Andrew's pov
Ho fatto quello che volevo, adesso è mia.
Penso lei non sospetti nulla ma non mi piace l'effetto che ha su di me quella maledetta ragazza.
L'ho detto a Jackson che sarebbe stato facile abbindolarla e falla cadere nelle mie braccia, è caduta nella mia trappola.* inizio flaskback*
"la conosco, emana sesso da tutti i pori" stringo sempre più forte i pugni ma decido di non rispondere, non vorrei compromettere i miei affari a causa di emozioni e azioni che non posso controllare.
"facciamo una scommessa" esclama il ragazzo che minuti fa è entrato nel mio ufficio.
"vediamo chi se la porta prima a letto" mi dice.
Ci penso, non posso rifiutare altrimenti penserebbe che provi qualcosa per lei.
"va bene, vediamo chi se la prende prima" dico io, convinto che presto sarà mia, ho già qualcosa in mente. Ci voglio andare piano, non voglio farci subito sesso altrimenti penserebbe subito che io la stia trattando come le altre, anche se è così.
*fine flaskbeck*Devo ammettere che però passare del tempo con lei mi è piaciuto, il suo calore sul mio corpo mi faceva sentire a casa. Non mi ha messo a disagio sapere che ci fosse qualcuno a casa mia a dormire nella mia camera.
Voglio che lei mi dica di essere pronta, devo avere il consenso di toccarla da lei, deve supplicarmi.
Esco dalla doccia e la guardo nel letto ancora dormiente, ha un viso angelico ma penso sia l'opposto di un angelo. Vado a preparare la colazione per due, voglio sorprenderla con una colazione ha letto. Ovviamente tutto dolce, è italiana mangerà tassativamente dolce a colazione.
Apro la porta e la vedo sveglia, bella anche di mattina. Ha i capelli tutti arruffati, la faccia gonfia da sonno ed è solo in intimo. Mi piace questa cosa.
"buongiorno" le dico con un sorrisone
"buongiorno" mi da un bacio
"come hai dormito?" le chiedo, lei annuisce come segno positivo.
Dopo aver fatto colazione mi vado a vestire per andare in ufficio e una volta preparato scendo le scale trovando però Grace intenta ad uscire di casa.
La vedo impegnata ad aprire la serratura della porta d'ingresso.
"andrew io vado" urla lei per farsi sentire
"dove vai?" Scendo le scale.
"devo prendere un cambio, non posso andare in ufficio in tuta" mi dice frettolosamente
"ti accompagno" le dico prendendo le chiavi della macchina per poi uscire sperando faccia presto affinché non arriviamo tardi a lavoro.
Una volta arrivati in ufficio mi impegno cercando di liberare la mente ma penso sempre di più allo sbaglio che forse ho commesso.
Forse ho sbagliato ad accettare la proposta fatta da Jackson.
Lei al colloquio mi ha accennato di un passato non troppo felice con i suoi compagni di scuola.
Se la portassi a letto e poi verrebbe a scoprire della scommessa rimarrebbe delusa ma soprattutto spaccherebbe l'intero ufficio che su affeziona troppo a me.
Non nego che la sua presenza mi fa sentire tranquillo, mi mette meno agitazione.
Da quando lavoro con lei mi trovo molto meglio parlare con i clienti, a gestire i miei impegni e sentirmi più realizzato. Lei mi tranquillizza molto quando si trovano problemi che risultano più complicata da risolvere ma puntualmente lei ha la soluzione ha tutto.
Grace vuole arrivare lontano. Ha le potenzialità per farlo.
Non si abbatte mai, ancora non riesco a capire come possa aver letto tutti quei fascicoli così velocemente il primo giorno arrivata qui, io sarei scappato a gambe levate non essendo un tipo molto paziente mi sarei scocciato cercare le informazioni dopo circa 1 ora.
Guardo dalla finestra del mio ufficio i grattacieli di New York così grandi ma al tempo stesso instabili.
Sono così alti che sembrano faticano a stare in verticale. Il cielo è limpido e il sole caldo filtra dalle grandi finestre.
Non capivo perché papà con tutti i bei posti dove costruire uno studio abbia scelto questo, adesso, oggi, l'ho capito.
Da qui ti senti potente seppur anche tu sei in un palazzo alto instabile, guardando in basso noto che le persone sono piccole 10 volte la grandezza normale, tutti sono più piccoli di te qui sopra.
Ho raggiunto la posizione che ho ora con grande sacrificio e nessuno deve permettersi di portarmelo via o almeno se mai ci provasse io non lo permetterò.
Prendo il telefono dell'ufficio e chiamo Grace, mi sento agitato e lei mi trasmette calma e tranquillità. Lei dopo 5 minuti arriva. Bella come il sole.
"dimmi" mi dice sorridendo
"stai qui con me ?" dico a lei sedendomi sul divano presente nell'ufficio e battendo le mani sulle mie gambe.
Lei si siede senza esitare, forse ha capito che c'è qualcosa che mi turba ma non sono pronto a dirle veramente come stanno le cose.
"cosa c'è che non va?" mi dice guardandomi negli occhi, non riesco a mentirle.
"nulla, volevo stare con te" dico io accarezzandole la gamba. Lei però mi alza il mento per poter far fondere i miei occhi contro i suoi.
"si sistemerà tutto" mi dice e mi dà un bacio sulle labbra e si alza da sopra le mie gambe ma io la tiro di nuovo su di me e la bacio più con più trasporto.
"andrew" mi dice in modo lamentoso, io sorrido e metto la mia testa nell'incavo nel suo collo.
"non possiamo rischiare che qualcuno ci veda e lo sai" mi dice. Io sbuffo.
Lei va via e io continuo a lavorare più tranquillo.
Grace mi trasmette tranquillità e non avrei dovuto accettare la richiesta che mi ha fatto Jackson, stasera lo chiamo e annullo tutto. Questa cosa non mi sta bene.
STAI LEGGENDO
La luce in fondo al tunnel
Romance[DA REVISIONARE] Lui, proprietario di uno degli uffici più importante di New York (Robinson&law) ereditato dal padre, rispettato, affascinante, sexy, estroverso e senza peli sulla lingua. Se Andrew Robinson ha qualcosa da dire la dice senza badare a...