23 Febbraio 3233

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44esimo giorno.

Il comandante ha delegato a me l'onere di redigere il diario di bordo.

Non sa che io sono pessimo con questo genere di formalità. O forse lo sa e se ne frega.

Tanto nulla ora ha più importanza.

Cos'è un diario di bordo? Cosa ci si scrive?

I nostri piloti sono morti. Non possono rispondermi. Da quello che so è un semplice strumento di autoriflessione e osservazione partecipante. Un approccio qualitativo, il più oggettivo possibile, da applicare quando si fa ingresso in un contesto nuovo.

Siamo rimasti in dodici.

Mentre lo scrivo, sento i brividi sulla mia pelle escoriata.

Ultimamente il mio corpo sta dando segni di cedimento: il cuore mi si contorce nel petto irradiando scosse dolorose lungo tutto il braccio sinistro, i polmoni annaspano aria e la mente è perennemente attraversata da una pioggia di meteoriti.

Solo dodici.

Sono morti tutti.

Uno dopo l'altro.

Tutti quanti.

Non so cos'altro dovrei scriverci, su questo dannatissimo foglio bianco!

Non so come commentare, come esprimere a parole una tragedia simile.

Cos'altro vorrebbero sapere i posteri che leggeranno queste macabre pagine?

Ma soprattutto, ci sarà qualcuno che le leggerà?

Non sono solo numeri, miei cari. Erano i miei compagni, miei amici! Li conoscevo a uno a uno, sono cresciuto insieme a loro. Erano una parte di me...

Ero presente quando Morris si è diplomato, quando Margaret ha vinto il torneo di tiro a segno, quando Velvet ha organizzato una festa di compleanno a sorpresa per Jonathan, quando Lorenz è diventato professore, quando la sorellina di Charlie si è ammalata e per fornirle del titanio abbiamo rapinato nel cuore della notte una farmacia ai piani alti della nostra arca.

Li conoscevo tutti, a uno a uno.

E ora non ci sono più. Sono svaniti. Nel nulla.

Le loro ceneri sono state dissipate su quella terra su cui i nostri antenati un tempo prosperavano.

Com'è che recitavano gli Antichi?

Ah, sì! Cenere alla cenere, polvere alla polvere.

Anche il comandante è gravemente malato. La sua temperatura corporea è più elevata della norma, è scosso dai conati di vomito e il suo colorito è sempre più cereo.

Le scorte di titanes sono terminate e non sappiamo come assisterlo.

La nostra navicella è esplosa durante l'atterraggio. Chi di noi è scampato fortuitamente all'incendio, ha riportato ustioni di terzo grado che sono state curate con Hc34Fc987.

Io no, io sono guarito naturalmente. È la mia unica specialità. La pelle si è gonfiata, riempiendosi d'acqua, è scoppiata e infine si è cicatrizzata da sola, lasciando enormi ombre rosse sui miei arti e sul mio viso.

Mi ha detto testuali parole stamattina, il comandante: "Scrivi quello che vuoi."

Quello che voglio.

Cosa voglio?

Vorrei non essere mai partito, non essermi mai diplomato all'Accademia, non aver abbandonato i miei compagni, i miei amici, non aver lasciato che morissero sotto i miei occhi.

UMANA ∽ L' Antico PotereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora