9. San Francisco

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San Francisco. La città dei miei sogni che ho visitato solo due volte grazie a Nicole.
<<Andiamo. Dobbiamo fermare un taxi>> mi dice e afferro la valigia.
Tutta la città mi scorre davanti agli occhi, le bellissime villette curate si susseguono in un vortice di colori.
Una volta arrivate a casa di Nicole, il taxista ci aiuta anche a scaricare le valige dal bagaglio.

<<Ci stanno aspettando.>> mi fa un sorriso luminoso e sono praticamente costretta a farlo anche io. È davvero contagiosa la sua felicità.
<<Nic!>> esce a corsa la sorella minore di Nicole che le salta in braccio e l'abbraccia calorosamente.
<<Lele>> si salutano ridendo e scherzando.
<<Ti ricordi di Meghan?>> mi indica con un cenno del capo mettendo giù la piccola bambina dai capelli color platino.
<<Ehm... È quella che sa fare benissimo il verso della gallina?>> domanda con voce innocente.
Scoppio a ridere tendendomi le mani sulla pancia seguita da Nicole.
Ci dirigiamo verso la porta della piccola villetta mentre Lele non fa altro che chiacchierare con me.
Ho sempre adorato questa bambina, ed è molto cresciuta.
Entriamo senza bussare, dato che è casa di Nicole e subito un buon odore mi invade le narici.
<<Ragazze, finalmente siete arrivate>> ci viene ad accogliere il padre della mia amica.
<<Papà>> lo saluta lei.
<<Salve signor Sanchez>> lo saluto cordialmente ricambiado il suo abbraccio.
<<Mi fa piacere averti con noi quest'anno. Mi ha detto Nicole che non avevi niente da fare>> dice lui facendoci strada fino alla cucina dove la madre di Nicole è intenta a cucinare.
<<In realtà...>> inzio ma mi interrompo quasi subito, <<si è vero, non avevo granché da fare>>

Dopo aver salutato il resto della famiglia, vale a dire sua madre e sua sorella maggiore, la signora Sanchez ci invita a prendere posto in sala da pranzo.
La tavola è abbondantemente apparecchiata.
<<Prego servitevi>> dice lei dopo aver posato un grande piatto con l'arrosto.
Durante tutto il pasto vengono toccati vari argomenti come ad esempio l'università di Nicole, il lavoro di sua sorella e la vacanza che farà tutta la famiglia ad inzio estate. Anche se non mi riguarda, cercano di coinvolgermi il più possibile nelle loro conversazioni.
<<Allora Meghan, che città hai vistato qui in America?>> mi domanda la madre di Nicole.
<<Non ho viaggiato molto, ma sono stata a Toronto, Seattle e qui a San Francisco>>
<<Wow, Seattle è veramente una bella città. Alejandro ha un ufficio anche laggiù per quando deve fare viaggi di lavoro>> mi informa.
<<Ah non lo sapevo>> rispondo.

Finito il pranzo ci organizziamo il pomeriggio.
<<Se volete posso portarvi al Golden Gate Park e poi andare in centro. >>propone sua sorella entrando in camera di Nicole.
<<Non c'è bisogno che tu ci faccia da babysitter Lu, credo saremo in grandi di cavarcela, in due facciamo 40 anni>> le dice ridendo per la sua stessa battuta.
<<E in tre ne facciamo 67, ancora meglio. Allora andiamo?>> ribatte, poi si voltano tutte e due verso di me.
Si somigliano davvero molto, hanno entrambe i capelli biondi, ma Nicole li ha più chiari. E gli occhi, hanno la stessa tonalità di azzurro. Mentre Lele non somiglia per niente alle sue sorelle più grandi: lei ha i capelli color cioccolato e gli occhi di un verde brillante.
<<Per me non fa differenza, puoi venire con noi>> sento Nicole sbuffare e Lu sghignazzare. Mi sarebbe piaciuto avere una sorella o un fratello.

Mentre siamo nei giardini di Golden Gate Park, Lu ci racconta del ragazzo con cui si frequenta e di come si sono conosciuti. A giudicare dalle espressioni sorprese di Nicole, deduco che non ne fosse a conoscenza.
<<All'inizio non sembrava minimamente interessato a parlare con me, poi un giorno sono rimasta chiusa fuori dal mio appartamento e lui è passato di lì con la sua auto. Ha aspettato con me finché non sono arrivati i vigili del fuoco, che mi hanno praticamente sfondato la porta>> dice ridendo in modo leggero.
Continuiamo a parlare finché non si fa sera e siamo costretta a tornare a casa.
Per fortuna ho avuto l'occasione di uscire oggi pomeriggio, perché ieri quando sono uscita per comprare dei regali per la famiglia di Nicole, mi sono dimenticata di sua sorella minore.

Una volta arrivate a casa, siamo di nuovo accolte da un profumino invitate che proviene dalla cucina.
<<Ho preparato l'arrosto>> ci informa la signora Sanchez. Risolto il mistero.
<<Stasera posso rimanere in soggiorno?>> sentiamo Lele domandare a suo padre con voce flebile.
<<No Eleonora. Stasera a letto preso, altrimenti Babbo Natale non ti porterà nemmeno un regalo>> risponde lui.
Entro per prima in cucina e vedo subito l'espressione delusa della bambina.
<<Ma papà. Io voglio una foto con lui!>> inzia a singhiozzare alle parole di suo padre.
<<Lo sai che a Babbo Natale non piace essere fotografato. Non vogliamo farlo arrabbiare vero?>> continua lui alzandola da terra e mettendola sulla sedia al suo fianco.
Lele si asciuga le guance con il dorso della mano che ha arrotolato nella manica del pigiama di Minnie e nel giro di un secondo il suo umore cambia completamente.
La cena prosegue come il pranzo, tra chiacchiere e risate l'arrosto viene spolverato, così come la Cheesecake. È passato veramente molto tempo dall'ultima volta che ho mangiato così tanto e bene.

Quando arriva l'ora di andare a letto, sentiamo dal piano di sotto Lele piangere ancora perché vuole vedere Babbo Natale.
<<Continuerà all'infinito. Appena sarà a letto, scendiamo e mettiamo i regali sotto l'albero di Natale.>>
Verso mezzanotte, vengo svegliata da Nicole e, con ancora gli occhi chiusi, mi alzo e una volta alle scale decido di aprirli.
Prendo i regali dalla borsa e li metto tutti e quattro ai piedi dell'albero decorato.
Per fortuna mi riaddormento subito, e mi trovo a sognare la mia famiglia la mattina di Natale.

Sento un rumore forte e subito mi sveglio. Wow, dovrei provarlo anche per andare a lavoro.
La sorellina di Nicole aveva spalancato la finestra della camera della sorella nel preciso intento di svegliarci.
<<Sveglia!! Voglio aprire i regali!>> grida tirando il cuscino di Nicole contro la porta.
<<Ma che ore sono?>> mugola stropicciandosi gli occhi la mia amica.
<<Le otto. Su, su alzatevi!>> continua a saltare sul letto facendomi rimbalzare.
<<Ma tu sei pazza>> continua Nicole.

Per fortuna, o per sfortuna, quando scendiamo in soggiorno abbiamo tutti lo stesso aspetto e nessuno si è preoccupato di sistemarsi. L'unica che sembra sveglia da ore è Lele.
<<Comincio io!>> continua a strillare la bambina. Non ho nemmeno la forza di tapparmi le orecchie, tanto sono stanca.
Quando apre il mio regalo, rimane estasiata dallo sbrilluccichio che emana il vestito che le ho comprato. Ho anche indovinato la taglia.
Quando tutti hanno aperto i loro regali, arriva il mio turno e mi inginocchio sul pavimento per poter scartare meglio i regali.

I genitori di Nicky mi hanno regalato una tazza con scritto Latin America better than North America e una faccina sorridente. Rido di gusto e ringrazio i genitori di Nicky.
Lucrézia invece mi ha comprato una semplice sciarpa bianca molto morbida.
Infine scarto quello di Nicole.
Sono due biglietti per un giorno alla spa.
<<Questo ci voleva proprio>> le dico ringraziandola del bel regalo.

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