New Spring and Old Wounds

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Una strana brezza accompagnava il cammino del giovane Uzumaki.
Le foglie tenere del primo caldo primaverile fluttuavano leggere sopra i grandi alberi di ciliegio, ancora in piena fioritura.
Il ragazzo sbadigliò rumorosamente, stiracchiandosi le braccia.


«Ohayewa.»

«Ohayo


Sarada e Mitsuki lo raggiunsero, e insieme si incamminarono verso l'Accademia, di nuovo accessibile.


«Tua madre ha finito i pacchi per il trasloco?»

«Non ancora,» rispose il biondino con una smorfia di dolore, «ma non penso che manchi molto, ormai.»


Sarada gli sorrise malinconica. Erano trascorsi sei mesi da quella terribile notte in cui lei e gli altri shinobi avevano combattuto contro Utagai e le sue emanazioni oscure. Nessuno si aspettava una battaglia simile, soprattutto la stessa sera della Cerimonia commemorativa in onore dei caduti della Grande Guerra; quando il Settimo Hokage schiacciò il seme celato in Utagai, questo si dissolse nel nulla definendo così la fine dello scontro. Ma non ci fu il tempo di festeggiare, perché ciò che successe subito dopo scosse nel profondo gli animi dei presenti, soprattutto quello del suo giovane compagno di squadra.


«Sai se mia madre ha dato qualche altra informazione riguardo a...»

«No,» rispose secco Boruto, avanzando spedito verso l'entrata dell'Accademia.



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«Shikamaru-sama, ecco i documenti che aveva richiesto.»


L'uomo tirò una boccata alla sigaretta, spostandosi vicino alla finestra della sala dell'Hokage; tolse dalle spalle il pesante mantello bianco, guardando le enormi figure di pietra davanti a sé. La placida quiete di Konoha non smorzava la tristezza che riempiva il suo cuore, così come quello di tutti gli altri che, come lui, avevano assistito alle atrocità di quella notte.



La notte in cui Naruto e Hinata si erano ritrovati, e poi persi per sempre.


Si voltò verso la cornice che ritraeva sua moglie e suo figlio. Cosa avrebbe fatto senza di loro? Come sarebbe riuscito ad andare avanti, a rifarsi una vita?


"Come farai adesso, Hinata?"


Posò nuovamente la cornice sulla scrivania, tornando a occuparsi dei numerosi impegni giornalieri, senza però rinunciare all'ultima occhiata di quel panorama stupendo.

Di un' assolata Konoha sotto miriadi di fiori di ciliegio.



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«Porta questo al reparto pediatrico, per favore.»

La sedia dell'ufficio scricchiolò sotto il peso di una bellissima donna dai folti capelli rosa.

Sakura scostò una ciocca di questi dietro l'orecchio, concentrata sulle varie cartelle mediche portatele dalle altre colleghe. Prese una penna appuntandosi informazioni importanti per poi alzarsi verso lo scaffale pieno di libri medici. Un piccolo particolare richiamò la sua attenzione: fuori dalla sua porta, un uomo con un lungo mantello scuro passò senza voltarsi.


"Sasuke..."


Sakura posò i libri, spalancando la porta a vetri del suo studio medico. Richiamato dal rumore, l'Uchiha si fermò in mezzo al corridoio, allungando lo sguardo verso di lei che riconobbe tesa e terribilmente triste. La osservò per un breve istante, tornando a percorrere il lungo corridoio asettico.

Four Seasons to say AishiteruDove le storie prendono vita. Scoprilo ora