Capitolo quarantasette

1.5K 60 3
                                    

Stephanie's pov
Il press tour per Spiderman: Far From Home è ormai terminato, per fortuna, non sarei riuscita a resistere un'altra con Tom.
Nonché io lo odii, ma si comporta davvero da stronzo.
Dopo quella settimana, non è successo niente tra di noi.
Evitava sempre l'argomento e solo ora ne capisco il perché.
Attualmente mi trovo sul divano, osservando il mio telefono, fisso sulla stessa notizia da una ormai trenta minuti.
"Tom Holland avvista a Hide Park con una ragazza: potrebbe essere una potenziale fidanzata?"
Certo che erano fidanzati, erano molto in confidenza.
Come cavolo mi è venuto in mente, anche per un secondo, che piacessi a Tom.
E come diamine non me ne sono accorta prima che chiaramente lui non è interessato a me.
Ma perché sto cui a deprimermi?
Prendo il telefono e inizio a registrare.
"In molti mi chiedano come io riesca ad affrontare una delusione d'amore. Be l'unica cosa che conta è come tu reagisci, se ti siederai sul pavimento con del gelato mentre piangi o ti alzerai andrai allo specchio, asciugandoti quelle lacrime, avvicinandoti allo specchio e guardare a quanto magnifica e bella sia la figura che ne è riflessa all'interno. Quindi, a quel punto, prendi uno dei più bei vestiti che hai e dimostra che tu sei forte. Chiama le tue amiche e digli "stasera si esce". È una volta tornata a casa, prendi il gelato, siediti sul divano e metti in tv Titanic. Ti vedranno piangere, ma l'unica cosa per cui starai piangendo sarà per la morte di Jack nel film, perché Leonardo Di Caprio merita le tue lacrime più di chiunque altro"
Wow!
Che liberazione.
Ora non rimaneva altro che postarlo su qualsiasi social disponibile.
Per Daya ✨🌹: stasera si esce
Daya ✨🌹: hai visto le notizie?
Chiese riferendosi chiaramente a Tom che si trovava su qualsiasi giornale gossip
Io: certo e allora? Ora vedrà così si è perso, no?
Daya ✨🌹: così mi piaci.
Se l'anno scorso mi ero chiusa in casa e non avevo fatto altro che piangere, questa volta sarà diverso.
La sera si avvicina così inizio a preparami.
Non ero mai stata una tipa da club, nemmeno quando ero quindicenne, ma per una volta farò un eccezione.
Il vestito è il tipico vestito da discoteca, argentato, scollato e corto, non mi dispiace un po' di attenzione maschile di questi tempi.
Daya è arrivata verso le nove e ci siamo fatte accompagnare da un taxi ad un club, apparentemente molto frequentato da celebrità.
Noi avevamo il nostro privè, così da potercene stare da sole.
Daya non beveva alcolici, era sempre la mamma del gruppo, senza di lei non saremmo da nessuna parte.
"Vado un attimo in bagno, ti dispiace?" Mi informò lei prima di sparire in mezzo alla folla.
Era già un po' brilla, ma ancora cosciente per riconoscere Harrison venire verso di me.
"Harrison!" Esclamai per poi abbracciarlo.
Stava davvero bene stasera.
Harrison è sempre stato un bel ragazzo, ma non ci avevo mai fatto troppo caso, talmente persa per il suo migliore amico.
"Cosa ci fai a Los Angeles?" Domandai prima di buttare giù un altro bicchierino di vodka, almeno il trentesimo.
"Sono qui per lavoro e così ho pensato di prendere una pausa. È uno dei locali che io e T.."
"Ah no no no! Questa sera il suo nome è proibito"
Lo fermai. Mi rivolse uno sguardo preoccupato e comprensivo allo stesso tempo e la mia faccia da idiota scomparì.
"Così hai visto le notizie"
"Certo che l'ho visto, è dappertutto" affermai delusa
"Insomma si può sapere che cavolo gli è preso, una settimana prima mi bacia e poi si comporta come niente fosse successo. Si rifiuta di parlami dell'argomento e ho capito che se avesse avuto il coraggio mi avrebbe chiesto di dimenticare tutto" mi liberai.
Un altro bicchiere
Due
Tre
Quattro
Sei
Dieci
Quindici
Uno dopo l'altro, sarei arrivata a sedici se Harrison non mi avesse fermata
"Bevendo non risolverai la situazione"
"Oh davvero? E allora come dovrei risolvere la situazione" sputai acida per poi lasciare il locale in lacrime non dando retta ad Harrison che urlava il nome.
Tornata a casa mi gettai sul pavimento, piangendo.
Come avevo potuto dire una cosa del genere prima e postarla via social se io per prima non sono così.
Il girono seguente ero su tutti i giornali e i social non facevamo altro che giudicare.
Mi ero chiusa in me stessa.
Osservavo il sole calare sulla poltrona del terrazzo indossando il cappuccio, avendo paura che qualcuno potesse vedermi.
Il telefono spento a causa di tutte le notifiche che arrivano, chi per continuare a giudicarmi, chi per supportarmi o aiutarmi.
È questo il problema, non voglio essere aiutata.
...
Fine agosto
"Ora tu esci da questa casa e noi due usciamo a mangiare" protestò Daya che si era presentata a casa mia senza preavviso.
Un altro mese era passato e io ero ancora distrutta me non lo davo a vedere in pubblico.
Daya mi portò fuori a mangiare, ma io non ne avevo alcuna voglia.
Sapevo che Daya lo faceva per il mio bene, ma le sue parole non facevamo altro che darmi speranza e quella l'ultima cosa di cui necessitavo.

It's always been you / Tom Holland Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora