Capitolo 30

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La festa a casa di Violet si è rivelata, proprio come previsto, decisamente tranquilla.

Abbiamo passato ore a chiacchierare come dei normali adolescenti, mangiando pizza e bevendo una lattina di birra a testa, senza strafare con la scusa di divertirsi.

Effettivamente, Jacob aveva ragione a pensare che non ero in vena di grandi feste dopo l'accaduto, ma comunque passare la serata in compagnia, è stato davvero piacevole, mi ha fatto perdere un po' della malinconia che sembrava volermi schiacciare.

Mi alzo dal divano e aiuto Violet a sparecchiare, sapendo che l'unico modo per convincere i ragazzi a dare una mano sarebbe la corruzione per mezzo di favori sessuali, e credo che ne io ne la mia amica siamo disposte a scendere a questo livello.

Ci dirigiamo nel giardino sul retro con i cartoni della pizza tra le mani per buttarli, e nel frattempo vedo un gran sorriso popolare il suo volto, fieramente.

"Sembra che tu e Wilson vi siate chiariti." Commenta, guardandomi felice.

A dire la verità, non comprendo il reale motivo di questa constatazione, visto che alla fine anche ieri sera sono andata alla festa con Jacob, ma forse ieri era troppo ubriaca per accorgersi della diversità.

"Siamo riusciti entrambi a scendere a compromessi, e per il momento le cose sembrano andare." Le spiego.

Per qualche motivo sento subito le guance andare a fuoco, forse per la sola idea che dopo tutto quello che è successo, io sia ancora capace di provare le stesse sensazioni e gli stessi sentimenti dell'inizio.

Pensavo che tutti i momenti passati ad inseguire la mia cotta come una stalker in giro per le strade di San Francisco sarebbero finiti, mentre invece adesso, anche se la città è diversa, e forse quella che inseguo è un po' poi di una cotta, sembra tutto uguale.

Dopo aver buttato la spazzatura, torniamo all'interno della casa, dove i ragazzi sono occupati a ridere animatamente e a darsi pacche sulle spalle a vicenda.

Non ho mai capito perché lo facciano, onestamente, ma sembra un gesto abbastanza diffuso, quindi suppongo che un senso, per quanto nascosto e a me del tutto sconosciuto, ce l'abbia.

Torniamo a sederci sul divano, io accanto a Jacob e lei vicino a Jordan.

Oltretutto, non mi ha ancora raccontato come sono andate a finire le cose tra loro due, nonostante, come promesso, io le abbia dato ogni singolo dettaglio si quello che è successo tra me è Jacob.

Beh, okay, non proprio tutto, ma comunque le cose importanti gliele ho dette.

"Allora, Allison, non ci hai ancora mai detto niente di te." Espedisce ad un certo punto Isaac, probabilmente senza cattive intenzioni ma comunque mettendomi decisamente a disagio: non amo dover parlare di me stessa e del mio passato, soprattutto visto che con loro devo stare attenta a quello che dico.

"Non c'è niente di particolare da sapere." Ridacchio io, arrossendo come un peperone nonostante non ce ne sia motivo.

L'ultima volta che Isaac mi aveva vista pensierosa, era stato capace di rendersi conto che non mi andava di parlarne con lui, o comunque che in generale non me la sentivo di raccontarlo, e vorrei che riuscisse a fare alla stessa cosa anche adesso.

Vorrei capisse che, se avessi voluto davvero raccontare a tutti la mia vita passata, probabilmente lo avrei già fatto di mia spontanea volontà.

Innamorata di uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora