Grace's pov
La zia di Andrew è andata via già da un po' e la mia giornata di lavoro è appena terminata. Non c'è più nessuno in studio e io vado verso l'ufficio del capo per informalo che vado via.
"Grace ti accompagno io" mi dice prima che io esca dal suo ufficio, me lo dice come se fosse un ordine e io non potessi controbattere
"ho la mia macchina, posso benissimo andare a casa da sola, grazie" dico io molto sinceramente, mi da molto fastidio che si imponga.
"no, la macchina lasciala qui, ti accompagnerò io a casa" mi dice con tono più severo. Sono obbligata ad accettare, d'altronde è il mio capo e non posso andargli contro più di tanto.
Usciamo dallo studio e mi porta alla sua macchina, si mette al posto del guidatore e non mi apre neanche la portiera, che gentile. Ma sarò io troppo romantica?
Mette in moto la macchina e prende una strada molto diversa da quella che io gli ho indirizzato, non dovevo fidarmi, dovevo insistere ad andare a casa mia con la mia macchina, e se volesse farmi qualcosa di mele? non penso che sia il tipo però, non lo vedo uno stupratore o uno stalker serale.
"non ti faccio niente, dobbiamo solo scegliere il vestito per il gala" mi dice, come se mi avesse lento nella mente
"potevo benissimo andare da sola per i negozi, poi passavi tu e pagavi" dico io con un sorriso per l'ultima frase
"no, io devo vedere come ti sta il vestito e poi non avrei permesso che pagassi tu" mi dice "ti ho invitata io" e poi continua.
Mi sembra giusto che mi paghi il vestito visto che al gala non ci fossi neanche andata se non fosse stato per beneficenza, non sono una che si impunta per volere qualcosa assolutamente e non mi interessano neanche i soldi.
Non conosco ancora nessun negozio di abiti che venda abiti da cerimonia molto belli, non sono qui da abbastanza tempo per poter conoscere tutto, conosco a mala pena i negozi che ci sono vicino casa mia. Non voglio allontanarmi più di tanto poiché devo ancora conoscere la mia zona.Vedo il lato positivo della cosa, c'è lui a frami da Cicerone per le illuminate strade di New York.
Dopo aver camminato per un po' in macchina lui finalmente parcheggia davanti a un negozio che non mi sarei mai aspettata di trovare, la scritta del negozio è STELLA MCCARTNEY.
"questi abito costeranno una fortuna, cambiamo negozio" dico in fretta prima che lui scenda dalla macchina.
"porto la mia ragazza a un gala, ricordalo" mi dice prima di scendere dalla sua Audi.
Non replico, mi sento super imbarazzata in questo momento. Devo provare degli abiti davanti ai suoi occhi giudicatori e sentirmi dire cosa mi sta bene e cosa no. Ma devo scegliere io il vestito perché lo indosserò io e so non mi ci sento a mio agio non va bene.
Entriamo nel negozio, mi lascia tutto a bocca aperta.
Arriva una signora, penso abbia più di 40anni, e ci fa accomodare verso i camerini. Prendo un po' di vestiti e vado a provarli, non esco un attimo dal camerino nonostante Andrew mi avesse pregato mille volte di uscire e farmi vedere.
Prima che potessi finire di slacciare la cerniera dell'ultimo vestito apre la tenda del camerino Andrew e a me viene quasi un colpo.
"prova questo" mi passa un vestito nero di seta, che si allaccia al collo con una scollatura sul seno e una scollatura molto profonda sulla schiena, il vestito è lungo, tocca terra. Annuisco con la testa, lui da un' ultima occhiata e se ne va, butto fuori il respiro.
Provo il vestito, davvero molto scollato ma mi piace, mi rende femminile e sexy, esco dal camerino per far vedere il vestito ad Andrew, mi ha pregato per farmi uscire, per non dire minacciato.
"girati" mi dice con tono autoritario, non mi giro, mi danno fastidio questi suoi atteggiamenti. Non siamo a lavoro e non deve essere così autoritario.
"per favore, puoi girarti" già va meglio. Mi giro e dallo specchio vedo il suo sguardo analizzarmi, come uno scanner.
"mi piace, possiamo prenderlo" dico io. Mi sento molto bella in questo vestito.
"troppo scollato" mi dice "provane un altro" non ci posso credere.
"mi piace questo vestito, mi valorizza." dico io indirizzandomi al camerino per rivestirmi.
Esco dal camerino e poggio il vestito alla cassa per poi andare via.
"andremo in un altro negozio" dice con la mascella contratta e stringendo il volante.
"no, portami allo studio, devo prendere la mia auto" dico, non voglio passare più un solo momento con lui oggi.
Fa come gli dico, finalmente ha fatto la scelta giusta.
Entro in casa per poter fare una doccia rilassante e rigenerante. Sono davvero esausta, oggi è stata una giornata più impegnativa ma mi ha comunque aiutato a crescere e ha capire che non devo gettarmi in cose più grandi di me e fare il passo più lungo della gamba, spero che questo gala venga presto così si toglie tutto il macello da mezzo e si ritorna alla routine.Mi arriva un messaggio, è lui.
-il gala è dopodomani- leggo, cosa?
-va bene, dobbiamo ancora trovare un vestito- scrivo io. Lui legge e non risponde, che odio. Può darmi una risposta netta e coincisa. Non troveremo mai il vestito in tempo e se continua ad essere molto esigente e allo stesso tempo proibitivo non andremo proprio da nessuna parte.
Scrivo un messaggio a mamma e mi fiondo nel lettone.Spazio autrice:
Ehilà!
Cercherò di aggiornare ogni venerdì verso ora di cena salvo imprevisti.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e la storia vi stia appassionando.
Andrew avrà preso il vestito o Grace ? Chissàxoxo -A
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La luce in fondo al tunnel
Romance[DA REVISIONARE] Lui, proprietario di uno degli uffici più importante di New York (Robinson&law) ereditato dal padre, rispettato, affascinante, sexy, estroverso e senza peli sulla lingua. Se Andrew Robinson ha qualcosa da dire la dice senza badare a...