire al solo pensiero di non rivederlo mai più.

«Scarlett», soffiò piano tentando di prendermi per mano.
A quel punto, mi allontanai affiancando Aiden.
Il suo profumo iniziò ad annebbiarmi la mente, a fare in modo che capissi a chi appartenevo.
Me l'aveva già detto, e sembrava una sorta di patto tra me e lui.
Con la differenza che io, non avevo la libertà di scegliere.
Era palese che avessi preferito vedere i miei genitori in vita, quindi, aveva giocato bene le sue carte.
Ce ne saremmo andati senza nessuno che mi avrebbe più cercata, così da non avere più il bisogno di tenermi nascosta.
Ma non avrei mai immaginato che, alla fine, ero proprio io ad eliminare i miei genitori dalla mia vita.

«Signor Wilson, come vede, sua figlia vuole restare», esordì l'agente mettendosi in mezzo.
Aiden scosse la testa e con il cenno della mano lo fermò per permettermi di salutarlo se avessi voluto.
Mi sorpresi di vederlo così calmo.
«Mia figlia è in soggezione per colpa di questo bastardo», urlò puntando il dito contro Aiden che, in tutta calma, si alzò contraendo la mascella.
Mi allarmai estremamente spaventata, mi alzai nuovamente mettendomi di fronte mio padre come se avessi voluto proteggerlo.

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