Graces pov
Le parole di Andrew mi hanno molto destabilizzata. Non mi aspettavo una dichiarazione del genere conoscendo, anche se poco, il suo carattere.
Gli ho raccontato tutto quello che sta passando mio padre e anche dell' incontro con Luca, il ragazzo del ristorante di New York, per poco non si strozzava ma gli ho spiegato che lui mi sta facendo compagnia in ospedale affinchè sappia qualcosa delle condizioni di mio padre.
'Grace io sarò vicino a te e non vado via' mi ha detto quando siamo saliti a casa per poi metterci sul letto e prendere sonno come due pere cotte. Credo vivamente che sia maturato in molto poco tempo e penso e spero che continuerà a farlo.
La suoneria del cellulare risveglia il mio beato e profondo sonno. Guardo il display e noto circa 15 chiamate perse da parte di mamma e 3 da parte di Luca. Decido di chiamare subito mamma sicuramente sarà qualcosa riguardante la salute di papà.
"ehi mamma"rispondo io mentre mi alzo dal letto e scendo verso il piano di sotto per andare a sedermi su uno degli sgabelli dellisola."tesoro, vieni qui che il dottore ti deve dire una cosa. Non posso dirtela io"lei mi anticipa nel darmi la risposta che le stavo per chiedere.
"corro mamma" dico io prima di attaccare, prendere le scarpe il giubbotto e le chiavi della macchina. Lascio un biglietto ad Andrew per informarlo dell' uscita improvvisa e lasciandogli l'indirizzo dell'ospedale.
Vado verso la macchina per poi partire e andare dritta e spedita in ospedale.
Arrivo a destinazione dopo neanche 5 minuti e mi precipito allinterno delledificio che mi mette terrore. La mamma appena mi vede mi viene incontro e in lontananza noto anche Luca.
Il dottore arriva e dalla sua espressione non mi sembra che porti notizie tanto rincuoranti."signorina, suo padre sta peggiorando e temo gli rimanga poco tempo" dice lui cercando di dire queste parole con molto tatto e tranquillità. Non credo sia facile dire a qualcuno che il proprio familiare posso morire da un momento all'altro e senza preavviso.
"quanto tempo?"gli chiedo abbassando la testa e cercando di respingere le larime che minacciano di uscire .
"circa 2 mesi" mi dice lui " Con permesso"e va via. Mi siedo affranta dalla notizia che mi ha fatto perdere la piccola speranza che mi era rimasta nellanimo, voglio vederlo e passare più tempo possibile con lui. Forse ho sbagliato ad andare a New York per fare carriera ma non sapevo di dover perdere il mio eroe, non ero pronta a questo.
Io amo le cose improvvise, non programmate perché poi si rivelano le più belle ma questa mi ha letteralmente scombussolata. Arriva un messaggio di Andrew, segno che è sveglio anche lui.-sto arrivando Grace- leggo ma non rispondo, voglio solo che sia qui il prima possibile.
Si avvicina Luca, non mi aspettavo che arrivasse prima di me.
"Grace è inutile chiederti come tu stia perché sarebbe inutile ma voglio solo abbracciarti, posso? "mi chiede, io annuisco. Non ho la forza di dire una parola e anche se ci provo mi muoiono in bocca.
Ci stacchiamo dall'abbraccio
"Luca sei un amico fantastico"dico io.Dopo circa 5 minuti arriva Andrew e decido di presentarlo alla mamma e portarlo nella stanza di papà, deve vederlo anche lui.
Busso alla porta nella sua camera dospedale, la numero 265. Spero solo non riposi.
Entriamo ed Andrew mi prende la mano e la mette dentro la sua, intrecciata. Lui mi fa capire che cè e che in qualunque modo vadano le cose lui mi sosterrà.
Appena entriamo nella stanza papà gira la testa lievemente per verificare che fossi davvero io, è tanto abituato alla presenza continua dei dottori che penso perda ogni speranza quando non vede entrare qualcuno a lui caro poiché molte volte ci è stato vietato di fargli visita."ehi bambina mia"mi dice flebilmente, il mio cuore si spezza in due. È talmente debole che non riesce neanche a dire una frase continua. I dottori ci hanno comunicato che ha un tumore ai polmoni maligno quindi più si va avanti e più fatica a respirare.
"amore ciao"dico io mentre una lacrima calda mi riga il viso. Prontamente Andrew me l'asciuga in modo da non far notare il mio dolore a papà, lui sopporta già abbastanza.
Predo la sedia presente nella sua stanza e i siedo affianco al suo letto, voglio che mi senta vicino a lui."allora, come stai pà?" dico io per smorzare il clima triste presente nella stanza.
"adesso che mi hanno fatto vedere i miei familiari bene bambina mia, le giornate qui sono così monotone. Che ci fai qui? A te non piace l'ospedale" ed è vero, lui conosce bene la mia fobia per gli ospedali.
"ci sei tu qui papi"dico io prendendogli la mano e portandomela vicino alle labbra per poi dargli un bacio leggero.
"allora lui non me lo presenti?"fa cenno con la testa verso Andrew. Ho creato una bolla di sapone attorno a me e lui che mi sono dimenticata che lui fosse al mio fianco.
"papà, lui è Andrew"dico io aspettando che si presenti. Non so che impressione possa fare a mio padre. Andrew è molto tatuato e all'inizio può dare l'impressione di essere duro, arrabbiato e poco gentile.
A mio padre non piacciono molto i tatuaggi, ricordo ancora quando mi feci il contorno di un cuore sotto al seno in inverno. Non gli avevo detto nulla finché, un giorno destate, ero sdraiata sul lettino al sole e lui lo vide. Ho ancora impressa la sua espressione nella mia mente, era un misto tra sconvolta e arrabbiata, che ridere. Ovviamente mamma sapeva tutto, lei mi aveva accompagnata a fare il tatuaggio che era stato prenotato un mese prima affinchè organizzassimo tutto per non farci scoprire dal signor Anderson qui presente.
Al solo pensiero di dover vivere senza di lui mi manca il respiro. Rimarranno i momenti felici, tristi ed emozionanti ma non sarà più lo stesso perché i momenti che verranno non saranno con lui, non potrò vedere il suo viso, la sua espressione e le sue rughe di espressione che simboleggiano anni e anni di lavoro.
Non riesco a reggere l'aria della stanza d'ospedale quindi decido di lasciare Andrew da solo con papà, anche per conoscersi meglio."vado un attimo fuori"dico io per poi alzarmi e uscire dalla stanza e dirigermi fuori dall'edificio. Scoppio in un fiume di lacrime, non posso vederlo indifeso su un letto d'ospedale man mano che si consuma purtroppo non posso fare nulla affinché la situazione migliori.
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La luce in fondo al tunnel
Romance[DA REVISIONARE] Lui, proprietario di uno degli uffici più importante di New York (Robinson&law) ereditato dal padre, rispettato, affascinante, sexy, estroverso e senza peli sulla lingua. Se Andrew Robinson ha qualcosa da dire la dice senza badare a...