Capitolo dieci

2.4K 87 4
                                    

Tom's pov
Ancora una volta durante la giornata mi comportai da gentiluomo, iniziando a sfilarmi la giacca, intenzionato a darla a lei " Oh mio Dio Tom sto morendo congelata" disse lei posando una mano sul cuore con fare teatrale. Entrambi iniziammo a ridere e poi lei riperse a parlare "Davvero Tom non c'è ne bisogno, non fa così freddo" e ancora una volta la ignorai e posai la giacca sulle sue spalle, lei mi rivolse un sorriso. Atlanta era davvero deserta, probabilmente doveva essere tardi. Mi voltai verso di lei e per l'ennesima volta nella giornata ne rimasi incantato. La mia giacca forse stava meglio a lei che a me e il suo profilo era illuminato dalla luce fioca dei lampioni, che la rendeva ancora più bella. " Allora come ci si sente a rubare il lavoro ad Andrew Garlfied ?" Chiesi lei ridendo, e venne poi seguita da me. "Se devo dire la verità ero davvero un suo grande fan, forse mi sento quasi in colpa" disse guardando i miei piedi, che in quel momento erano molto interessanti " Ci sarà sicuramente un motivo se hanno scelto proprio te, non credi ?" In effetti aveva ragione, così le rivolsi di nuovo il mio sguardo e i suoi occhi erano già fissi nei miei . Non so per quale motivo in quel momento mi passo per la mente il pensiero di baciarla, ma non volevo fare la figura dello stupido. Così trattenni i miei ormoni e continuammo a camminare verso l'hotel parlando. Mi parlò un po'di lei, disse cose che io già conoscevo, ma non volevo risultare uno stolker, così là ascoltai. Arrivammo alla mia camera e si creò un silenzio assordante, che lei ruppe "Mi fa piacere che tu mi abbia accompagnata. Buona notte Tom" disse avvicinandosi a me e lasciando un bacio sulla mia guancia. Io rimasi e immobile e risposi solamente buona notte, per poi guardarla entrare nella sua stanza. Rimasi per una manciata di secondi a guardare la sua porta, nella speranza che lei uscisse, ma non accadde. Entrai nella mia camera abbattuto e di certo non passò inosservato ai miei genitori che mi avevamo chiamato "Sei sicuro di stare bene Thomas?" Non sopportavo quando qualcuno mi chiamava con il mio nome intero. "Si sto bene non ti preoccupare, sono solamente stanco" dissi in tono freddo e distaccato " e innamorato" aggiunse Harrison alle mie spalle, quanto avrei voluto spaccargli la faccia. Mia madre mi guardò e capi che non ne volevo parlare così cambiò argomento. Mezz'ora dopo chiusi la chiamata e mi preparai per andare a letto."La prossima volta che apri la bocca, ti faccio fuori" dissi cercando di essere minaccioso, ma ci riuscì. "Ma se tu mi uccidessi non avresti più un migliore amico speciale come me" . Disse infine Harrison coricandosi nel suo letto e lo stesso feci io. Ci dammo la buonanotte, ma io non avevo intenzione di dormire. Continuavo a pensare a lei, costantemente. E se Harrison avesse ragione, se mi fossi realmente innamorato di lei. Ma non può essere possibile, la conosco a malapena e inoltre non verrebbe ricambiato. Penso che siamo buoni amici, ma per me c'è molto più che amicizia. E se per lei non fosse così? Se mi vedesse solamente come un amico? Questo non potrò mai saperlo se non glielo dico. Ma se poi glielo dico e rovina la nostra amicizia? Di certo l'ultima cosa che voglio fare è perderla. Forse sarebbe meglio se andassi a dormire. Non posso sapere se sono innamorato o meno, insomma la conosco solo da poche ore, tutto ciò che la riguarda lo si può trovare su Google, ma voglio essere io a conoscerla, voglia che sia lei a dirmi le sue paure, i suoi segreti e le sue passioni. E se ci sarà bisogno di tempo allora vorrà dire che aspetterò. Conclusi per lasciarmi cullare dalle braccia di Morfeo.

It's always been you / Tom Holland Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora