<<Hai intenzione di mangiare come uno scaricatore di porto anche stasera?>> mi domanda Ethan quando ci portano al tavolo che lui aveva prenotato.
<<Non mangio così tanto, solo quella sera da KFC. Stasera mi conterrò>> dico in tono scherzoso.
Dopo aver ordinato, i camerieri ci portano le ordinazione quasi subito per fortuna.
<<Landon mi ha detto cos'è successo l'altro giorno>> inzia a parlare mentre infila la sua pasta con la forchetta.
<<Quelle buste di plastica erano troppo delicate, si sono rotte subito>> mi difendo.
<<Non parlavo di quello Meghan. Mi ha detto che lo hai minacciato di cavargli gli occhi>> trattiene a stento una risata.
Per poco il boccone di bistecca che stavo masticando non mi va di traverso, quindi bevo un lungo sorso d'acqua per pensare a cosa rispondere.
<<Non ero seria>> non del tutto almeno.
<<È tornato a casa era terrorizzato. Io e Ty ci abbiamo messo un bel po' a capire cosa gli fosse successo.>>
<<Non pensavo di essere in grado di spaventare a tal punto un ragazzo grande e grosso come Landon>> dico sghignazzando.Rimaniamo in silenzio per il resto della cena a parte qualche scambio di frasi molto brevi.
Mentre Ethan chiede il conto al cameriere, scorgo mia madre e Maurice entrare dalla porta principale.
<<Oh mio Dio non può essere vero. Il mondo ce la deve avere con me sennò non si spiega tutta questa sfiga>> dico abbassando lo sguardo e tenendomi la testa tra le mani.
<<Cos'è successo?>> domanda impanicato Ethan.
<<Mia madre. È appena...>>
<<Meghan!>> non riesco a finire la frase che lei mi vede e si avvicina a grandi falcate verso il nostro tavolo.
<<Ciao mamma>>
<<Che piacere vederti fuori casa ogni tanto. E chi è questo bel giovanotto?>> inizia subito ad indagare.
<<Sono Ethan. Piacere di conoscerla, Meghan mi ha parlato di lei.>>
Oh no Ethan questo non dovevi dirlo.
<<Vorrei poter dire lo stesso di te, ma forse non sai che mia figlia non mi parla mai della sua vita da diversi anni ormai>>
<<Okay mamma può bastare>>Sul suo volto prendono posto diverse espressioni, prima di sorpresa, poi sembra dispiaciuta addirittura.
<<È stato bello incontrarla signora. Ora se non le dispiace io e sua figlia dovremmo proseguire la nostra serata.>> viene in mio soccorso Ethan dopo aver pagato il conto.
Usciamo dal ristorante in fretta senza dare il tempo a mia madre di rispondere e una volta in strada tiro un sosprito di sollievo.
<<Quanto ti devo?>>
<<Per cosa?>> mi chiede dubbioso.
<<Facciamo a metà il conto del ristorante no?>>
<<Non dire scemenze, offro io.>>
<<Non sarai mica come tutti gli altri?>>
<<Ti ripeto, sono un gentiluomo io. Però se vuoi puoi ripagarmi in altri modi>> dice ammiccando con lo sguardo.
<<Sei ridicolo! E pensare che quasi mi piaceva stare con te. Dovresti vergognarti! Non ti azzardare mai più a chiedermi di uscire.>> sbraito agitando le mani in aria.<<Ma cosa hai capito>> dice inziando a ridere a crepapelle.
Lo guardo confusa per la sua reazione e anche un po' infastidita. Non è che si sia comportato molto bene alla fine.
<<Io intendevo se mi offrirvi un gelato>> continua ridendo ancora più forte se possibile.
Che figuraccia Meghan. Complimenti. Questo ti chiedeva un gelato e tu pensavi ti volesse portare a letto. Batti cinque Meg!<<Oh>>, dico solo abbassando di colpo le spalle e sentendomi in imbarazzo, <<scusa non volevo aggrediti così.>> mi scuso quando finalmente riesce a smettere di ridere.
<<Tranquilla, in effetti detto a quel modo poteva suonare un po' male.>> cerca di rassicurarmi.
Camminiamo fino ad una gelateria e compro un gelato sia per me che per lui.
<<Vogliamo fare una passeggiata?>>
<<Volentieri>> acconsento.
Mentre camminiamo è quasi sempre Ethan a cominciare un nuovo discorso. Attualmente non ho molta fantasia.
<<Come mai hai un brutto rapporto con tua madre?>> mi domanda di punto in bianco.
<<È successo tutto quando avevo 17 anni e da allora non sono più riuscita a perdonarla. Può sembrare strano, ma non riesco a perdonare nemmeno me stessa.>>
<<E sei convinta che non ci sia assolutamente nessun modo per rimediare alla cosa?>>
<<Ormai il danno è fatto. Sono consapevole di aver sbagliato prima e dopo l'accaduto, ma quel che è successo oramai non si può più cancellare.>> mi sorprendo a parlare così apertamente di questo argomento. Sarà la sua influenza? Oppure perché nessuno si è mai interessato davvero a ciò che mi è successo?Ci fermiamo per sederci su una panchina lungo il marciapiede.
<<Sappi che quando avrai bisogno di parlarne, e soprattutto se vorrai, puoi contare su di me>> dice guardandomi negli occhi.
Quei fantastici occhi azzurri...
Scuoto la testa come per riprendermi dallo stato di trance e distolgo subito lo sguardo.
Questa sera Ash Falls è affollata di persone che camminano per le strade, che escono da i locali e artisti di strada.
<<Tu sei cresciuta qui vero?>>
<<Nata e cresciuta. Anche se non ho visitato molte altre città, sono sicura che questa sia una delle più belle.>> dico con una certa fierezza.
<<Sì lo è.>> concorda Ethan, però noto con la coda dell'occhio che sta guardando nella mia direzione.Una volta finito il gelato, decidiamo di incamminarci verso la macchina dato che abbiamo parcheggiato a più di un quarto d'ora da qui.
Mentre camminiamo, mi rendo conto che le mie mani si stanno congelando poco a poco.
<<Forse dovevo portare dei guanti...>> farfuglio sfregando le mani tra loro davanti alla mia bocca.
<<Tieni questi>> dice Ethan estraendo dalla tasca interiore del suo giubbotto un paio di guanti.
Prende le mie mani tra le sue e infila i guanti con delicatezza.
<<Caldi, eh?>>dice sorridendo mentre sul mio volto appare un'espressione di sollievo.
<<Molto>>
<<Sono quelli che uso per lavoro>> spiega indicando lo stemma dell'esercito americano sul guanto destro.Una volta in macchina, accende l'aria condizionata e subito l'abitacolo diventa più tiepido.
Accende la radio e subito parte musica classica.
<<Posso attaccare il mio cellulare con il Bluetooth?>> chiedo sperando in una risposta positiva.
Non mi dispiace la musica classica, ma a quest'ora potrei anche addormentarmi.
Quando mi da il permesso, vado subito su Spotify e faccio partire Kiwi a tutto volume.
<<Non ti facevo una tipa da questo genere di canzoni>> dice alzando la voce per sovrastare quella di Harry Styles.
<<Questo genere? Lui non ha un genere! È uno spirito libero!>> urlo ancora più forte per farmi sentire.
Inzio a cantarla anche io quando di colpo il volume si abbassa e io mi zittisco subito.
<<Non vorrei arrivare a casa con il mal di testa>> ribatte Ethan entrando nella strada di casa mia.
Lo guardo in malo modo. Mi sento offesa in un certo senso.<<Grazie della serata. Sono stata bene in fin dei conti>> dico una volta parcheggiata la macchina.
<<È stato veramente un piacere. Visto? Possiamo benissimo essere amici.>> risponde con un grande sorriso.
Mi accompagna fino al portone del palazzo e rimaniamo in piedi l'uno davanti all'altra senza dire niente.
<<A te va bene essere amici?>> mi domanda.
<<Io... Non saprei risponde al momento...>> esito per un istante che sembra però un'eternità. Perché esito? Smettila subito o qui finisce male Meg!<<Io non credo di potermi accontentare però>> detto questo, fa un passo verso di me e mi afferra saldamente la vita avvicinandomi al suo corpo.
<<Scusami>> sussurra prima di posare le sue labbra sulle mie.
Rimango interdetta dalla sorpresa, poi, con ancora più sorpresa, mi rilasso e assecondo il suo bacio.
La sua mano sinistra si sposta dietro al mio collo e in mezzo ai capelli che mi ricadono sulle spalle in onde morbide.
Tutto questo me lo sto immaginando o è reale?
Con tanta forza di volontà, applico una leggera pressione sul suo petto con le mani e i nostri corpi si allontanano, così come le nostre labbra.
Una sensazione di freddo sfiora il mio volto e dall'espressione di Ethan credo che anche lui stia provando la stessa cosa.
<<È meglio che vada a dormire>> balbetto nervosa e prima che possa ribattere, lo sorpasso ed entro nel palazzo.
Salgo le scale di corsa e quando chiudo la porta tiro un profondo sospiro.
Mi avvicino alla finestra e affacciandomi riesco a vedere Ethan ancora fermo nel punto in cui l'ho lasciato.
Decido di cambiarmi velocemente e appena tocco il letto mi accorgo di quanto sono stanca dopo una giornata del genere.
Prima di addormentarmi però, sfioro con le mie dita gelide le labbra che fino a poco fa stavano baciando quel ragazzo per cui ancora non capisco ciò che provo.
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Keep Fighting
ChickLitSi sa, il passato è sempre un tasto dolente per chiunque. Per Meghan West però, è anche peggio. Lei non riesce a cancellare tutto quello che le è successo. È dovuta crescere in fretta e adattarsi in un ambiente che non le apparteneva. Ha dovuto rinu...