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1990- Bogotà

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1990- Bogotà

Era un sabato mattina quando
Magdalena diede alla luce il suo bambino. L'ambiente era sporco e privo di ogni singolo oggetto che potesse far risultare quella piccola casa in fondo al bosco accogliente e abitabile.
Il materasso posava su delle assi di legno ammuffite al centro della stanza, mentre un contenitore di latta giaceva all'angolo del camino da diversi giorni. Non avendo nemmeno il bagno, il marito abbassò il pantalone urinando proprio lì, accanto il corpo scosso della moglie, e a rendere il tutto più disgustoso furono le mosche e il loro ronzio.
Il pianto del piccolo bambino gli diede la nausea, tanto da costringerlo ad afferrare l'attizzatoio che trovò' tra la legna, gettandolo accanto alla moglie ancora dolorante.
«Fallo smettere o vi ammazzo entrambi!» urlò furioso.
La testa stava per scoppiargli e lo stomaco continuava a brontolargli da ore.
Questo lo portò a non ragionare lucidamente, poi però, dopo qualche minuto si ricordò di una strana conversazione appena sentita dietro la stradina di un bar.
Magdalena attirò ancora di più a sé il figlio nella speranza che smettesse di piangere, pur di non fare infuriare ulteriormente il marito.
«Ho freddo.» Batté i denti tremante.
Era nuda da diverse ore, e quel vagabondo non ebbe nemmeno un minimo di delicatezza nel portarle una coperta che potesse riscaldarla.
Guardò i fiocchi di neve attraverso la finestra posarsi delicatamente sugli alberi già imbiancati, e non poté fare a meno di immaginare suo figlio tra qualche anno correre felice e creare infiniti pupazzi di neve.
Lo guardò ammaliata da tanta bellezza, aveva la pelle bianca e le labbra rosee.

«Ci servono soldi. Venderemo questo bastardo. Ho sentito dire che la famiglia Alvaréz adotterà un bambino, e noi, gli daremo il nostro.» Disse fermamente convinto, trovando all'istante una soluzione ai suoi problemi.
«No, non puoi farmi questo», pianse spaventata, stringendolo possessivamente, come se potesse salvarlo da lui.
"Sei solo un ubriacone" Pensò lei impaurita. Ma non ebbe il coraggio di dirlo ad alta voce.
L'uomo sorrise strafottente, sistemando alla svelta i pantaloni per poi dirigersi fuori.
La donna si dondolò esausta, perdendo perfino la cognizione del tempo.
«Non ti lascerò andare, te lo prometto figliolo», gli sussurrò piano.

Il cielo limpido lasciò spazio al grigiore, ma Magdalena sospirò sollevata nel notare l'assenza del marito.
Probabilmente era talmente ubriaco da non ricordarsi più di loro.
Preferì convincersi in quel modo, perché l'unica cosa che le restava era la speranza.
Pregò con tutte le sue forze affinché quell'uomo senza cuore non facesse ritorno.
«Andremo lontano, solo io e te», bisbigliò nuovamente.
Se solo ne avesse avuto le forze, sarebbe già scappata lontano senza fare mai ritorno.
Improvvisamente, la porta sì aprì di scatto rivelando la figura di tre uomini e una donna alle loro spalle.
Era una cameriera di giovane età.
Tra le mani stringeva un cestone color beige ricamato ai lati con degli orsetti azzurri.
Istintivamente, Magdalena coprì il corpicino nascondendolo con le sue stesse braccia.
Avrebbe lottato se fosse servito.
«Eccolo, è lui... è un maschio», disse fiero il marito rivolgendosi agli uomini che lo guardarono seriamente.
«Andate via, mio figlio non è in vendita.»
Magdalena cominciò a sudare freddo, il pensiero di perderlo per sempre le causò un capogiro.
Peccato però, che le sue parole non vennero ascoltate da nessuno poiché le tolsero il bambino senza nessuna delicatezza.
Fu la cameriera ad avvolgerlo in coperte di lino per poi posarlo dentro il cesto.
Magdalena sbraitò come un'ossessa, incapace di muoversi e correre verso la ragazza che si allontanò da lì il prima possibile, sparendo dalla sua vista.
Si tirò i capelli e si graffiò il viso dalla collera.
«Questo è suo», uno dei tre mascalzoni tirò fuori dalla tasca un pezzo di carta bianca, posandolo direttamente sulla mano tozza del padre e abbassò il capo in un saluto.
Rimasti soli, il marito passeggiò per casa estremamente felice.
Sventolò davanti il viso distrutto della moglie l'assegno che gli avevano appena dato e lo annusò come se potesse già sentire l'odore dei soldi.
«Questa sì che è vita», rise tossendo con l'affanno.
«Sei un bastardo», urlò lei con tutte le sue forze.
Sentirle dire quella parola lo fece imbestialire, abbastanza da prendere in mano il pezzo di ferro rimasto sul pavimento.
Ignorò ogni tipo di lamento proveniente dalla bocca della moglie e si scagliò contro di lei con brutalità.
La colpì sull'addome, sulla schiena, sulle gambe... ed infine, la tirò per i capelli trascinandola per tutta la stanza.
Magdalena svenne a causa delle profonde ferite, il suo corpo si lasciò andare e la sua mente si annebbiò.
L'uomo la guardò schifato è uscì di casa soddisfatto.
Scappò da qual paese a gambe levate, e un bel bottino dentro le tasche.

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