18. Cespugli di Rovi

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Eva aveva le mani immerse nella terra. Stava trapiantando dei bulbi di tulipani insieme alla piccola Jenny.

Gli altri bambini erano occupati a innaffiare e togliere le erbacce nell'orto.

Qualcuno di alto e maestoso le coprì la luce del sole. Non ci mise molto a riconoscere quella figura longilinea e bruna.

«Come sta?» Le domandò senza molti preamboli la guerriera.

La ragazzina alzò le spalle. «Aniruddha dice che fisicamente è guarito. Psicologicamente invece gli ci vorrà ancora un po' di tempo per elaborare l'accaduto.»

«Tu come l'hai trovato?» Shani era sempre più angosciata. Incrociò le braccia sotto al petto, per contenere l'irrequietezza.

«Adesso non ho tempo. Sto lavorando. Ehi, August! Lascia stare quel rastrello! Ho detto di lasciarlo giù! Se no torniamo dentro!» Gridò a uno dei gemelli. Si rialzò in piedi pulendosi le mani sporche di terra sulle cosce nude.

«Non mi vuole vedere. È la decima volta che provo a parlargli. O finge di dormire o mi caccia via in malo modo. L'Anziano mi ha vietato l'accesso.»

L'Umana non la stette a sentire, si avvicinò al gruppetto di bambini e requisì lo strumento usato in modo potenzialmente pericoloso, lanciando loro un'occhiata ammonitrice.

«Lo so che ho sbagliato. Non pretendo di risolvere tutto con due paroline buttate lì. Però ho bisogno...ho bisogno di chiarire! Da adulti, insomma. Ci dev'essere il modo di trovare una soluzione...»

«Ma che soluzione vuoi che ci sia, Shani?!» Sbottò Eva contrita. Prese in braccio il piccolo Olly che stava per mettersi a piagnucolare e gli soffiò il naso con un fazzoletto di stoffa.

I bambini, accorgendosi della sua distrazione, avevano ripreso a burattarsi.

«È stato solo un bacio alla fine, cioè due. Okay, forse tre, ma non è quello il punto! Io e Kuran...» Shani si incastrò le dita tra i ricci fitti e crespi. «Tra me e Kuran c'è stato qualcosa, c'è qualcosa, non è una questione di...»
«Shani! Ho capito, però adesso non è il momento. Ci sono nove bambini, forse a te sembrerà che io stia giocando, ma sono di turno! Non puoi parlare di certe cose davanti a loro.» Provò a interromperla, mentre con il braccio libero divideva Jace e September che stavano discutendo animatamente per un pezzo di legno.

«È stato così improvviso! Ma quando Tomas era stato dato per morto io mi sono sentita...O Eva, è tutto così complicato! Sono confusa! È scattato qualcosa...con Kuran intendo. Ma non riesco a scordarmi cosa c'era tra noi. Voglio dire tra me e Tomas...»

«Shani...»

«Io non lo so, forse sto impazzendo, però lui mi ha abbandonata, invece Kuran...»
«Chiedilo alle margherite, loro hanno sempre la risposta giusta alle questioni di cuore.» Jenny la stava ascoltando con le gambe incrociate, i gomiti sulle ginocchia e il mento dolcemente adagiato sui palmi delle mani.

La guerriera sussultò e la guardò frastornata. Non si era nemmeno accorta di quella bambina ambrata dalle lunghe trecce more.

«Ascolta Shani, dagli del tempo, okay? Ma l'hai visto come l'hanno ridotto? Secondo me tu sei l'ultimo dei suoi problemi.»

«Dici che non gli importa più nulla di me?»

«Shani, ripigliati per favore! Non eri tu quella che diceva: "ce la dobbiamo cavare da sole, solo noi donne" eccetera eccetera?»

La mora serrò le labbra, mortalmente offesa.

«Scusami se mi sono confidata con te.» Le rispose sarcastica. «È vero che hai dormito da lui? Mi avevi detto che saresti andata a stare da Hans!»

UMANA ∽ L' Antico PotereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora