It Ends Tonight

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«Il mio nome è Uzumaki Naruto.»

Il bambinetto guardò l'uomo davanti a sé con occhi pieni di determinazione.
Naruto rimase di sasso, stupito dalla vista di sé stesso da giovane. Ma non era solo questo...


Quello davanti a lui, era l'emanazione del suo stesso chakra.


Non c'erano dubbi; la grinta che emanava quella luce, la voglia di rivalsa, la fiducia nelle proprie capacità, erano tutte sensazioni che lui stesso aveva sperimentato tanto tempo prima e che per qualche strano motivo aveva dimenticato.

«So che vorresti delle spiegazioni, ma non ne abbiamo il tempo», disse il bambino stiracchiandosi i muscoli del collo.

Naruto, ancora sotto shock, convinto che quella altro non fosse che un'allucinazione dovuta alla sua ormai prematura morte obbedì, lasciandosi andare allo scherzo che la sua testa gli stava tirando in quegli ultimi istanti di vita.

«D'accordo. Cosa vuoi che faccia?»

«Quello che hai sempre fatto», gli rispose grattandosi il naso con fare bambinesco:

«Andiamo a spaccargli il culo.»



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Fuori dall'involucro, Kakashi e gli altri compagni erano allo stremo delle forze.

Utagai era riuscito nel suo intento, liberando Kurama da Naruto; la Volpe si dimenava con ferocia, incapace di comprendere il perché di quella strana situazione: il suo compagno di battaglia lo aveva abbandonato.


"Non può essere," pensò Boruto mentre osservava l'enorme bestia di chakra attaccare le figure attorno a lui. "Se questa creatura è libera, allora mio padre..."


Si voltò verso il suo sensei, vedendogli sul volto un guizzo di preoccupazione che aumentò le sue paure.

«Boruto!» urlò Sarada tentando di fermarlo, ma il biondino si lanciò di nuovo contro l'involucro melmastro, convinto di riuscire a liberare suo padre una volta per tutte. Un colpo assestato in pieno petto lo fece volare a diversi chilometri di distanza. Boruto si rialzò, ma non fece in tempo ad accorgersi di Utagai che questi lo prese per la gola:

«Tuo padre non verrà ad aiutarti,» gli sussurrò gelido, stringendo le mani attorno al suo collo. «Sta morendo.»


Gli occhi del bambino si spalancarono. Le parole di Utagai gli penetrarono nella pelle, provocandogli un senso di sradicamento dal suo stesso corpo.

«Non è vero,» disse con fatica, cercando di ricacciare indietro le lacrime. Utagai sorrise, scaraventandolo contro un tronco. L'impatto provocò a Boruto una fitta lancinante all'altezza della nuca che gli fece quasi perdere i sensi; si alzò di nuovo, ancora scioccato dalla possibilità di aver perso per sempre quel legame inscindibile con una parte importante di sé stesso.

Kakashi e Shikamaru si prepararono a difendere il ragazzo preso di mira, ma Utagai fu più veloce di loro e, con un preciso ordine, scagliò numerose figure melmastre contro i due shinobi: ormai accerchiati, non poterono fare altro che continuare ad attaccare con le poche forze rimastegli in corpo. Gaara, accortosi della difficoltà a cui stavano andando incontro, si spostò con Shukaku verso Utagai, ma questi ne approfittò per assalirlo come aveva fatto con Naruto, avvolgendolo attorno a una massa scura che si addensò lentamente attorno al suo corpo.

Four Seasons to say AishiteruDove le storie prendono vita. Scoprilo ora