Admission

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Naruto camminava spedito verso la stanza centosei: l'ospedale brulicava di infermieri e pazienti di ogni età, anch'essi vittima dell'attacco come la sua amica Sakura. L'odore di disinfettante che proveniva da quell'edificio sterile gli creò un forte senso di repulsione, mentre la vista di tutte quelle persone ferite lo fece sentire più in colpa che mai...

Konoha stava iniziando ad odiarlo.

Anche se non ne era del tutto sicuro, sentiva comunque che tutti in quell'edificio lo fissavano delusi, e fu come tornare bambino, quando, nonostante i suoi sforzi, le persone non facevano che allontanarlo, reputandolo un mostro.



"La persona che amo..."



Aprì la porta trovandosi davanti Sasuke prono su Sakura, impegnato in una dolce confessione dei suoi sentimenti. Subito i due amanti si staccarono dal bacio, in evidente imbarazzo:

«Non si usa più bussare?!» lo sgridò Sakura, mentre Sasuke si voltava per nascondere la vergogna. Naruto dal canto suo li guardò con dolcezza: vederli così innamorati lo rendeva davvero felice, anche se quella visione gli fece provare una fitta d'invidia per la loro fortuna...

«Eheh, scusate,» ridacchiò imbarazzato prendendo posto di fianco alla donna: Sakura appariva leggermente pallida, ma in buono stato.

«Come stai?»

«Meglio, per quanto questa parola non sia del tutto sincera.»

«Ricordi qualcosa?»

La ragazza si portò una mano alla testa.

« E' davvero difficile... ricordo di averti spinto via, e poi di aver sentito un forte bruciore penetrarmi il corpo... il resto sono solo immagini confuse.»

Naruto s'incupì, deluso.

«Però abbiamo scoperto alcune cose interessanti,» gli disse Sasuke passando un bicchiere d'acqua alla moglie:

«Lo shinobi della sabbia che si è suicidato non aveva alcun motivo di farlo. Era amato e rispettato da tutti, e aveva iniziato a frequentare un suo compagno di squadra, un certo Deki; ci ha spiegato che la famiglia era assolutamente favorevole al loro rapporto, avendolo accolto come un figlio. Non avevano avuto problemi di alcun tipo con nessuno e la loro relazione andava a gonfie vele. Lo stipendio era buono. Amava il suo lavoro, e amava il suo Kage e il suo Paese 'più di ogni cosa al mondo'.»

«C'è di più,» stavolta fu Sakura a parlare. «Ho avuto la possibilità di esaminare il suo corpo...»

Fece una pausa, scossa dal ricordo del povero giovane:

«Sebbene sia chiaro che la scelta di togliersi la vita sia stata sua, nel suo corpo c'erano ancora tracce di chakra.»


«Che cosa?!» urlò l'Hokage, spiazzato dalla confessione della ninja. Sakura lo guardò tesa:


«Ho avuto la stessa reazione. Sai bene che la prima cosa che si insegna in Accademia è la seguente: "chi rimane senza chakra muore".
Il chakra viene incanalato attraverso un particolare sistema circolatorio simile a quello sanguigno, tramite il quale può raggiungere tutte le cellule del corpo: ebbene, in questo caso il suo chakra era svanito, ma quello scuro continuava a percorrere il suo flusso. Credimi, ci è voluta un'eternità per accorgermene, e un'intera notte per liberarlo di nuovo.»

«Dunque, se le cose stanno così, significa che qualcuno lo stava manipolando dall'interno.»

«E' un chakra diverso da quelli conosciuti... nemmeno Tsunade sa dire con certezza come si sia formato. Ho cercato nella biblioteca del Villaggio della Sabbia qualche informazione su chakra oscuri o genjutsu particolari, ma non sono riuscita a trovare nulla.»

Four Seasons to say AishiteruDove le storie prendono vita. Scoprilo ora