/29/ Devo trovarla

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Andrew's pov

Il suono del cellulare sul comodino della mia camera richiama la mia attenzione. Sono sveglio già dalle quattro per i miei soliti incubi. Il messaggio è di Grace. Dice che non ci sarebbe stata per due settimane per motivi familiari e che la cena con mia zia sarebbe saltata. Non capisco il motivo, lei non mi aveva parlato di un viaggio. Non voglio risponderle subito, vado a farmi una doccia anche se mi preoccupa molto la situazione. Lei non mi ha mai parlato di problemi familiari anzi, mi ha sempre fatto capire di avere un rapporto molto stretto con la sua famiglia.

Esco dalla doccia e le scrivo un messaggio.

-cos'è successo Grace?- le scrivo aspettando una sua risposta che non arriva per nulla in fretta e la cosa mi mette ancora più agitazione. Odio quando sono già agitato di mio e i problemi che si creano intorno a me mi fanno diventare ancora più ansioso e nervoso. Decido di riscriverle dopo 20 minuti non vedendo ancora una risposta.

-va tutto bene ?- le scrivo -sto dando di matto, dove sei?- continuo.

Finalmente vedo uscire la scritta "sta scrivendo". Sono troppo preoccupato per mantenere la calma. Ha un comportamento molto strano. Lei però è abituata ad organizzare cose improvvise. Arriva la sua risposta.

-sono in aereoporto, parto per l'Italia. Non cercarmi e appena arrivo prepariamo le carte per il licenziamento- leggo. Un colpo al cuore. Mi sento vuoto. Come se mi avessero sparato al petto, tutto intorno a me non c'è più. Non capisco come possa essere arrivata a una conclusione del genere, non capisco io come mai ci rimango male leggendo il messaggio che mi ha scritto. Non le scrivo più nulla. Vado in aereoporto, devo prendere un aereo per l'Italia il prima possibile.

Chiamo Jackson, ho già capito cosa ha combinato e non la passerà liscia.

-amico, vediamoci in palestra , ci vediamo tra mezz'ora- dico io a telefono. Non gli do neanche il tempo di rispondere che stacco la chiamata e mi avvio in palestra, devo fargliela pagare.

Dopo mezz'ora vedo Jackson entrare dalla porta un po' spaesato e con un sorriso sulle labbra che presto gli farò togliere.

-ehi Andrew come va?- mi dice con quel sorriso sulle labbra tanto ammaliante quanto malvagio.

-va, pezzo di merda- gli do un pugno sullo zigomo destro

-aaah ho capito perché stai così, la puttanella non te la data- dice lui. Appena sento quel nomignolo non ci vedo più. Gli salto addosso riempiendolo di pugni e calci. Non può dire nulla, siamo in palestra, ci siamo fatti male allenandoci a boxe. La palestra apre verso le 9:00 del mattino e le telecamere sono ancora spente.

-stai lontano da me e da lei, non ti permettere di chiamarla così e da oggi i nostri affari sono chiusi non avendo firmato ancora nessun contratto- ed esco dalla struttura. Mi sento meglio, quel bastardo ha avuto una bella punizione.

Ho preso un biglietto per l'Italia per le 7:00 quindi mi dirigo all'aereoporto, faccio il check-in e salgo sull'aereo. Non ho mai fatto nulla d'improvviso e infatti con me ho solo una borsa con cambi che dovrebbero bastare per circa una settimana. Devo spiegare tutto a Grace e farle capire la situazione. Non mi perdonerà facilmente, in realtà non so nemmeno se mi perdonerà ma non riesco a farla allontanare da me, non riesco a concepire il fatto che magari abbia incontrato già qualcuno che possa portarmela via.

Esco dall'aereoporto con la mia borsa e cerco di collegare un po' di pezzi. Lei al colloquio mi ha detto che in tutta la sua famiglia erano avvocati, viveva a Bologna. Potrebbe essere una famiglia molto influente la sua, posso chiedere qualche informazione con l'italiano dato che Grace mi ha insegnato qualcosa. Mi piace quando lei cerca di insegnarmi qualcosa nella sua lingua, la sua pronuncia mi piace molto.

Ogni tanto cerca di farmi assimilare qualche parola, ma la mia pronuncia non è per nulla corretta infatti ogni volta ride come se non ci fosse un domani ma a me non da fastidio, sentirei per ore la melodia della sua risata che rimbomba in casa mia, ok forse sto diventando troppo sdolcinato. Riprenditi Andrew.

Grace subito mi è entrata nella mente, con poche parole, qualche bel sorriso e i suoi bellissimi occhi. Ho capito che con lei fosse stato diverso perché quando le ho chiesto di venire al gala con me non ha accettato subito, ci ha pensato, per quel poco che la conosco avrà chiamato qualcuno a lei vicino e avrà parlato della situazione. Sembra molto matura per la sua età. Non tutti vanno via di casa appena laureati e intraprendono un cammino indipendente dato che la sua famiglia le ha offerto un lavoro e lei non ha accettato. Quando me l'ha detto sono rimasto molto affascinato, molti degli associati che ho avuto negli anni dopo il primo anno sono andati a lavorare nell'studio di famiglia chi aveva la possibilità.

Il clacson del taxi che avevo precedentemente chiamato arriva e mi sveglia dal mio stato di trace. Chiedo di portarmi allo studio di avvocati Anderson, sicuramente se è molto conosciuto saprà dove portarmi.

"certo, è uno studio molto conosciuto e forse anche il migliore della città" mi dice prima di partire. Mentre arrivo a destinazione ammiro Bologna, non ho mai visitato l'Italia da turista. Viaggio molto spesso per lavoro e non mi fermo più di due giorni poi dipende tutto dal cliente. L'autista si ferma d'avanti all'imponente palazzo che presumo sia la sede dello studio della famiglia di Grace. E' molto bello. Guardo molto attentamente i particolari delle strutture che visito, l'accoglienza è la cosa più importante per una buona intenzione da parte del cliente e devo dire che questo palazzo solo dalla facciata mi dà senso di accoglienza, unione e famiglia ma soprattutto potere e professionalità.

Provo a bussare al campanello ma poco dopo noto il cartello "si avvisa che lo studio Anderson rimarrà chiuso e aprirà tra due settimane" proprio quanto starà via Grace. Aspetto quindi vicino al palazzo per vedere se arriva qualcuno che mi possa dire cos'è successo alla famiglia Anderson.

Spazio autrice:

ehilà!
Cari lettori scusate l'assenza ma mi sono impegnata al massimo con la scuola e no ho passato un periodo bellissimo. Non riuscivo più a scrivere e pensare.
Sono tornata adesso.
Vi annuncio che sto iniziando la stesura di un'altra storia che però mi sta rendendo le cose difficili a causa dei luoghi in cui si sviluppano le vicende.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!

La luce in fondo al tunnelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora