/7/Un incontro difficile da dimenticare

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Grace's Pov

Sono arrivata.

Non mi aspettavo che New York fosse ancora più bella che in foto, quando ero bambina mi immaginavo di vivere qui.

Sto andando nel mio appartamento che si trova in città e dista pochissimo dallo studio in cui dovrò affrontare il colloquio domani.

Sono elettrizzata ma al contempo ansiosa, la mia vita dipende da questo colloquio e se non riuscissi ad entrare in quest'ufficio mi demoralizzerei molto.

Non voglio entrare nell'azienda di famiglia.

Non voglio che la gente pensi che tutto quello che ho sia a causa dei miei genitori e non del mio impegno.

E seppur non mi interessa del parere altrui, mi fa rabbia il fatto che la gente ti giudichi in base alla famiglia da cui provieni e da chi siano i genitori.

Ammiro la vista del mio appartamento, è magnifica.

Si vedono ,da una grande vetrata, i grattacieli che popolano New York. Il cielo oggi è limpido, mi trasmette una serenità che prima non avevo, e come se già mi sentissi a casa.

Devo ancora sistemare le valige, ma non me ne curo poiché voglio stare qui a godermi ancora per un po' la vista che mi offre questa bellissima città.

Ho chiesto di avere una signora che si occupa delle faccende domestiche almeno 3 volte alla settimana per tenere sempre la casa in ordine. Mi sono portata con me la persona di fiducia che pulisce la mia casa da anni e mi fido ciecamente di lei.

Orami è quasi ora di cena, decido di uscire per girare la città e conoscere meglio la zona in cui vivo da poche ore.

Scendo nell'atrio del palazzo e esco fuori dalla struttura, l'aria d'estate sembra già essere andata via, tira un venticello che peró non da assolutamente fastidio.

Dopo pochi passi mi dirigo in un bar che sembra essere abbastanza popolato. Le persone qui sembrano tutte colte e con un gran cervello, spero solo che la mia serata non venga rovinata.

Mi dirigo al bar e chiedo un martini.

Il barista mi porge il cocktail appena ordinato e io lo ringrazio.

Dopo circa 5 minuti sento la porta aprirsi e un'aria fresca mi investe facendomi venire i brividi, un'uomo penso sui 25 anni si appoggia con le braccia possenti sul bancone del bar e con fare autoritario ordina un cocktail.

Mi soffermo sulla sua figura. Rispetto agli altri qui non è vestito in giacca e cravatta anzi, l'opposto.

È vestito totalmente di nero, indossa una maglia a mezze maniche da cui escono le braccia ricoperte da inchiostro. Guardo il suo viso, ha tratti molto duri, e noto un particolare fiore sul collo, che rispetto alle braccia è colorato di rosso.

Capisco che mi sta guardando quando alzo il suo sguardo verso i suoi occhi, di un verde cristallino.

<< ti prendo un tovagliolo?>> mi chiede in modo ironico

Alzo gli occhi la cielo e me ne vado.

Non ho voglia di parlare con un tipo che da quel che sembra pensa solo a se stesso.

Appena esco dal bar sento una presenza dietro di me, un profumo molto forte, mi giro e mi ritrovo quell'essere narcisista difronte a me.

<< cosa cerchi?>> dico decisa, intenta ad andare a casa

<< sai ho visto che sbavavi e pensavo ti servisse piuttosto che un tovagliolo, un secchio per raccogliere la tua bavetta>> mi dice con quel ghigno stampato in faccia.

Sbuffo dato che non ho voglia di parlare con un essere del genere, e mi avvio a casa.

Spazio autrice:
Il primo incontro tra i protagonisti è avvenuto in modo strano, ma si rincontreranno, in che modo?
Spero il capitolo vi sia piaciuto
xoxo 💋

La luce in fondo al tunnelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora