Grace's pov
Pian piano ho iniziato a perdere fiducia nella persone ma di Andrew mi sono fidata fin dal primo istante. Lui aveva qualcosa che mi trasmetteva sicurezza e audacia. Mi sono fidata di lui, tanto, ero disposta a mettere a rischio la mia vita per salvare la sua, ero disposta a farmi puntare una pistola alla tempia per lui ma evidentemente per lui no era lo stesso.
Sono passati 2 anni da quando gli ho promesso di aspettarlo e lo sto facendo ancora, in me c'è ancora un minimo di speranza da farmi credere che si presenti davanti alla mia porta all'improvviso. Christopher mi ha tenuta aggiornata fino a 5 mesi fa, poi non si e fatto più sentire neanche lui, d'altronde gli do ragione, per lui era solo un peso avvisarmi e tenermi aggiornata su Andrew e sinceramente penso si meglio così. Io e Andrew stavamo costruendo qualcosa di bellissimo insieme ma non tutto le cose belle durano per sempre e io e lui siamo stati una di quelle. Eravamo coinvolti in una bolla di sapone che prima o poi era destinata a scoppiare e dissolversi io però speravo che scoppiasse poi e non prima.
Devo andare avanti con la mia vita come ho fatto già da due anni a questa parte, ho fondato un mio studio legale e di questo ne sono contenta, quando l'ho inaugurato volevo tanto che papà fosse stato accanto a me per tenermi la mano e sostenermi ma so benissimo che lui mi abbia guardato e supportato dall'alto. Spero sia fiero di me, della persona che sono diventata e diventerò crescendo. Ho solo 24 anni e la vita è ancora lunga e tutta da scoprire.
Mi sto preparando per il matrimonio di mia cugina, si sposa tra pochissime ore e io sono la sua damigella d'onore. Non so perché lei abbia scelto me ma ne sono contenta.
Scendo la grande scalinata di casa con il passamano colmo di fiori che si abbinano perfettamente al colore dell'abito da sposa di mia cugina, il mio abito lo ha scelto lei. Il vestito è lungo in raso, con una scolatura a V, scoperto sulle spalle con uno spacco non molto vertiginoso. Indosso un paio di tacco a sandalo gioiello ricco di pietre con un colore simile al vestito.
Vado dalla sposa, è in camera a prepararsi. Busso alla porte ed entro dopo ver sentito un "avanti"
"sei stupenda" le dico con gli occhi pieni di lacrime, cerco di trattenerle per non rovinarmi il trucco che è stato fatto con tanta cura e con 2 ore d lavoro da parte della truccatrice.
"amore, tu di più" mi dice prendendomi le mani per poi abbracciarmi. Lei sa tutta la storia con Andrew, sa quello che è successo, sa della scommessa che le è stata proposta e della nostra brusca rottura.
Ci dirigiamo in chiesa e per poco non ho un infarto quando riconosco quel fiore, quel maledetto fiore colorato in mezzo a tutto quel mare di nero.
Stringo la mano di mia cugina, lei si gira verso di me e mi sorride.
"lo sapevi?" le chiedo per avere una conferma alla mia tesi.
"si, lui mi ha chiesto di non dirti nulla. Ha cercato di contattarti mille volte ma gli ho spiegato che hai cambiato numeri" ho cambiato numero si, è vero ma Christopher aveva lo aveva, non so perché non gliel'abbia chiesto.
"il suo migliore amico l'aveva, perché non mi ha cercato?" le chiedo.
"chiedilo a lui Grace, te lo può spiegare lui" mi dice e poi aggiunge. "ho conservato un posto anche per lui" scende dall'auto non prima di avermi fatto l'occhiolino. Lei sa quanto io sia stata male per lui, non capisco nascondermi tutto questo.
Io scendo dall'auto e cerco di non guardarlo, non reggerei il suo sguardo così vado dritta in chiesa.
"Grace" cerca di prendermi il braccio. La sua voce mi fa rabbrividire insieme al suo tocco. E' strano sentire queste emozioni dopo due anni. Ho cercato di vedere qualcuno ma non ci sono riuscita, non ho avuto neanche il coraggio di presentarmi agli appuntamenti perché sentivo in qualche modo che stessi tradendo Drew. Mi dimeno dalla sua presa e aspetto chela sposa faccia il suo ingresso per accompagnarla in fondo alla navata.
"io, Anastasia, accolgo te, Andrea come mio sposo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita" dice mia cugina per poi mettere la fede al suo principe.
Mentre Anastasia pronunciava quelle parole ho rivolto lo sguardo verso Andrew, sembrava che quelle parole le stesse rivolgendo a me e io a lui. Tutto scompare e per un momento ci siamo ritrovati solo io e lui e più nessuno, ci siamo parlati con lo sguardo.
Mi dirigo verso l'uscita della chiesa con lo sguardo rivolto verso il basso a causa della luce che entra dall'entrata principale troppo forte per mantenere gli occhi aperti. Io e lui dobbiamo parlare, dobbiamo chiarire quello che c'è stato e come vivere civilmente. Io ormai ho il lavoro qui ma spero comunque, un giorno, di coronare il mio sogno a New York. Sono ancora una sognatrice e una viaggiatrice incallita, vogliosa di fare esperienze e alla ricerca di posti felici.
Esco dalla chiesa e un uomo possente si posiziona dinanzi a me, "dobbiamo parlare" mi dice e io aggiungo "e anche molto Andrew". Andiamo nella sua macchina e cala un silenzio tombale, la tensione è palpabile con un dito così decido di rompere il ghiaccio.
"ti ascolto" dico guardando in avanti verso la strada.
"Mi hai aspettato, lo so. Ti sono stato affianco anche quando tu ritenevi io fossi assente, io ero con te quando eri in spiaggia con il tuo nipotino mentre giocavi con il pallone, ero lì mentre realizzavi il tuo sogno ed ero con te quando hai inaugurato il tuo primo studio legale qui a Bologna." mi dice e io giro la testa di scatto verso di lui, come faceva ad essere come me?
"Ero nascosto, ma c'ero in ogni momento importante della tua vita, anche quelli che tu reputi banali" mi mette una mano sulla gamba accarezzandomela e io me si scatena un putiferio di emozioni contrastanti.
"Andrew io ti ho aspettato per due anni prima di rifarmi una vita senza di te, ho cercato di chiedermi il perché del tuo allontanamento improvviso, ho cercato delle risposte che solo tu potevi darmi. Non sono più venuta a New York perché avevo paura che ti potessi incontrare e aver un attacco di panico" deglutisco lentamente, poi continuo "mi fido poco delle persone e tu questo lo sapevi ma comunque non hai fatto nulla per avvicinarti a me dopo il tuo anno di pausa, sono stata male e sto male tutt'ora non per ciò che mi hai fatto ma perché da adesso si è spento quella piccola porzione di fiducia che avevo" dico io. Una lacrima riga la mia guancia e lui prontamente l'asciuga prima di eliminare la distante che è tra di noi e darmi un bacio che dice più di mille parole.
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La luce in fondo al tunnel
Romance[DA REVISIONARE] Lui, proprietario di uno degli uffici più importante di New York (Robinson&law) ereditato dal padre, rispettato, affascinante, sexy, estroverso e senza peli sulla lingua. Se Andrew Robinson ha qualcosa da dire la dice senza badare a...