8. Vacanze Di Natale

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La settimana successiva è passata in modo tranquillo e quasi banale. Sempre gli stessi turni, a fare le sempre le stesse cose.
<<Ragazze cosa fate per natale?>> ci domanda Lynette a me e a Nicole.
<<Credo che resterò in città. Come l'anno scorso del resto. Ho un po' di cose da sbrigare>> mento spudoratamente. Sanno benissimo che starò sul divano a non fare proprio un bel niente.
<<Non esiste. Vieni a casa con me, ai miei farà sicuramente piacere conoscerti. Ho parlato molto bene di te>> dice Nicky facendomi l'occhiolino. Ha parlato bene?
<<Ma no, non vorrei essere di disturbo. E poi ho davvero qualc...>>
<<Non accetto un no come risposta. Quindi vieni o vieni.>> si impunta.
<<E va bene.>>
<<Si! Che bello! Partiamo domani mattina.>>

<<È davvero felice>> constata Lynette avvicinandosi a me.
<<Non pensavo reagisse così>>
<<Ti vuole veramente bene, e so che te ne vuoi a lei. Dovresti solo accontentarla più spesso. In fondo, lei ti considera un po' come una sorella maggiore>> dice con tono dolce.
<<Ma ne ha già una>> replico sorridendo.

Veniamo interrotte dal suono della campanella sopra la porta.
<<Mamma!>> esclama il figlio di Lynette entrando e togliendosi il cappello.
<<Thomas!>> corre lei ad abbracciarlo.
Potrebbe sembrare una cosa tanto semplice, ma per chi conosce la storia, è davvero commovente.
<<Oh caro mi sei mancato davvero tanto>> dice il mio capo ancora avvolta dalle braccia del figlio.
<<Come sta papà?>>
<<Oh lui sta benone. È sempre il solito>> dice prima di indicarmi.
<<Ciao Meg>> mi saluta Thomas venendo verso di me.
<<Ciao Tom>> lo abbraccio non appena siamo vicini.
È stata davvero una persona forte e piena di vita, da sempre. Non ha mai voluto arrendersi. E non lo ha fatto nemmeno con me.
<<Come va?>> mi domanda mentre lo seguo in cucina.
<<Tutto bene dai. Te? Come stanno andando le cure?>> chiedo a bassa voce.
<<Per ora sembra funzionino. La chemio è veramente sfiancante, ma non ho intenzione di mollare. Anche perché sennò che senso avrebbe avuto arrivare fino a qui?>>
<<Nessuno>> confermo.
Lo lascio da solo con Henry e torno in sala.
<<Sono così felice di riaverlo qui con noi Meghan. È stato veramente duro questo anno>> dice asciugandosi gli occhi.
<<Tranquilla Lyn, sono sicura che riuscirà a guarire. È in grado di sopportare le tue crisi isteriche, questa è una passeggiata.>> ci scherzo su.
Lei sembra apprezzare e per questo mi abbraccia. Da quando è stato diagnosticato il cancro al cervello a Thomas, Lynette viene trattata con i guanti di velluto. Tutti credono che si possa rompere da un momento all'altro. Come una bambola di porcellana. Ma lei non lo è affatto, anzi. È una donna meravigliosa, forte tanto quanto il figlio. Difficile spezzarla.

<<Su, coraggio, vai. Nicole è già sparita, devi andare a fare le valige.>>
Le faccio gli auguri di buone feste, così come a Thomas e a Henry.
Finalmente sono in vacanza anche io.
Corro a casa e mi preparo a piegare tutti i vestiti da portarmi a casa di Nicole.
Però mi viene un dubbio.
<<Quanto rimaniamo?>> le mando un messaggio.
<<Restiamo fino a dopo capodanno>> è la sua risposta.

Dopo più o meno un paio d'ore, la valigia ancora non scoppia. Sto imparando a prepararla senza portare cose inutili, tipo quel mazzo di carte giganti che ho messo dentro. Devo levarlo.
Sono le quattro del pomeriggio quando decido di uscire di casa, incredibile ma vero, e raggiungere a piedi il centro della città per prendere un piccolo regalo da dare alla famiglia di Nicole.
Mentre cammino per le strade di Ash Falls con le cuffiette nelle orecchie non mi accorgo di chi mi sta venendo in contro.
<<Ciao Meghan>> mi saluta Ty quando mi raggiunge.
<<Ciao>> cerco di non dare troppa confidenza, per vari motivi.
<<Come pensi di passare le vacanze di natale?>>
<<Vado a San Francisco con Nicole>> lo informo.
<<Wow ma che coincidenza! Anche i ragazzi ed io andiamo in California.>>
<<Interessante, davvero. Ora se non ti dispiace devo andare.>> lo sorpasso senza aspettare una sua risposta.
Perché si comporta come se non fosse accaduto niente?

Per cena sono costretta a cucinare, dato che sotto le feste natalizie il servizio a domicilio è più lento del solito.
Mentre sto infornando gli involtini che ho preparato, il mio cellulare inizia a squillare.
<<Blake!>> rispondo al mio migliore amico
<<Ciao teroso! Quanto tempo. Sono sotto casa tua, che dici mi apri?>> mi domanda ridendo.
Corro ad aprirgli e aspetto con ansia che arrivi su.
Appena varca la soglia lo stringo in un abbraccio che raramente ci diamo.
<<Ma che sventola che sei. E non hai ancora trovato un fidanzato?>> si prende gioco di me.
<<Dai smettila. Ho appena messo a cuocere la cena. Rimani?>>
<<Certo>>

Rimaniamo a parlare fino a tarda serata sul divano, rimpinzandoci di schifezze e dolciumi vari.
<<Domani mi faranno pagare un extra in aeroporto per tutti i chili che ho preso.>>
<<Questa è nuova. Dove vai di bello?>>
<<San Francisco, con Nicky. Tu rimani in città?>>
<<Sì purtroppo. Papà deve lavorare ad un caso importante e non ho voglia di stare a casa da solo per due settimane. Quindi eccomi qua. Di nuovo nella città degli incubi>> mi fa l'occhiolino alludendo palesemente al nostro passato.
<<Resti a dormire qui?>>
<<Se per te non è un problema>> dice andando in camera da letto senza aspettare una mia risposta.
<<Cosa mi sono perso negli ultimi mesi?>>
<<Niente di che a dire il vero. Il solito. Sono arrivati i militari per la premiazione di marzo. Questa è l'unica novità>>
<<Ah si?>> ammicca quando mi sdraio accanto a lui.
<<Sì. Non fare altre domande, ti prego. Ora dormiamo.>>
Dopo qualche minuto è lui ad interrompere il silenzio.
<<Meg, sono passati 5 anni>>
<<Lo so. Eppure è come se fossero trascorsi solo pochi mesi da quel giorno>>

La mattina seguente vengo letteralmente buttata giù dal letto con poca delicatezza, non mi aspettavo niente di meno da Blake.
<<Sono le otto, se non ti dai una mossa perderete l'aereo>>
Faccio esattamente come mi dice e in quattro e quattr'otto sono pronta. Pronta sì, non sveglia. Il mio cervello non si accende prima delle nove.
Mentre sto uscendo di casa affiancata da Blake, mi arriva un messaggio a Nicole.
<<È Nicky, dice che è arrivata>>
Una volta in strada, il mio migliore amico si presenta alla biondina in stile Bay Watch.
<<Se hai bisogno di qualsiasi cosa, le chiavi sai dove le tengo>> dico a lui prima di salire in macchina in direzione aeroporto.

Dopo due ore di Check-in viene finalmente aperto il gate e chiamato il nostro volo.
<<Ci sono anche le mie sorelle>> mi informa Nicole una volta sedute ai nostri posti.
<<Mi fa piacere rivederle>> le dico sinceramente.
Mentre la mia amica continua a parlare, senza sembrare scortese smetto di ascoltarla.
<<Siamo atterrate>> mi scuote con dolcezza la spalla non appena sento il carrello dell'aereo toccare il suolo.

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