Capitolo 41

516 28 0
                                    

Quando mi trovo davanti a quegli occhioni azzurri, mi sembra quasi di sognare.

Lo so, ci siamo visti soltanto qualche ora fa, e oltretutto dovrei quantomeno cercare di fingermi arrabbiata con lui per quello che ha fatto e per come mi sono sentita.

Tuttavia, sapere che adesso è qui, nonostante il contenuto di alcool e altre sostanze a me sconosciute che ha nel corpo, mi fa sentire come se alla fine, a discapito dei problemi e dei sentimenti contrastanti, lui scegliesse sempre e comunque me.

So che non è così.

Probabilmente è qui soltanto perché ha bevuto troppo e alla festa non c'erano le ragazze che si aspettava di trovare.

Sono stata io a permetterglielo, sono stata io a decidere che tra noi non ci fosse niente più di questo, e forse dovrei essere più capace di accettarne le conseguenze.

Eppure mi rendo conto che l'unico motivo per cui non ho voluto che la nostra diventasse una relazione seria, sono i dubbi che ancora nutro nei suoi confronti, le incertezze che ogni giorno sembrano sempre più avere un fondamento, e forse se continua a comportarsi così, quantomeno facendomi credere di essere speciale, allora le cose tra noi potrebbero sul serio cambiare.

Ma lui lo vorrebbe ancora?

Ha parlato di sentimenti, ma dopo quel giorno non li ha menzionati nemmeno per sbaglio, nemmeno indirettamente, e tra l'altro il fatto che sia qui soltanto perché ha bisogno di sesso, non mi sembra sia una cosa esattamente legata all'amore o a qualche emozione.

Si tratta di semplice necessità, la necessità di un diciottenne che pensa soltanto a scuola, sport e sesso.

E io non so dirgli di no.

"Ehi." Gli dico con un sorriso, spostandomi lateralmente per lasciarlo entrare.

Fortunatamente riesco a constatare che si regge perfettamente in piedi, e che i suoi occhi sono meno rossi di quanto non sembrassero dalla foto che mi ha inviato.

Forse quindi la scelta di venire qui è cosciente?

"Ciao." Dice a sua volta, con leggera freddezza.

Prendo un respiro profondo prima di guardarlo di nuovo negli occhi, dove leggo un'altra volta soltanto la voglia che ha di me.

Mi squadra come se per lui fossi sempre uno spettacolo nuovo, anche se i vestiti che indosso sono gli stessi di qualche ora fa se non che adesso mi stanno più stretto per via di tutte le cose squisite che ho mangiato.

"Com'era la festa?" Chiedo, giusto per non far sembrare che l'ho fatto venire qui esclusivamente per il sesso.

Forse è il mio modo di farmi forte, di fingere che sono perfettamente capace di resisterlo, quando in realtà abbiamo appurato che non è affatto così, e che anzi le mie difese cadono piuttosto velocemente quando lui è nei dintorni.

"Beh, non c'eri tu..." sussurra, avvicinandosi a me lentamente. "Vorrei davvero parlare della festa, Scott, ma temo di avere altri pensieri per la testa." Ghigna, abbassandosi a prendermi per le cosce e portandosele intorno al bacino senza la minima fatica.

I nostri volti sono ad una distanza praticamente nulla, e il modo in cui mi fissa le labbra mi fa intuire che non ci vorrà molto prima che la azzeri del tutto.

Stranamente a fare il primo passo sono io, sporgendomi fino ad intrappolare le sue labbra morbide tra le mie.

Lui coglie immediatamente l'attimo, ricambiando il bacio e incamminandosi lentamente verso il divano, poco distante dall'ingresso principale.

So che probabilmente non è una grande idea: i miei genitori e Chris potrebbero rientrare da un momento all'altro e trovarci qui, ma d'altro canto non riesco più a resisterlo, e non ho la forza di dirgli che forse sarebbe meglio andare in camera mia.

Innamorata di uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora