Time to Regrets (Act I)

246 14 0
                                    


Quindici luglio.



"Ci siamo," sogghignò l'individuo, osservando il vecchio orologio da taschino rimasto fermo da molti anni.

«Che hai da ridere?» gli disse il compagno, vedendogli rimettere l'orologio in tasca.

«Rido perché finalmente è arrivato il nostro tempo.»

«Tsk, e te lo ha detto quell' aggeggio scassato?»

«Oh, ma il tempo non si misura in minuti,» gli disse beffardo, osservando il palazzo dell'Hokage da lontano. «L'orologio è un marchingegno creato dall'uomo con il solo scopo di non perdere mai il conto del proprio tempo... ma chi sa dire realmente e con assoluta certezza, quanto di esso gli resta?»

«...»

«Il tempo fluisce scandito dall'eco sordo delle nostre emozioni. Sono loro che ci indirizzano verso le scelte che batteranno il nostro destino... il tempo non si misura, il tempo si muta. E Naruto Uzumaki... beh, sta per esaurire il suo.»


                                                                               ---


Naruto camminava avanti e indietro con il volto teso per la frustrazione: tutti gli shinobi, eccetto Shikamaru, osservavano inquieti il loro Hokage che si muoveva rabbioso davanti a loro, pronto ad aggredirli al primo fiato sommesso.

«Come è stato possibile,» disse finalmente dopo minuti interminabili di oppressione, «Come avete potuto lasciar accadere una cosa simile?!»

Gli shinobi impallidirono al tono brusco del Capovillaggio, ora più che mai in preda alla collera.

«Hokage-sama, noi...» Il loro supervisore provò a discolparsi, ma Naruto gli lanciò un'occhiata omicida:

«Avevo dato un ordine ben preciso, ossia aumentare le ronde in città. Ora, qualcuno mi spieghi come mai non c'era neanche una guardia davanti al cancello dell'Accademia!»

«Hokage-sama, molti dei nostri erano impegnati in altre missioni al momento dell'attacco-»

«Sta cercando di far ricadere la colpa su di me, per caso?!»

Gli occhi incendiati di Naruto spensero il briciolo di coraggio del soldato che tornò a fissarsi gli stivali contrito. Shikamaru sbuffò spazientito ed uscì dalla sala, mentre l'Hokage continuava a sgridare la pattuglia che avrebbe dovuto svolgere il giro di routine:

«Non è un bel momento per Konoha. Se non siete in grado di proteggere il vostro Villaggio, allora fareste bene a lasciare il vostro posto a chi ne è più capace!» gridò apprestandosi ad uscire dalla stanza. «Siamo stati fortunati che non ci sia scappato il morto. Vi avverto: non ci sarà una seconda chance... e lei» ringhiò infine verso il supervisore, «alzi i tacchi da qui. E' congedato dal suo incarico.»

Sbattè la porta con una forza tale da far traballare i resistenti vetri dell'accademia militare. Camminò spedito verso l'uscita seguito da Shikamaru, preoccupato quanto lui per ciò che era successo:

«Credi che ci siano degli infiltrati?»

«A questo punto, non possiamo escludere nemmeno questa pista.»

«Gaara è stato avvertito della cosa? »

«Direi che tutti i Kage sanno quanto accaduto: la stampa non parla d'altro.»

La vena sul collo di Naruto iniziò a pulsare furiosamente, contratta quanto i suoi pugni che morivano dalla voglia di colpire il nemico che si celava dietro gli attacchi. Shikamaru aprì la porta dell'androne dove trovarono una ressa di giornalisti pronti come sempre a inondarli di domande: i due si accorsero che, oltre alle testate di Konoha, vi erano giornalisti anche di altri Paesi, come quello della Sabbia e della Nebbia.

Four Seasons to say AishiteruDove le storie prendono vita. Scoprilo ora