<<Questa è la canzone>> dico collegando il mio cellulare alla cassa portatile nell'ampio soggiorno di Ethan. Dopo aver spostato il divano e il tavolino dal centro della sala si avvicina a me e mi toglie il telefono dalle mani. Manca poco alla premiazione e io ed Ethan ci siamo accordati per provare almeno una volta la coreografia.
<<Davvero? Sei sicura?>>
<<Sì. È adatta alla situazione>> dico e la fa partire. Lo osservo ipnotizzata mettere il mio braccio sulla sua spalla e intrecciare le nostre mani libere nell'aria.<<Come l'ultima volta. Lasciati andare e segui la musica>>
Parte la canzone che ha inondato la mia mente per non so quanto tempo, sotto la doccia, mentre facevo il bucato, mentre cucinavo e prima di addormentarmi da sola.
<<Non ci pensare troppo>> ripete Ethan quando iniziamo a ondeggiare a tempo di musica. Alla prima strofa cerco di non concentrarmi troppo sul testo che so a memoria.
<<Ti devi rilassare altrimenti è come far muovere un palo>> scherza lui. Sorrido tenuemente e annuisco, trattenendo il respiro e poi far uscire tutta l'aria in un grande sospiro. Comincio a seguire i suoi passi ma finisco per pestargli i piedi alcune volte. Parte il ritornello e la mia compostezza inizia a vacillare così come il mio labbro inferiore inizia a tremare. Proprio quando penso di lasciare tutto e scappare da questa casa lui stringe la presa attorno alla mia vita, impedendomi ogni via di fuga. Con due dita mi alza il mento, ritrovandoci ad un soffio di distanza e con gli occhi fissi a osservarci.<<Devi guardare me, perché io ti guarderò tutto il tempo>> - dice con un filo di voce - <<devono capire cosa provo per te>>. Faccio un respiro profondo, senza rischiare di morire per iperventilazione come pochi secondi fa e ricordo a me stessa perché lo sto facendo. Lo sto facendo per Ethan.
<<Riproviamo questa ultima strofa, tu cerca di guardarmi e non stare troppo a pensare a dove mettere i piedi, tanto me li pesti lo stesso>> dice accennando una lieve risata.
<<Ora ti sollevo okay?>>
<<Se cado e mi rompo qualcosa paghi tu le spese mediche>> lo avverto debolmente. So che non mi farà cadere.
<<Non me lo perdonerei mai>> dice seriamente stringendo la presa su di me.Comincia la strofa successiva e senza avvertire una seconda volta lui mi solleva da terra afferrandomi per la vita. Nel giro di pochi istanti mi ritrovo a mezz'aria con le gambe penzoloni e lui guida i nostri movimenti. In questo momento la musica sembra limitarsi ad una bolla intorno a noi, non siamo più nel suo soggiorno, ma fluttuiamo nel vuoto. Tra Ethan che che mi guarda in quel modo e la voce del mio cantante preferito, è la cosa più magica che mi sia mai capitata da quando lo conosco. Mentre Ethan mi rimette delicatamente giù, sposta le mani sui miei fianchi, quando i miei piedi toccano il pavimento sono praticamente avvinghiata a lui. Le sue braccia mi circondano e io mi sorreggo alle sue spalle mentre le nostre gambe si incrociano a ritmo di musica. Continuiamo a dondolare su noi stessi lasciandoci cullare dalla melodia che piano piano si affievolisce fino a finire.
<<Non sei andata per niente male>> si complimenta con me scostandomi dietro l'orecchio una ciocca di capelli sfuggita allo chignon spettinato.
<<Tutto merito della canzone, e ovviamente tuo. Io sono totalmente impedita a ballare, è grazie a te se non sono sembrata un palo.>> dico facendo riferimento alla frase che lui ha detto prima.<<Non è male la canzone in fin dei conti. Facciamo che quando c'è quel crescendo ti prendo e ti sollevo come abbiamo provato ora>> propone staccando il cellulare dalla cassa. Sistemiamo il suo soggiorno mentre discutiamo di alcuni punti per la nostra performance.
<<Ci vediamo sabato allora?>> gli chiedo.
<<Ti passo a prendere io e andiamo al Lost Hill Memorial.>> Dopo esserci salutati sotto casa mia, salgo le scale con estrema calma e tranquillità. Tutto sta andando per il meglio. Apro la porta e vado dritta in cucina a prepararmi il pranzo. Oggi ho voglia di cucinare qualcosa di buono dato che non ho niente da fare.<<Hai lasciato la porta aperta>> esordisce una voce alle mie spalle. Sobbalzo su me stessa, spaventata a tal punto di far cadere la forche con la quale stavo sbattendo le uova.
<<Scusa non volevo spaventarti>> mia madre fa il suo ingresso in cucina con due buste della spesa piene.
<<Allora prima dovevi avvertire che saresti venuta>> la rimprovero.
<<Ti ho portato un po' di spesa. Hai da fare oggi pomeriggio?>>
<<No, volevo andare in palestra prima di cena però>> mi invento, ma mi pento subito per averle dato anche troppe informazioni.<<Andiamo al centro commerciale a prenderti un vestito per la premiazione>>
<<Ce l'ho già>> sbuffo.
<<Fammelo vedere, se non mi piace lo andiamo a cambiare.>>
<<Te lo faccio vedere ma se non ti piace puoi anche tornare a casa tua.>> le dico fingendo un sorriso. Vado a prendere l'abito avvolto da un telo trasparente e lo porto in soggiorno dove lei aspetta impaziente.
<<Eccolo>> richiamo la sua attenzione facendo rumore con la plastica che lo avvolge.Il suo sguardo si inchioda sul mio abito e prima è confuso, poi si illumina e un sorriso accecante le spunta sul volto.
<<Lo hai scelto tu?>> domanda senza muovere un muscolo. E' rimasta paralizzata per lo shock?
<<Sì, è il terzo che ho provato e mi stava molto bene>>
<<È davvero bello Meghan. Sono sicura che spiccherai agli occhi della giuria in mezzo alle altre ragazze.>> continua a fare complimenti al vestito. Effettivamente è un abito fantastico, peccato che lo indosserò solo in questa occasione.
<<Bene fammi vedere come ti sta indosso>> mi sprona e sono praticamente costretta a metterlo. Dopo due ore buone a ripassare tutto quello che mi aveva detto alla prova con le altre coppie sono finalmente libera di poter salutare mia madre che al momento è in piedi sull'uscio della porta di casa mia.<<Mi raccomando alle 4.30 sabato prossimo. Non fate tardi e ricordatevi di mettere la canzone su una pennetta.>> mi ricorda.
<<Va bene. Ciao mamma>> dico chiudendo la porta alle sue spalle. Aria!***
Durante il pomeriggio metto in ordine il mio piccolo appartamento e faccio due lavatrici, pulisco il bagno e cambio le lenzuola al letto. Mai stata così produttiva da mesi.
Quando inizia ad imbrunire l'aria, decido di andare in palestra dato che ho fatto l'iscrizione e non ci sono mai stata. Indosso dei leggins e una t-shirt con sopra una felpa, metto delle sneakers ed esco di casa.
Arrivata alla palestra, vado negli spogliatoi per lasciare la borsa e quando torno nella grande sala mi ritrovo faccia a faccia con Olivia.
<<Hey ciao!>> squittisce lei facendomi sussultare.
<<Ciao! Come mai qui?>>
<<Sto aspettando Christian che finisca la sua lezione di kickbox>> mi dice affiancandomi mentre mi avvio verso un attrezzo.
<<Capito>>
<<Allora...>> - dice cantilenante - <<ci sarai al mio matrimonio?>> mi domanda speranzosa.
<<Ehm...>> sono in trappola, manca poco al suo matrimonio e non posso scappare visto che sono a testa in giù con i piedi bloccati.
<<Oh ti prego. Ti garantisco che ci divertiremo. Ci sarà anche un gruppo musicale che canterà durante il ricevimento.>>
<<Ho altra scelta?>> dico sorridendo.
<<Si!>> dice esultano e cominciando a battere le mani.
<<Oliv fai piano. Shhh>> cerco di calmarla.
<<Sono così felice, tu non sai quanto.>>
Finisco gli addominali e poi mi metto in piedi davanti a lei. Se non la smette di sorridere le si strapperanno le guance.
Ma ne è sicura?
<<Sei sicura?>>
<<Si assolutamente. Nonostante questi anni di distanza ti ho sempre voluto bene e sarebbe un onore per me averti al mio fianco>> dice ammorbidendo il suo sorriso.
<<Certo, non c'è problema allora.>> ricambio il sorriso.
<<Grazie mille. Sei fantastica>> mi abbraccia.
<<Ecco Christian. Va bene allora, ti faccio sapere quando venire alla prova dell'abito.>>
Annuisco e la saluto andare via con il suo futuro marito.
Dopo aver passato un'ora a sudare e sbuffare per la fatica prendo la decisione più sensata della giornata. Andare a casa e dormire.

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Keep Fighting
Chick-LitSi sa, il passato è sempre un tasto dolente per chiunque. Per Meghan West però, è anche peggio. Lei non riesce a cancellare tutto quello che le è successo. È dovuta crescere in fretta e adattarsi in un ambiente che non le apparteneva. Ha dovuto rinu...