Andrew's pov
Le ho parlato con il cuore, aveva ragione il mio migliore amico Christopher.
Non sono mai stato così diretto in vita mia nei confronti di una donna per esporre i miei sentimenti e le mie emozioni. Appena sono arrivato a Bologna ho capito che quello che stavo facendo era più che giusto e che Jakson ha avuto una bella lezione.
Questa città mi ha dato la giusta carica per affrontare le mie emozioni e quindi capisco di essere cresciuto ancora di più.
Quando mi sono alzato dal letto dove io e Grace abbiamo dormito, lei non era accanto a me ma appena sono sceso in cucina ho trovato un biglietto il quale spiegava che era uscita per andare da suo padre in ospedale. Mi ha raccontato della sua antipatia per gli ospedali ma lei ci va lo stesso perché c'è suo padre e per questo la stimo molto.
Io non avendo avuto un buon rapporto con l'uomo che non posso neanche definire padre non posso capire il dolore che sente in questo momento. 'Papà' mi ha cercato gli ultimi anni prima della sua morte ma io non ho valuto mai vederlo, mi faceva ribrezzo il solo pensiero di guardare l'uomo che per anni mi ha incolpato per la morte di mia madre.Scrivo un messaggio a Grace per avvisarla che sto andando da lei per poi mettermi in macchina e raggiungerla. Appena entro nella sala d'aspetto dove sono anche i familiari di Grace mi accorgo della presenza di quel ragazzo, Luca, e ammetto che la cosa mi da un po' fastidio visto che è attaccato alla persona a cui tengo di più in questo periodo. Grace mi presenta alla famiglia e io mi sento un po' fuori luogo perché non parlo bene l'italiano, anzi si può dire che non lo parlo quasi per niente ma Grace mi prende la mano e ci mettiamo a sedere per poi accoccolarsi sulla mia spalla.
Dopo 15 minuti Grace mi propone di andare a conoscere suo padre, panico. Mi inizio agitare e lei lo nota ma mi prende il viso fra le sue piccole mani e mi stampa un bacio sulla bocca per assicurarmi.
Entriamo nella stanza e guardo il viso di Grace, è sul punto di piangere e mi si stringe il cuore a vederla così. Le stringo la mano chiudiamo la porta della stanza dietro le mie spalle.
Il padre di Grace è molto debole, si sente e si vede. Non riesce a dire una frase completa che si affatica. All'improvviso sento un "lui è Andrew" così mi avvicino e gli stringo debolmente la mano.
"salve sono il fidanzato di sua figlia" dico io con tono sicuro. 'Fidanzato' che parola importante per me.
"allora, Andrew cosa fai?" mi chiede in inglese, non sapevo parlasse la mia lingua.
"sono il proprietario di uno studio di avvocato e lo dirigo" vedo sul suo viso un sorriso, penso gli interessi il lavoro che svolgo. D'altronde è anche lui un avvocato.
"come hai conosciuto mia figlia" mi chiede con voce rauca e debole.
"lei è venuta a fare un colloquio da me per essere assunta come associato e appena l'ho vista ho capito che sarebbe stata la candidata perfetta per quel ruolo. Aveva una maestria nel parlare che poche persone hanno. Mi ha colpito il suo modo di raccontare anche un po' di sé pur non sfociando troppo nel personale." dico io mentre immagino il colloquio di Grace nella mia mente.
Nel frattempo guardo la donna seduta accanto a me e la vedo assente come se fosse su un altro pianeta.
"sei innamorato di mia figlia" dice all'improvviso. Io impegnato a guardare lo sguardo perso di Grace temo di aver capito male
"come?" chiedo per avere una conferma sulla sua affermazione.
"sei innamorato di mia figlia, lo vedo" "quando hai iniziato a parlare di lei i tuoi occhi avevano una luce che prima non c'era" io gli sorrido, ha ragione. Solo al pensiero di perdere Grace mi si ferma il respiro. Non pensavo che una semplice ragazza potesse crearmi tutte queste emozioni, lei è unica e forse lo sarà per sempre. Magari io e lei non dureremo per sempre, sarebbe un tempo troppo lungo, ma la porterò con me come un ricordo positivo, come la ragazza che mi sta facendo vedere la luce in fondo al tunnel in cui vagavo da anni senza trovare una via d'uscita.
"Andrew" mi chiama il padre di Grace.
"mh" io alzo di scatto la testa pronto ad ascoltarlo.
"promettimi che quando io non ci sarò più tu ti prenderai cura di lei" dice "promettimi di prenderle la mano e salvarla quando sta per cadere in un baratro, promettimi di incoraggiarla sempre in tutte le scelte cha fa, giuste o sbagliate che siano, promettimi di trattarla come una principessa e di non farle mancare l'affetto di cui ha tanto bisogno, promettimi che la tratterai come un cristallo in una vetrina, promettimi di amarla come stai facendo adesso, con tutto te stesso" continua il suo monologo con tutto il fiato nei polmoni.
"si, glielo prometto signore" dico io prima di sentire il suono continuo del monitor Multiparametrico.
Esco di corsa dalla stanza per poter chiamare i medici affinché si possa fare qualcosa, ma nulla.
Cerco immediatamente Grace per consolarla, esco fuori dall'ospedale e la trovo immersa nei suoi pensieri seduta su una panchina a guardare l'orizzonte.
"Grace, mi dispiace tanto" dico io. Lei si alza e subito capisce.
"come sta papà?" mi chiede con voce tremante, forse per chiedere conferma a ciò che sta pensando. Non dico nulla, scuoto solo la testa e le vado incontro prima che lei scoppi in un pianto che esprime tutto il dolore che prova in questo momento.
"non è possibile, fammi andare dentro devo parlare con quel maledetto dottore" dice scappando dalle mie braccia.
"mamma dove cazzo è quel dottore" sento le urla nel corridoio poi il nulla, il silenzio totale. Quel silenzio che precede una strage.
"due mesi un cazzo, lei mi ha dato false speranze sulla vita del mio eroe, dell'uomo che fino ad ora mi ha appoggiato in tutto, il mio maestro di vita e la persona con il quale ho condiviso tutto" continua lei. Io la raggiungo, l'abbraccio forte.
"sssh amore mio" le dico sussurrato all'orecchio "ci sono io con te" le accarezzo i capelli, lei si tranquillizza. Mi guarda negli occhi e mima un "ti amo Andrew". Il cuore mi si ferma, non può averlo detto d'avvero ma io sono sicuro dei miei sentimenti.
"ti amo anch'io Grace" dico io prima di darle un bacio a stampo sulle labbra. "conta su di me, sempre" le dico. Lei deve saperlo, io ci sarò sempre per lei.
STAI LEGGENDO
La luce in fondo al tunnel
Romance[DA REVISIONARE] Lui, proprietario di uno degli uffici più importante di New York (Robinson&law) ereditato dal padre, rispettato, affascinante, sexy, estroverso e senza peli sulla lingua. Se Andrew Robinson ha qualcosa da dire la dice senza badare a...