13. Musica Classica

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Restiamo nel locale per un altro paio d'ore, durante le quali cerco in tutti i modi di evitare una conversazione con Ethan.
Bevo anche più del solito, ma al momento non me ne potrebbe fregar di meno. Finché sto zitta, non c'è pericolo.
<<Vado in bagno>> grido ad alta voce a nessuno in particolare, dato che Nicole sta parlando con Landon e non sembra molto attenta al resto.
Spero solo mi abbia sentita.
Entro nel bagno, faccio pipí dopo essere stata attenta a non rompere le calze e poi mi lavo le mani.
Quando esco, vado diretta al bancone dove ho lasciato la mia amica.
Mi guardo un po' intorno, ma non la trovo. Allora decido di andare a vedere nella zona dj set, sperando di vederla tra quell'ammasso di persone. Ma niente.
Guardo anche sui divanetti, ma di lei non c'è nessuna traccia. Indietreggio senza voltarmi e vado a sbattere contro qualcuno.

<<Meghan?>>
<<Dove sono gli altri?>> domando guardando da sopra la sua spalla.
<<Sono andati via. Nicole mi ha detto che eri andata in bagno e mi ha chiesto di aspettarti.>> si spiega mentre lo seguo verso l'uscita.
<<Non stai dicendo sul serio vero?>>
<<Sì, ma pensavo tu lo sapessi>> si giustifica.
<<No che non lo sapevo, altrimenti non sarei andata nemmeno in bagno>> continuo a lamentarmi. Afferro il cappotto che fortunatamente era rimasto sullo schienale della sedia e esco di rincorsa.
<<Aspetta! Dove stai andando?>>
<<Fermo un taxi e mi faccio portare all'hotel. Dio, come ha osato Nicole andarsene senza di me.>>
<<Non ci pensare nemmeno. Tu non ci vai da sola, è notte fonda e sei in una città che non conosci>> inzia a blaterare Ethan affiancandomi.

<<Se permetti, non sono una ragazzina. Credo di potermela cavare. In fondo, devo stare seduta in una macchina per quindici minuti.>>
<<Lascia che ti accompagni>> dice diventando improvvisamente molto serio.
Continua a guardarmi con quegl'occhi azzurri e non riesco a non sentirmi a disagio sotto il suo sguardo.
Andiamo Meg, è solo un ragazzo, non un supermodello.
<<E va bene.>> mi arrendo e mi lascio cadere sulla panchina che è sul ciglio del marciapiede.
<<La macchina che ho noleggiato è dietro l'angolo. Vieni>>
<<Hai la macchina?>> domando sorpresa.
<<Sí, ho detto agli altri di non prendere tutte e tre le macchine.>> mi spiega mentre lo seguo a debita distanza.

Appena mi siedo in macchina, mi arriva un messaggio di Nicole.
<<Mi ha scritto Nicky. Ha detto che è al vostro appartamento perché i tuoi amici volevano ritornare. Si fa portare tra poco all'hotel da Landon>>
<<Perfetto. Abbiamo ancora un po' di tempo allora>> dice accelerando e uscendo dal parcheggio.
<<Per fare?>>
<<Sei mai stata a Hollywood?>>
<<È la prima volta che vengo qui.>> confesso.
<<Allora andiamo lì>>
<<Ma io devo andare...>>
<<Ci staremo pochissimo. Ti prometto che torneremo all'hotel prima di un'ora>> mi interrompe.
<<Non mi sembra di avere molta scelta>> e mi rilasso sul sedile del passeggero.

Durante il breve viaggio, lo sorprendo varie volte a guardarmi.
Quando accende la radio, si ferma su una stazione che trasmette musica classica.
<<Ascolti musica classica?>> dico stupita e un po' divertita.
<<Mi piace ascoltarla mentre guido, sopratutto di notte quando faccio tardi dal lavoro.>>
<<Ti facevo più un tipo da rap sinceramente>> gli confido.
<<Quante cose si scoprono eh>> dice guardandomi e facendo l'occhiolino.
Arriviamo ad un incorico e saliamo lungo una strada sterrata che scopro poi portare alla scritta Hollywood sulla collina.
<<Siamo arrivati>> dice scendendo e venendomi ad aprire la portiera.
<<Mi stai trattando come una bambina>> lo rimprovero.
<<Sto cercando di essere gentile, così ti dimostro che non c'è nessun motivo di preoccuparsi.>>
Rimango in silenzio mentre raggiungiamo una recinzione.
<<Riesci a scavalcare? >> mi domanda facendo riferimento al vestito attillato che porto.
Senza rispondere, di nuovo, inzio ad arrampicarmi sulla recinzione e una volta in cima scavalco. Quando sono sicura di essere abbastanza in basso per saltare, lascio la presa e atterro in piedi nonostante i tacchi abbastanza alti.
<<Sei per caso un'equilibrista?>> mi domanda quando anche lui atterra in piedi al mio fianco.
<<No. Ho avuto solo tanto culo>> dico ridendo.
<<Vieni. Per di qua>> dice afferrandomi la mano.
Non sembra farci caso finché non sono io a ritrarla dalla sua presa.
<<Ci sono venuto per la prima volta con mia sorella. Era il suo sogno più grande venire qui guardare la città dall'alto>> comincia a parlare mentre va a sedersi davanti alla lettera L.
<<E poi non ci sei più venuto?>>
<<No. Questa è la prima volta da quando se ne è andata>>

Mi fermo bruscamente alle sue parole.
È morta o è andata a vivere da qualche altra parte?
Decido quindi di mettermi accanto a lui e rimanere in silenzio.
<<Le avevano dato un anno di vita dopo averle diagnosticato un tumore al cervello. È morta dopo un anno e quattro mesi.>> sospira guardando davanti a sé.
<<Mi dispiace Ethan>> dico sinceramente.
<<Io ero già nell'esercito da due anni, ma quando me lo hanno detto ho preso una licenza abbastanza lunga. Non potevo continuare a stare lontano dalla mia famiglia con mia sorella in quelle condizioni.>> si asciuga una lacrima solitaria e poi si volta verso di me.

<<Aveva 17 anni. Quando è morta ero nella sua camera d'ospedale. Stavamo parlando quando mi sono alzato per prenderle un bicchiere d'acqua e l'ho ritrovata con gli occhi chiusi. Ho chiamato subito il medico ma ormai era troppo tardi.>>

Non so veramente cosa dire. Non mi aspettavo di sicuro una confessione del genere, non abbiamo tutta questa confidenza.
<<Perché sei voluto tornare qui allora?>> gli domando indicando con la mano in aria la collina di Los Angeles.
<<Ho sempre evitato di venire qui dopo l'anno scorso. Troppi ricordi, >> si sofferma a pensare e poi continua <<devi sapere che mia sorella era una tipa strana. Mi ha lasciato una busta da lettere piena di bigliettini dicendomi, con toni anche abbastanza coloriti, cosa fare per non buttare via la mia vita.>>
<<Perciò?>> lo incalzo.

Estrae uno di quei biglietti dalla tasca della giacca e lo legge ad alta voce.
<<1 Gennaio 2020. Torna a casa. Prendi il culo e vai a Hollywood dove siamo stati l'ultima volta. Sotterra il bigliettino e guarda la stella più luminosa. Quella sono io che ti mando a fanculo>>
Scoppio a ridere di cuore alle parole della sorella di Ehtan.
<<Saremmo andate molto d'accordo io e lei>>
<<Non ne dubito. Avete lo stesso carattere>>
<<Lo prendo come un complimento sai?>>
Non ribatte...
<<Anche a lei saresti piaciuta.>>

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