14. Buon Anno Meghan

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Dopo aver sotterrato il pezzetto di carta, chiedo a Ethan di riaccompagnarmi in hotel, ricordandogli che Nicole mi starà aspettando.
<<Da quant'è che sei nell'esercito?>> gli domando rompendo il silenzio che si era creato in macchina.
<<Da sei anni. Appena ho finito il liceo mi sono arruolato.>>
<<E i ragazzi che sono con te li conosci da tutti questi anni?>> continuo a chiedere.
<<No. Li conosco quasi tutti da un paio d'anni. Solo Landon e Ty sono miei amici del liceo>>
<<E hai sempre abitato a Ash Falls?>> ormai parlo a ruota libera. Ma che mi sta succedendo?
<<In realtà io sono cresciuto qui a Los Angeles, l'addestramento però l'ho fatto ad Ash Falls.>> mi risponde senza problemi.

Decido di non indagare oltre. Un passo alla volta.
<<Raccontami qualcosa di te ora>> mi incoraggia inarcando l'angolo della bocca.
Inzio ad agitarmi sul sedile del passeggero e ad arrotolarmi la cintura di sicurezza intorno alle dita.
<<In realtà la mia vita è stata piuttosto noiosa>> mento, <<finito il liceo ho iniziato a lavorare al Victory per pagarmi l'ultimo semestre all'università perché mia madre ha avuto la brillante idea di non pagarmi gli studi.>> dico di getto tenendo lo sguardo fisso sulla strada buia e deserta.
<<Perché ha smesso di pagare?>>
<<Perché si è sentita esclusa, suppongo>>
<<Dalla tua vita?>>
<<Probabile. Però se è successo quello che è successo è stata solo colpa sua.>>
<<Ovviamente non hai intenzione di dirmi cosa è successo>> dice con fare ovvio.
<<Sei così perspicace. Ti ho sottovalutato sai?>> mi prendo beffa di lui.

Una volta davanti all'hotel, mi sgancio la cintura e apro la portiera dell'auto a noleggio.
<<È stato bello passare del tempo insieme>> quasi grida Ethan aprendo il finestrino.
Mi volto a guardarlo nella penombra del lampione e lo vedo sorridere.
<<Buon anno Meghan>>e se ne va.
Mi ci vuole qualche secondo per riprendermi e ricordare a me stessa il perché sono finita per stare con lui più del dovuto.
Ah già, Nicole. Ora mi sente.

Entro a passo deciso e quando mi rendo conto di fare troppo rumore mi tolgo le scarpe e le tengo in mano.
Inzio a camminare in punta di piedi nella hall e mentre mi guardo intorno vado a finire addosso a qualcuno, cadendo.
<<Ma che diamine hai per la testa?>> mi lamento quando vedo Nicole per terra davanti a me.
<<Shh!>> mi ammonisce lei.
Le faccio un cenno con la testa per farle capire che secondo me è pazza e lei continua a zittirmi.
<<La vuoi finire?!>> le domando spazientita .
<<Fai piano e la smetto>>
<<Perché devo fare piano?>>
<<Guarda>> dice indicando con il dito dietro le spesse tende di velluto.
Inzio a gattonare silenziosamente così da raggiungere la zona da lei indicata.
Seduta su un divanetto con in mano una fleut di champagne c'è Candice King.

<<Da quanto sei qui che la guardi?>> domando mezza sconvolta alla mia amica.
<<Ho perso la cognizione del tempo. Ho cercato in tutti i modi di andare da lei e dirle anche solo ciao, ma non ci riesco.>>
<<Sei impossibile. È una persona anche lei lo vuoi capire? Se ti interessa davvero vai e basta!>> la sprono.
<<Vieni con me>>
<<D'accordo, ma mi devi delle scuse per avermi lasciata da sola al locale stanotte.>>
<<Ops>> sghignazza alzandosi da terra.

Mentre ci avviciniamo, mi rendo conto di non essere al massimo del mio splendore. Tacchi in mano, trucco sbaffato e capelli spettinati.
<<Fa finta di niente>> bisbiglio a Nicky quando siamo veramente vicine alla ragazza di spalle.
Le giriamo intorno e ci sediamo io sul divanetto alla sua sinistra e Nicole davanti a lei.
Candice alza lo sguardo molto lentamente e analizza attentamente i nostri volti. Per un momento sembra voler scappare, poi ci ripensa e si rilassa sui divanetti.
<<Passato bene il capodanno?>> rompe lei il silenzio e giuro di aver visto Nicole sobbalzare sul morbido cuscino del divano.
<<Poteva andare peggio>> inzio io esitante.
<<Beate voi. Io sono rimasta bloccata qui a Los Angeles. Avevo promesso alle mie figlie che sarei stata a casa.>> dice lei con tono affranto.

Tiro un calcio leggero al piede di Nicky per esortarla a dire qualcosa, ma lei sembra pietrificata.
<<Come mai sei qui sola?>> continuo io
<<Sono scappata dal balcone della mia suit. I bodyguard mi stavano tallonando da tutto il giorno. Ho spiegato loro un miliardo di volte che non voglio essere seguita come se fossi il Presidente degli Stati Uniti ma non capiscono. Tutto muscoli e niente cervello>> dice lei agitando in aria il bicchiere di champagne.
Improvvisamente, Nicole ride. Esatto, inzia a ridere di gusto e sembra non essere più in stato di trance.

Gradualmente, anche l'attrice inizia a ridere. Lei forse lo fa perché è un po' brilla.
Io rimango lì seduta a guardarle ridere.
È arrivato il momento di uscire di scena.
Mentre Nicky inzia a parlarle come se la conoscesse da anni, io me ne vado in camera silenziosamente passando per i corridoi semibui.
Una volta in camera, inizio con molta, molta calma a spogliarmi e a rimuovere il trucco.
Riesco a mettermi sotto le coperte solo dopo mezz'ora.

La mattina -o pomeriggio- seguente, il sole californiano splende in cielo. E siamo a gennaio.
<<Nicole?>>
La sento mugolare e quindi dò per scontato che mi stia ascoltando.
<<Hai aperto tu le tende?>>
<<No>>
<<Allora non le abbiamo chiuse>> farfuglio lasciando cadere la testa sul cuscino e tirando le coperte fin sopra la testa.
<<Che ore sono?>> mi domanda.
<<Non ho l'orologio. Guarda sul cellulare>>
Aspetto qualche secondo mentre lei si dimena da sotto le coperte e si alza per prendere il suo telefono.
<<Sono le cinque del pomeriggio Meg>>
C'è uno scambio di sguardi silenzioso, poi la vedo armeggiare qualcosa al cellulare e tornare a letto.
<<Ho messo la sveglia tra un'ora per la cena>>
<<'Notte>> e mi riaddormento velocemente.

***

<<Perché ti vesti così per andare a cena?>> le domando guardando la sua scelta di vestiti.
<<Perché siamo state tutto il giorno a letto in pigiama. Mi sarei vestita così anche per andare a buttare la spazzatura.>> si giustifica.
Vado in bagno per finire di asciugarmi i capelli e faccio una treccia morbida laterale.
<<Vado a chiedere come si fa a spegnere l'aria condizionata.>> mi informa Nicky facendo capolino al bagno.
Annuisco e metto un filo di mascara e un po' di blush per dare un colorito più vivace alle mie guance pallide.
Quando torno in camera, Nicole non è ancora tornata, quindi decido di aspettarla.
I minuti passano ma lei non varca anfora la soglia. Deve assolutamente smetterla di sparire così come se nulla fosse. È la seconda volta che lo fa in un giorno.

Prendo il cellulare e compongo il suo numero ma scatta la segreteria. Ci mancava solo questa.
Finalmente sento qualcuno bussare alla porta.
<<Ma si può sapere perché sei stata via così tanto tempo? Inzia a darmi sui nervi!>> comincio a gridare per farmi sentire al di là della porta mentre la vado ad aprire, <<almeno potevi avvertirmi>>.
Quando abbasso la maniglia, improvvisamente mi viene a mente che lei ha il suo mazzo di chiavi, quindi perché ha bussato?
Troppo tardi.
Mi ritrovo davanti Ethan, non quella stronza della mia amica.

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