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L'acqua ricadeva abbondantemente sul corpo nudo di Aiden

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L'acqua ricadeva abbondantemente sul corpo nudo di Aiden.
Si passò una mano sul collo osservando il viso pallido di Scarlett.
Leggeva il terrore nei suoi occhi privi di luce.
Capì che stava piangendo silenziosamente, ma lo scorrere dell'acqua cancellò del tutto ogni singola lacrima.
Restò a fissarla curioso, era strano non sentirla più parlare.
Evidentemente, qualcosa non andava.
Così, la stuzzicò per vedere se quello che pensava fosse vero.
«Cosa fai ancora lì impalata? Voglio vederti inculata», le ordinò mantenendo un tono severo.

Lei, di rimando, non se lo fece ripetere due volte.
Posò le mani sulle piastrelle bagnate e gli diede le spalle.
Si sentì terribilmente umiliata nel dover acconsentire a quella richiesta.
Arrossì violentemente quando il membro le sfiorò una natica.
Deglutì rumorosamente appena l'alito caldo di Aiden le lambì la guancia.
Chiuse gli occhi aspettando le sue labbra, che da lì a poco, avrebbero toccato le sue.
Aiden l'avvicinò più a sé, facendo scontrare le sue esili spalle contro il suo torace. Con una mano le strinse il fianco, mentre con l'altra accarezzò il ventre leggermente gonfio.
Si stranì a quel contatto poiché trovò quel gesto del tutto intimo.

Quell'impercettibile rigonfiamento lo riportò alla realtà solo per qualche minuto, poi, continuò a scendere con le dita tra le sue cosce.
Se c'era una cosa che non aveva mai provato, quella era l'empatia.
Ma nonostante si convinse di non sentire assolutamente nulla, un groviglio allo stomaco gli si mosse dentro.
Scarlett respirò a fatica a causa del suo dito che si spinse all'interno.
Emise un piccolo lamento muovendo il bacino all'indietro.
Aiden serrò la mascella quando capì che avrebbe voluto ancora di più da lei.

Voleva baciarla.

E senza chiedere, le girò la testa fiondandosi sulla sua bocca con veemenza.
Si nutrì del suo dolce sapore, facendo scontrare la lingua con la sua.
Intanto, continuò a stuzzicarle il clitoride, impaziente di sentirla urlare.
Quando la mente di Scarlett si annebbiò, la voltò furioso con sé stesso interrompendo tutto.
Lei, rimase sul posto senza capire cosa le passava per la testa.
Lui invece, doveva smetterla di accarezzarla in quel modo.
Era soltanto sesso, quindi, doveva usarla allo stesso modo delle altre.

Niente eccezioni.

La voltò di spalle un'altra volta, perché vedere i suoi occhi lacrimanti significava dover smettere di trattarla male.
«Allarga le gambe», impose duro.
«Cosa ti prende?» si allarmò confusa.
Perché all'improvviso aveva smesso di accarezzarla?
Perché adesso le stava stringendo il collo?
Pensò impaurita.
Tutte le parole di Magdalena le si pararono davanti prepotentemente.
Voleva scappare da lì e dirgli tutto quello che pensava. Avrebbe voluto urlargli contro quanto tutta quella situazione le faceva schifo.

Le parole si fermarono sulla punta della lingua, vogliose di uscire una dopo l'altra, e stava per farlo se non fosse stato per la presa salda sulle sue braccia.
Spalancò gli occhi spiritata non appena il membro eretto scivolò all'interno della sua intimità.
Ad ogni spinta marcata, non poté fare a meno di graffiargli le braccia tese posate proprio accanto alla sua testa.
L'acqua le fece scivolare perfino le mani, e non avendo modo di controllare le sue spinte, involontariamente, unì la mano a quella di Aiden.
«Non devi toccarmi», la rimproverò sbraitando.
L'aveva toccato di sua volontà, e questo, non gli piacque affatto.
«Scusami», rispose mortificata e a disagio.
Si diede dell'imbecille da sola.
Ma come l'era venuto in mente?

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