Apro gli occhi di scatto a causa di un forte rumore. Proveniva dalla TV.
<<Ti eri addormentata vero?>> mi dice Ethan guardandomi con occhi stanchi.
<<Credo di sì. Tanto il film è finito no?>> mi alzo andando verso camera mia.
<<Buonanotte Meghan>>
<< 'Notte>>
Finalmente mi sdraio nel mio comodo letto e mi stiracchio prima di girarmi sul fianco.
Posso sentire benissimo Ethan spegnere la televisione e sdraiarsi sul divano.
Spero solo di non svegliarmi nel mezzo della notte.<<Hai solo 17 anni Meghan! Non sei pronta per tutto questo!>> strilla mia madre disperata.
<<Lo so mamma. Ma l'aborto non è un'opzione. Non ne sarei capace>>
<<E allora lo daremo in adozione! Non esiste che tu possa tenerlo. Devi finire il liceo e andare a New York!>> continua a disperarsi lei con le mani tra i capelli.
Mio padre in tutto ciò è rimasto in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto.
<<Richard, cosa ne pensi>>
<<Ehm...si certo. New York>>
<<Non mi stavi nemmeno ascoltando. Meghan preparati. Andiamo dalla ginecologa>><<Meghan! Meghan svegliati>> mi sento scuotere da due mani ben salde sulle mie spalle.
<<Cos'è successo?>> domando appena mi siedo sul bordo del letto.
<<Stavi parlando nel sonno. All'inizio non ho dato molto peso, poi hai iniziato a piangere>> mi dice Ethan guardandomi con compassione.
Mi asciugo le guance ed effettivamente sono bagnate. Merda.
<<Okay, scusa se ti ho svegliato>>
<<Vuoi che rimanga qui con te?>> chiede con tono gentile e un po' allarmato.
D'impulso voglio dirgli di no, però pensandoci bene, se non sono sola nel letto riesco a dormire più serena.
<<Se vuoi>> vaneggio.
Prima di sdraiarsi prende un cuscino dal comodino e lo mette all'altezza del nostro petto.
<<Così siamo sicuri di non avvicinarci troppo>>
<<Bell'idea>> confermo.
<<Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiedi>> mi dice prima di sdraiarsi e rilassare le spalle.
Nel giro di pochi minuti i nostri respiri si regolarizzano e quando infine chiudo gli occhi, l'ultima cosa che sento è la su mano vicino alla mia.Un lieve odore di uova mi pervade le narici tanto da farmi alzare dal letto. Sono sicura di non essermelo sognato.
La finestra di camera mia è socchiusa, il che mi fa davvero svegliare del tutto.
Prendo una felpa dalla sedia e mi dirigo in cucina, seguendo il profumo mattutino.
<<Ho pensato di prepararti la colazione>> parla subito Ethan quando mi vede sulla soglia della porta.
<<Non dovevi>>
<<Ormai è tardi. Siediti>> mi incoraggia. Faccio come mi dice ed aspetto di essere servita.
<<Non sapevo se ti piaceva anche il bacon, quindi ce l'ho messo lo stesso. Nel caso lo mangio io>> mi sorride porgendomi il piatto e una tazza di succo d'arancia.
<<A che ore vai a lavoro?>> mi domanda notando la mia poca voglia di conversare.
<<Alle due. Puoi andare via quando ti pare>>
<<Sì, il carro attrezzi è già venuto a prendere la moto. Chiamo un taxi e vado.>> dice spolverando la sua colazione.Non parlo più finché non se ne va.
Sono veramente confusa, non so come interpretare questa sua predisposizione nei miei confronti. Spero solo sia tutto frutto della mia immaginazione.
Suona di nuovo il citofono.
<<Chi è?>>
<<Siamo noi Meghan. Facci salire>> a quelle parole il sangue mi si gela nelle vene.
Ho poco tempo per sistemare tutto.
Prendo i vestiti e li butto alla rinfusa nell'armadio. I piatti sporchi nell'acquaio li sistemo nella lavastoviglie e i cuscini del divano cerco di sistemarli alla bell'e meglio. Quando suonano al campanello ho il respiro pesante e i capelli scompigliati.
Passo le dita tra le mie lunghe ciocche castane e sistemo i pantaloni del pigiama e la maglia.
<<Ciao>> dico aprendo la porta. Mia madre è la prima a squadrare il mio aspetto da capo a piedi. Quando finisce la lastra, passa all'appartamento.
Poi è il turno di Maurice, il suo compagno. O meglio, fidanzato. Hanno avuto la brillante idea di sposarsi un mese fa. La mia vita è veramente piena di gioie.
<<Ho visto poco fa un ragazzo uscire dal palazzo e dal momento che sei l'unica giovane qui, suppongo che sia venuto proprio da te.>> dice con tono velenoso lei ispezionando la cucina.
Maurice entra come se fosse casa sua e io non spreco nemmeno fiato per mandarlo a quel paese. Inutile.
<<Non sono affari tuoi, o sbaglio?>>
<<Certo che sono affari miei. Sono tua madre!>>
<<E con questo? Non ho più 17 anni mamma. Ne ho 22 e sono abbastanza grande da decidere per conto mio. Non ho bisogno della tua guida. Non più almeno.>> non che sia stata la guida migliore del mondo sia chiaro.
Mi guarda con occhi spalancati e cerca di controbattere qualcosa ma io la interrompo di nuovo.
<<Se sei venuta qui solo per dirmi questo, quella è la porta>> le indico l'uscita con tono autoritario.
<<Sono venuta per avvisarti che Maurice è stato nominato giudice della cerimonia al Lost Hill memorial di marzo.>>
<<Ma non è una premiazione? Di cosa deve essere giudice?>> domando non capendo dove vuole andare a parare<<Sarà giudice della competizione. È una sorta di ballo delle debuttanti>> dice guardando fiera il suo galeotto.
<<Sai quanto me ne importa, io non devo debuttare in niente>> dico sbuffando. Perché mi dice questo? Sa che non sono una ragazza con certi interessi, e sicuramente non ho certe possibilità.
<<Io invece sono l'addetta ai concorrenti. Devo far sì che tutti siano a proprio agio e pronti ad esibirsi>>
<<Cos'è? Un circo?>> dico ironica suscitando però una piccola risata in Maurice.
<<Adesso basta. Tu devi portarmi rispetto!>> strepita mia madre avvicinandosi minacciosamente verso di me.
<<Io non ti devo proprio niente. Sei l'ultima persona a cui devo portare rispetto, dato che sei stata la prima a non averlo nei miei confronti.>> dico acida guardandola negli occhi.
Vedo per un secondo un leggero cambiamento nel suo volto, quasi dispiaciuto. Poi però si ricompone subito.
<<Bene! Maurice, andiamo. Qui evidentemente non siamo ben voluti>>
<<Menomale lo hai capito>> le grido dietro sbattendole la porta alle spalle.Perché devo avere una madre così egoista e perfida. Mi dispiace solo per quel pover'uomo che deve seguirla come un cane al guinzaglio. Ancora non ha capito con chi ha a che fare.

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Keep Fighting
ChickLitSi sa, il passato è sempre un tasto dolente per chiunque. Per Meghan West però, è anche peggio. Lei non riesce a cancellare tutto quello che le è successo. È dovuta crescere in fretta e adattarsi in un ambiente che non le apparteneva. Ha dovuto rinu...