Stay Away

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«Kage-bushin no jutsu!»


Tre copie esatte di Naruto si palesarono nell'ufficio colmo di scartoffie. I tre cloni guardarono stanchi il loro creatore che, con gli occhi gonfi, iniziò ad affidare loro i compiti di quella lunga e frenetica giornata di lavoro:

«Tu porta questo fascicolo al quartier generale, tu vai alla riunione delle undici, e tu invece porta questo a Kakashi-sensei. Ohi, Shikamaru!»

Lo shinobi fece capolino dalla porta.

«Takehita ti ha detto a che ora stacca Hinata?»

«Ero al telefono con lui due minuti fa: ha detto che oggi finirà per le sette.»

«Porc- non farei in tempo con l'assemblea... digli di spostarle il turno, per favore.»

«Ma-» sentenziò Shikamaru provando a dissuaderlo, ma Naruto gli lanciò la solita occhiata velenosa, decretando la fine della discussione.

«Va bene, va bene... sei tu l'Hokage.»

Il biondo si sporse verso la finestra in modo da osservarne il panorama. Lui e Hinata si stavano vedendo ogni sera, grazie anche a quel giochetto con Takehita che, davanti alla richiesta del suo Hokage, non poté dire di no. Sapeva che lo stava mettendo in difficoltà, ma doveva in qualche modo trovare una soluzione per far fronte alla possibilità di stare con lei anche solo mezz'ora. Notò il suo viso riflesso sul vetro lucido della finestra: era terribilmente stanco. Utilizzava una gran quantità di chakra per farsi aiutare dalle sue copie in modo da essere in più posti contemporaneamente; all'inizio funzionò, ma capì che quella tecnica, sebbene utile, lo sfiancava, aumentando la sua fatica ogni qual volta che le copie svanivano. Guardò il calendario sulla sua scrivania:

«Quindici luglio...»

«Hokage-sama.»

«Mh?»

«C'è una donna che vorrebbe parlare con lei.»




"E' arrivata."



«Le dica di aspettarmi di sotto,» rispose in tono cortese togliendosi il mantello bianco. Naruto fece dei respiri profondi, sentendo l'emozione aumentare ad ogni scalino sceso, e quando arrivò davanti l'ingresso del palazzo sentì il cuore chiudersi al livello della gola. Davanti a lui, una splendida donna dai folti capelli rosa lo stava aspettando sorridente:

«Ciao, Naruto.»



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"Dannato padre..."

Boruto camminava in direzione dell'Accademia con sguardo cupo. I suoi compagni chiacchieravano tranquillamente del più e del meno mentre si accingevano a percorrere il cancello d'entrata, troppo occupati a parlare delle imminenti vacanze estive per accorgersi dello strano comportamento del biondo, eccetto una persona:

«Accidenti, che muso lungo!»

«Ciao Sarada.»

La giovane Uchiha gli si accostò con fare interrogativo. «Che è successo? Non hai ancora superato il livello di quello stupido videogioco?»

Boruto sbuffò, tornando con il pensiero a quella mattina...



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Four Seasons to say AishiteruDove le storie prendono vita. Scoprilo ora