Grace's PovMi sveglio con il suo della sveglia che segna che sono le 7:30 del mattino.
Oggi è il gran giorno.
Devo andare al colloquio che si terrà stamattina alle 9:00 in punto.
Devo cercare di non fare tardi, come mio solito. Non devo dimenticare niente al caso, cosa alquanto impossibile per me.Sono le 8:30.
Rileggo il curriculum che mia madre mi ha aiutato a preparare poiché lei ha più esperienza di me e mi assicuro di non aver dimenticato niente prima di uscire di casa per dirigermi al tanto atteso incontro con il capo.
Prima di andare a fare il colloquio mi sono informata.Ho cercato di informarmi il più possibile su che cosa mi aspetta se mai riuscissi a lavorare in quella struttura imponente.
Ho scoperto che il capo è molto rigido con i suoi collaboratori, d'altronde è il suo dovere. E' molto rigido sulle regole, non vuole che nessuno disobbedisca all'ordine che gli è stato dato, ecco proprio quello che faccio o quando una cosa non mi va bene.
Quindi devo mantenere la calma per affrontare il colloquio, e magari cercare di tenere la lingua a freno prima di dire o fare qualcosa di azzardato. Devo cercare di non soffermarmi sulle sue maniere ma su che cosa mi dice affinché io possa essere assunta.
Mi sono sempre promessa di essere me stessa, non dovrò mai fare qualcosa che non voglio fare o che non mi piace e quindi se qualcosa non mi va bene cercherò di dirlo con educazione e massima calma.
Sono le 8:45
Si avvicina il momento tanto atteso, pian piano mi sto avvicinando alla struttura che mi mette tanto timore quanto coraggio.
Entro nella hall. Ad accogliermi è una ragazza penso poco più grande di me.
<<prego, lei è Grace Anderson?>>mi dice. Mi guarda dalla testa ai piedi come se mi volesse giudicare, ecco già non mi sta simpatica. ho deciso di indossare una gonna stretta che arriva poco sotto il ginocchio con uno spacco dietro, una maglia nera semplice, il mio chiodo di pelle e la mia Chanel nera. Ho deciso di indossare un paio di decolté nere laccate, che mi mettono sicurezza e slanciano la caviglia.
<<si, esatto sono io>>dico con fare gentile, se inizio con il piede sbagliato siamo proprio fuori strada.
<<ok, si accomodi. La faremo entrare appena il signor Robinson ci fa un cenno>> mi dice, continuando a guardare un po' borsa e poi i miei occhi.
<<se ti piace qualche volta te la presto, che dici?>>domanda io ormai stufa della situazione. Le rivolgo un sorriso dato che non ha più spiccato parola aspetto il mio turno.
Proprio alle 9:00 vengo chiamata per il mio tanto atteso colloquio.
Non sono in ansia, anzi sono tranquilla perché so di cosa sono capace. Non mi farò intimorire dal "capo" che sembra essere così temibile.
Spero che non risulti impacciata e poco professionale. So come sono fatta.
Quando mi innervosisco non mi trattengo.
Non sono una persona particolarmente ansiosa ma quando ci fanno domande di troppo, cerco di far capire che mi danno fastidio. Quando però lo capiscono ma fanno finta di non averlo capito mi saltano i nervi.
Non lascio che nessuno mi prenda in giro, nessuno lo ha mai fatto e nessuno lo farà.
Preferisco avere un confronto civile con le persone perché non mi piacciono i litigi e vedere che tutti guardano perché si sta alzando la voce.
La gente è così curiosa, a volte troppo.
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La luce in fondo al tunnel
Romance[DA REVISIONARE] Lui, proprietario di uno degli uffici più importante di New York (Robinson&law) ereditato dal padre, rispettato, affascinante, sexy, estroverso e senza peli sulla lingua. Se Andrew Robinson ha qualcosa da dire la dice senza badare a...