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Scarlett

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Scarlett

«Cristo santo, perché piange continuamente.»
Sbotto liberandomi dalle coperte.

«Cerca di essere più paziente.»
Loren riprende in braccio Sofì per l'ennesima volta.

È frustrante cercare di capire un neonato.

Oltretutto, ho dovuto subire la presenza di Aiden nello stesso letto.

Fino ad un certo punto in realtà.

Ad un'ora esatta, si è inoltrato nel buio abissale.
È sparito come un fantasma senza fare più ritorno.

Non che mi dispiace, sinceramente.

Condividere lo stesso letto non è stato così terribile come temevo, solo perché al centro del materasso c'era il piccolo corpicino di Sofì a fare da ostacolo.

«Come puoi pretendere che io sia più paziente? Adesso devo dormire perfino attaccata a lei. Non voglio... mi dà fastidio», mi lamento infilando le ciabatte.

«Scendi pure, ci penso io a lei.» Mi dà il via libera agitando una mano.

«Grazie», le urlo senza nemmeno aspettare una risposta.
Oggi mi sento abbastanza bene, a parte due occhi da panda sfinito e il braccio che brucia da morire, posso considerarmi integra.

Dalle scale riesco a sentire la voce di mia nonna e Enly, saranno sicuramente in cucina.
Sistemo la vestaglia con le mani e lego i capelli in una coda disordinata.

Il lieve sorrisino che avevo stampato sul volto prima di mettere piede in cucina sparisce.

Mia nonna allarga le braccia invitandomi ad abbracciarla, mentre Enly abbassa lo sguardo tristemente.

Cosa c'è che non va?

«Perché mi state guardando così?» chiedo senza capire.

«Ci rivedremo sicuramente amore mio», esordisce mia nonna raggiungendomi.

Corrugo la fronte senza avere la forza di ricambiare l'abbraccio, e continuo a fissarle in silenzio.

Mi soffermo sulla tavola piena di cose buone da mangiare, e non posso fare a meno di notare i due piatti sporchi e vuoti.

«Perché non mi avete aspettata per fare colazione?» domando con voce tremante.

Oggi avevo intenzione di trascorrere l'intera giornata con loro, di parlare per ore e ore con Enly e farmi raccontare un sacco di cose.

Ma pare che loro abbiano già mangiato e stanno solo aspettando che qualcuno venga a chiamarle per andare via.

Nessuno proferisce parola.
Io mi sto già innervosendo al loro mutismo.

«Beh, dite qualcosa oppure dobbiamo stare qui a fissarci?» insisto.

«Dobbiamo andarcene», Enly sospira guardandosi intorno.

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