Capitolo 12

1.4K 69 19
                                    

Probabilmente ha ragione lui: dovrei smetterla di mentire a me stessa, e cercare di capire che non posso avere il controllo su ogni cosa, su ogni singola sensazione.

Vorrei che per me fosse semplice come lo è stato la prima volta, vorrei potermi fidare di lui come avrei fatto se quel ragazzo non fosse mai esistito; eppure non ci riesco, è una cosa al di sopra della mia portata.

Fortunatamente sono riuscita a prendere la metropolitana giusta, e arrivare a casa non dovrebbe essere poi così complicato.

I vagoni sono pieni di gente indaffarata con mille cose, persone con le loro ventiquattr'ore alla mano che sembrano sempre in procinto di dover salvare il mondo.

È buffo stare in metropolitana.

Entri inconsciamente nelle vite di così tante persone, che alla fine finisci per dimenticarti persino della tua.

Fortunatamente riesco a scendere alla fermata giusta, e raggiungo la via di casa dopo circa dieci minuti di camminata, che in realtà è servita a schiarirmi le idee.

Okay, no, non è vero.

Ho potuto riflettere durante la passeggiata, ma di certo adesso non ho le idee più chiare: la mia mente resta un caos immane.

Non mi accorgo neanche di essere entrata in casa, tanto che i miei movimenti sono schematici, ma come ogni volta, capisco dove mi trovo grazie al profumo di vaniglia.

Mio fratello è seduto sul divano, con le braccia incrociate al petto e l'espressione corrucciata, come se stesse cercando di capire qualcosa che in questo momento mi sfugge: sta semplicemente fissando il vuoto.

"Chris? Tutto okay?" Poso lo zaino davanti all'ingresso, e vado a sedermi accanto a mio fratello, circondandogli dolcemente le spalle con un braccio.

"Dovrei chiederlo io a te." Ribatte lui freddo, e io mi chiedo se sia la stessa persona che per due volte nella giornata mi ha salvato il culo. Perché adesso è così distante?

Alzo gli occhi al cielo e rimetto il mio braccio al suo posto, cercando una soluzione per non dirgli che stavo scappando da un ragazzo che organizza chissà quali malfatte con il suo gruppo di amici più grandi.

"Scusami Chris, lo so. Non preoccuparti, okay?" Gli chiedo, ma dal suo sguardo capisco che non farà ciò che ho chiesto.

"Non devo preoccuparmi? Mi spieghi come faccio? Finché dovevo coprirti con mamma e papà era un conto, ma adesso vuoi spiegarmi perché ho dovuto dire una cosa del genere? Da chi scappi?" Il suo tono è alto, di rimprovero, e io so che ha ragione lui.

Probabilmente l'ho fatto davvero preoccupare, ho sbagliato a non dire subito che stavo bene e che era solo una stupidaggine.

Adesso cosa dovrei fare?

"Chris, sto bene, okay? Volevo solo tornare a casa." Mento, ma lui si limita a fare spallucce e ad alzarsi dal divano, segno che probabilmente non mi aiuterà più in situazioni simili.

Non vorrei mentire a mio fratello, ma se dicessi la verità potrebbe uccidere tutti i ragazzi della mia scuola e non sarebbe bello.

Cerco un modo per sprofondare nel divano, ma stranamente non funziona, così decido semplicemente di smettere di torturare la mia mente con questi pensieri cupi.

Provo a farmi forza e mi alzo dal confortevole divano, diretta in camera mia per indossare qualcosa di comodo per stare in casa.

Trovo una semplice tuta blu e una felpa rosa, e lego i capelli in una crocchia prima di tornare al piano di sotto, con l'intento di preparare qualcosa di buono.

Innamorata di uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora