Prologue

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La luce iniziò a filtrare lentamente nella stanza, accompagnata dal cinguettio flebile dei passeri che annunciavano l'inizio di un nuovo giorno.


La donna scostò le lenzuola e si sgranchì le braccia. Quella notte era finalmente passata.


Si infilò la vestaglia dirigendosi poi verso la finestra; la brezza di fine aprile le accarezzò il viso, e mentre la camera da letto veniva inondata di luce si prese qualche minuto per fissare il cielo azzurro.


Era arrivato il giorno tanto atteso.


Non perse altro tempo e cominciò a prepararsi: l'appuntamento era stato fissato per mezzogiorno in punto e lei non aveva alcuna intenzione di presentarsi in ritardo. Si rinfrescò, contando i minuti che la dividevano da quell'appuntamento, e si avvicinò all'armadio, scegliendo tra i vari capi il vestito color indaco che aveva comprato alcuni anni prima assieme alla sua amica Sakura.


"che strani scherzi gioca il destino..."


Si schiaffeggiò con forza. Non era il momento di pensare al passato.

Passò un po' di mascara sulle ciglia e del burrocacao sulle labbra leggermente screpolate per colpa di un marzo insolitamente freddo. Infine mise due gocce di profumo sui polsi, passandosi poi uno di essi sull'incavo del collo.


"Il suo profumo preferito..."


Rimase a fissarsi qualche secondo allo specchio per controllare fosse tutto in ordine. Il suo riflesso mostrava una giovane donna sulla trentina, con due grandi occhi lavanda e un sorriso malinconico che non aveva nessuna intenzione di lasciare il suo viso.

Fece un profondo respiro, si guardò un'ultima volta per farsi coraggio, infine scese al piano di sotto.
Ad attenderla sull'uscio c'erano Boruto e la piccola Himawari.

«Avete preso tutto?»

«Mamma...» incominciò Boruto, ma Hinata lo interruppe:

«Non vorrete far aspettare il nonno vero? Sapete quanto è impaziente.»

Prese la tracolla di Hima e la porse alla piccola, aiutandola ad allacciarsi il giubbino:

«Mi raccomando Boruto, accompagna tua sorella dal nonno e poi fila in accademia, intesi?»

Il ragazzo fissò per qualche istante il viso gentile di sua madre, senza riuscire a trovare le parole addatte a dirle che stava commettendo un grosso errore. Lui era solo un ragazzo, ma aveva compreso le intenzioni dei suoi già da un po' di tempo e non sapeva come fare per farsi ascoltare da entrambi. Guardò sua sorella, ancora troppo piccola per comprendere il mondo dei grandi, eppure notò una certa ansia nella sua espressione...

«Ok» rispose sconfitto. Era il fratello maggiore, e per quanto fosse arrabbiato con suo padre per il comportamento attuato nei confronti di sua moglie negli ultimi mesi, doveva occuparsi di Hima. Hinata sorrise al figlio, incredibilmente simile a suo padre per aspetto e carattere, e diede un bacio a Hima, raccomandandosi di fare la brava. Rimase a fissarli dallo spioncino della porta fino all'ultimo istante, e quando furono, secondo lei, abbastanza lontani da non poterla vedere, prese la borsetta con le chiavi, chiuse la porta ed uscì.

Sarebbe stata forte. Lo avrebbe fatto per loro.



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Four Seasons to say AishiteruDove le storie prendono vita. Scoprilo ora