Capitolo tre

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La settimana passo tra le valigie e i miei costanti attacchi di panico, come stava accadendo in questo momento. Mancavano quattro ore al volo e io non facevo altro che camminare avanti e indietro per la mia camera, farfugliando parole a caso, come se stessi parlando con qualcuno, per se consideriamo il mio cane , la sagoma di Harry e Niall, allora non ero sola. Così per calmarmi decisi di andare nel mio posto preferito. Scesi velocemente le scale, e prima di uscire di casa presi chiavi della machina e cellulare e poi mi diressi verso il mio posto preferito, nella speranza che non venissi seguita da nessuno paparazzo. Una volta arrivato mi sedetti sulla panchina e iniziai ad ammirare Los Angeles e la notte che si avvicinava. Chiusi gli occhi come per godermi il momento e presi un grande respiro, subito sentì il profumo di rose. Si tratta di una collina fuori da LA, è un immenso campo di rose al centro c'è una panchina di legno. Mi rilassava venire qui, perché adoravo i tramonti e le rose, ma soprattutto ci passavo io tempo per pensare e per staccare la spina. Una volta che il sole fu tramontato, ripresi a camminare per il campo, cogliendo una rosa che mi sarei portata con me ad Atlanta, e tornai alla macchina. All'aeroporto erano venuti tutti, mio padre, mia madre, Courteney e Lisa, i miei fratelli e le mie sorelle. " Bene il mio gate è aperto, penso sia il momento di andare" disse continuando a fissare il tabellone, per poi voltarmi e vedere mia madre con le lacrime agli occhi. Non presi tempo e corsi ad abbracciarla " Voglio che tu sappia che sono fiera di te e che sentirò la tua mancanza" disse lei tra i singhiozzi, così la strinsi più forte a me " Avevi promesso che non avresti pianto, ma sappiamo entrambe che sarebbe successo" . Dopo la lascio andare e abbraccio mio padre " O la mia bambina, ma che cosa dico, guardati sei una donna ormai, ma per me resterai sempre la mia bambina" disse sciogliendo l'abbraccio e prendendomi il viso tra le sue mani. Abbracciai i miei fratelli e le mie zie, poi mi girai verso il gate e prima di entrare, mi girai un altra volta verso di loro e una lacrima solitaria scese lungo il mio volto. Li salutai con un cenno della mano, prima di avviarmi ai controlli, li guardai un'ultima volta. In quel momento capi quanto amassi quelle persone e a quanto fossi fortunata, se perdevo la mia famiglia avrei perso tutto.

It's always been you / Tom Holland Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora