Capitolo 29

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Mia madre mi ha appena avvisata che sarà fuori città per tutto il giorno insieme a mio padre, così ho approfittato del momentaneo rapporto pacifico con Jacob per dirgli di stare un po' a casa mia e passare del tempo insieme, poi decideremo a fare che cosa.

Ancora non ho idea di come poter portare avanti questa situazione con Jacob continuando a mentire a mia madre, quindi suppongo di doverle parlare.

Di certo non posso dirle che io e Jacob abbiamo quasi fatto sesso nonostante tra di noi non ci sia niente di preciso, ma comunque devo inventarmi qualcosa che giustifichi il fatto che io passi del tempo con lui.

"Stasera Violet ha invitato tutti a casa sua." Esordisce Jacob svaccandosi sul mio letto, mentre io appoggio le mie cose sulla scrivania e mi tolgo le scarpe.

Ancora non mi sono abituata al fatto che qui a New York praticamente ogni sera ci si ritrovi a casa di uno del gruppo per passare la serata a raccontarsi cazzate ed esagerare con i drink, ma per loro è del tutto normale.

"È una festa oppure andiamo lì soltanto per stare un po' in compagnia?" Gli chiedo curiosa, sedendomi accanto a lui.

"Nah, è soltanto una serata tra di noi. Ha detto che ordiniamo una pizza e poi ci inventiamo qualcosa da fare." Mi spiega lui, mentre distrattamente appoggia una mano sulla mia coscia, strizzandola un po'.

Non riesco a capire come riesca a fare queste cose con così tanta naturalezza, proprio come se si trattasse semplicemente di parlare con l'altra persona.

Forse ho sempre dato un'importanza troppo elevata al tatto, definendolo un mezzo di comunicazione molto più esplicito di quanto non lo siano le parole, ma il modo in cui mi tocca, riesce ogni singola volta a farmi rabbrividire come una bambina.

"Okay, chiedo a mia madre." Lo avviso, e mi allungo verso il comodino per prendere il mio cellulare, rendendomi conto di essere in una posizione che Jacob adorerà.

"Inizi già a mettere alla prova il mio autocontrollo, Scott." Dice infatti dopo qualche istante, dandomi una pacca sul culo.

Io scoppio a ridere ma non gli rispondo, impegnata a pensare a che cosa poter scrivere a mia madre per poterla convincere a farmi uscire per l'ennesima volta.

Non è una di quelle che fa uscire i figli una sola volta alla settimana e solo se si comportano bene, ma comunque c'è un limite a tutto, e questa settimana, nonostante non sia ancora finita, penso di averlo superato.

"Vieni qui." Lo sento mugugnare, e prima che possa finire di digitare il messaggio, mi ritrovo sdraiata sopra di lui.

Mi ritrovo felicemente sorpresa dall'innocenza in questo suo gesto, ma decido di non commentare, limitandomi a godermi le sensazioni che sto provando.

Per una volta dopo tanto tempo sono tornati quei momenti di semplicità e quotidianità, in cui si sta bene anche senza fare qualcosa in particolare, ma soltanto stando vicini e ridendo senza alcun motivo.

"Se non mi lasci scrivere il messaggio a mia madre non andremo da Violet, Wilson." Cerco di minacciarlo, anche se con pochissima convinzione nella voce.

Sento il suo petto vibrare, segno che sta ridacchiando, così alzo la testa per guardarlo, visto che quando ride è bellissimo.

"Vorrà dire che resteremo qui, Scott. Troveremo sicuramente qualcosa di divertente da fare, non preoccuparti." Mi dice con un ghigno strafottente che è veramente adorabile, guadagnandosi un mio sorriso.

Scuoto la testa esasperata, e appoggio di nuovo la testa al suo petto, ascoltando i battiti, per qualche motivo accelerati più del normale, del suo cuore.

Innamorata di uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora