Capitolo 17

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"E lui che cosa diavolo ci fa qui?" Apro gli occhi di scatto, udendo la voce chiaramente incavolata nera di mia madre.

Non mi ero neanche accorta di essermi addormentata, e dal modo in cui Jacob si mette a sedere sul divano in fretta, deduco che anche per lui sia lo stesso.

Sarei dovuta stare attenta: sapevo che mia madre ad un certo orario sarebbe tornata, e sapevo benissimo che se avesse visto Jacob avrebbe dato di matto.

E invece eccomi qui, a cercare di riproporle la storia delle ripetizioni di latino, pur consapevole che dopo averci visti dormire praticamente abbracciati, mia madre non ci crederà neanche morta.

"Mamma... sei tornata presto." Dico in un sussurro, mettendomi a mia volta a sedere e sistemandomi i capelli con le mani.

Mia madre mi incenerisce con lo sguardo, mentre incrocia le braccia al petto come per cercare di sfottermi ancora più di quanto non stia già facendo da giorni.

"Non sono tornata presto, Allison. Evidentemente il tempo passa in fretta quando ci si diverte." Dice con un ghigno strafottente, lasciando chiaramente trasparire il senso di quello che voleva dirmi.

Ancora una volta, mi sembra di non conoscere minimamente mia madre.

"I-Io... mi dispiace." Cerco di dire, nonostante la rabbia che provo in questo momento nei suoi confronti superi il senso di colpa.

Anzi, a dire la verità non mi sento in colpa neanche un po': in preda ad un'ira ingiustificata mi ha proibito di uscire, e tra l'altro non sono neanche uscita.

"Ti ho chiesto perché lui è qui." Chiarisce nuovamente lei, mentre lancia occhiate di fuoco a Jacob, che tace.

È chiaramente in imbarazzo, soprattutto dal momento che si ritrova in questa situazione senza aver fatto niente di male, se non quello che gli aveva chiesto l'insegnante.

"Te l'ho già detto perché è qui, ma non mi hai mai voluto credere." Le faccio notare, in tono visibilmente esasperato.

Mia madre alza gli occhi al cielo, facendomi provare un senso di rabbia repressa nei suoi confronti che non pensavo di poter sentire, e poi rivolge l'attenzione a Jacob.

"Ragazzo, perché sei qui?" Domanda, convinta di avere la vittoria in pugno.

Cioè veramente crederebbe ad un ragazzo che neanche conosce piuttosto che a sua figlia? In effetti, dopo che ha preferito credere alla vicina di casa, non dovrei più stupirmi.

E adesso posso soltanto contare su Jacob, contare sul fatto che per una volta decida di limitarsi a dire le cose come stanno.

"Sono il migliore della classe di Allison, l'insegnante mi ha chiesto di aiutarla per mettersi in pari con il latino." Risponde lui tranquillo, e io lascio andare il fiato che stavo trattenendo da qualche istante.

Mia madre porta il suo sguardo da Jacob a me, poi viceversa, e ripete questi stessi gesti per due o tre volte, come confusa.

Poi, senza che io abbia la più pallida idea del motivo per cui lo fa, scoppia a ridere.

Non una di quelle risate realmente divertite, di quando non puoi fare a meno di ridere come una foca perché sei felice.

Una di quelle risate sadiche, le risate di una persona soddisfatta di riuscire nei suoi loschi intenti, e la cosa mi fa paura.

Quella che ho davanti è davvero mia madre?

"Ma certo, e studiate latino dormendo abbracciati davanti alla televisione?" Chiede mia madre continuando a ridere di gusto, mentre ci indica per sfotterci.

Innamorata di uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora