9. Perduto

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Quella fu l'ultima cosa che vide, un groviglio di arti e armi, una cruenta lotta per la vita, colpi assestati alla cieca, due occhi bianchi che pendevano fuori dalle orbite, assetati di vendetta.

Sentì degli spari, si parò con il braccio in titanio e corse fuori. Voleva gridare ma la sua voce non funzionava. Fece appena in tempo a raggiungere David, che attendeva silenzioso all'ingresso. L'uomo, quando lo vide arrivare con gli occhi sgranati, iniziò a tempestare il cielo di proiettili. Poi entrò, con un respiro profondo, gli occhi del piccolo Olly incastonati nella sua mente, la promessa post-mortem fatta al gemello, la pelle morbida e profumata di Ciara...

Il coraggio ebbe comunque la meglio. Anche lui era stato addestrato come soldato sulla sua arca. Questo non voleva dire che non provasse paura, in quel momento, ne era accecato. Ma era costretto a ignorarla.

Altri colpi nel cielo terso e nebuloso.

Ulrik accelerò il passo, raggiunse il centro commerciale in pochi secondi.

Vide Hans pallido come un fantasma, disarmato, con gli occhiali appannati sulla punta del naso.

«Tomas...un Antico...David è dentro...Io...»

Fecero irruzione insieme. Thea e Ulrik in testa, Shani e Lara e Ronnie in seconda fila, gli altri nelle retrovie. Solo il professore rimase fuori, ancora tramortito.

David era ancora lì, si guardava intorno spaesato.

C'era odore di marcio, di decomposizione. Trovarono subito i resti dell'aggressione. Il coltellino di Tomas bagnato di un liquido nero come il petrolio, spruzzi di sangue rosso vivo su una parete.

«Devono essere ancora qua, muoviamoci!»

Ulrik iniziò a setacciare in ogni angolo.

L'interno del locale, ora illuminato dalle loro torce, era più nitido. Aveva un percorso a "U", con una sola porta che fungeva sia da ingresso sia da uscita.

All'entrata erano allocati, in un apposito spazio, gli vetusti carrelli della spesa. C'erano in tutto sei corsie parallele divise da una sottile scaffalatura. In fondo, sul retro, coperto dalla saracinesca che era stata destata, vi erano il banco dei salumi e dei formaggi. Alle spalle della macelleria, sul retro dell'edificio e separato dal resto del negozio, si trovavano un tempo le aree destinate ai dipendenti: un magazzino, un piccolo ufficio, uno spogliatoio e quelli che dovevano essere stati i servizi igienici.

Solo il supermercato era accessibile, gli altri negozi del centro commerciale erano crollati su se stessi e la via era ostruita da enormi blocchi di cemento. Era impossibile andare oltre.

«Devono essere da qualche parte, torniamo indietro, cerchiamo delle tracce.»
Ma non c'era nulla, assolutamente nulla. Si era portato via anche l'arma di Hans.

«Qui non vedo nessuno.» Constatò Thea. La sua voce rimbombò tra le pareti anguste.

Il gruppo tornò all'ingresso.

Il giovane lì attendeva lì. Calde lacrime bagnavano il suo viso nero di polvere.

«Che cosa è successo? Eh? Dov'è Tomas? È scappato?» Ulrik lo afferrò per la collottola, sollevandolo a mezzo metro da terra. L'altro non provò nemmeno a dibattersi.

«Mi ha salvato la vita.»

Il silenzio che seguì quella dichiarazione lasciò un'ombra di oscuro terrore nei presenti. Tutti imbracciarono le armi, guardandosi attorno furtivi e stringendosi a cerchio attorno a quei due.

«Spiegami cos'è successo.» Il comandante lo rimise sul selciato.

«Non lo so, non lo so. Non ci ho capito niente... C'era una luce, mi sembrava che...poi...poi è arrivato qualcuno...o qualcosa. Tomas si è interposto tra di noi, quello l'ha disarmato, ha iniziato a colpirlo e io...io sono scappato.» Balbettò tremando.
«Cos'hai fatto lurido codardo?» Shani era fuori di sé dalla rabbia, puntò la canna del fucile dritta contro i suoi occhiali opachi.

UMANA ∽ L' Antico PotereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora