Capitolo 27

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Non so se l'ho fatto per non ascoltare le storie su Violet e Jacob, ma in ogni caso temo di aver esagerato un tantino con i drink.

Credo di averne bevuti almeno sei, e per lo standard a cui sono abituata, sono veramente troppi, soprattutto considerando che non ho idea di quanto alcol abbiano messo dentro ai bicchieri che mi hanno dato.

Non sono completamente ubriaca, ma di certo non posso definirmi lucida.

È da qualche minuto ormai che rido per ogni singola cosa e che continuo a cercare più contatto con Jacob, muovendomi mentre sono seduta sopra di lui.

Probabilmente i miei ormoni con l'alcol hanno completamente detto addio a quel poco di dignità che gli rimaneva.

Per l'ennesima volta avvicino il mio corpo al suo, facendo aderire la mia schiena al suo petto e facendo in modo che la patta dei suoi jeans sia contro il mio sedere, e a quel punto lui mi prende i fianchi e mi blocca.

"Smettila di muoverti, Scott. È eccitante, ma non mentre siamo in compagnia." Mi sussurra all'orecchio, e per tutta risposta io mi mordo le labbra e mi muovo ancora.

Faccio un sorrisetto compiaciuto per il potere che ho su di lui in questo momento, ma al posto che avvertirmi una seconda volta oppure pregarmi di smetterla, si alza dal divano trascinandomi con lui.

Non so che cosa stia facendo, ma mi prende per un polso e incomincia a camminare verso l'interno della casa, sotto gli sguardi compiaciuti degli altri ragazzi.

"Dove stiamo andando?" Chiedo con una risatina che non so neanche da dove provenga, ma lui non mi risponde e cammina.

Attraversiamo mezza casa in questo modo, senza che io sappia che cosa sta facendo o dove mi stia portando, fin quando non apre la porta di una stanza e mi ci spinge dentro.

Sono abbastanza certa che quella in cui siamo sia una cabina armadio, perché ci sono esclusivamente migliaia di vestiti e di paia di scarpe, ma continuo a non capire perché diamine mi ci ha portata.

Quando mi volto per chiederglielo, però, le sue labbra sono già irreversibilmente sulle mie, e tenendomi le mani sui fianchi, mi spinge contro il primo scaffale che trova.

Ah per questo siamo qui?

Mi bacia con una passione travolgente, mentre sento che l'erezione che gli ho provocato poco fa, è premuta sulla mia pancia.

Mi tocca ovunque, come se stesse cercando di ricordarmi che sono sua in ogni millimetro del mio corpo, nonostante io, nel profondo, lo sappia già perfettamente.

Mi strizza il sedere con sapienza, dedizione, mentre io con più delicatezza metto le mani sotto la sua maglietta e gli accarezzo gli addominali e il petto, come se cercassi di impararli tutti a memoria.

Presa da un momento di coraggio, probabilmente dovuto dall'alcol, premo le mani sul suo petto e faccio in modo che sia lui a finire contro lo scaffale.

Scendo lentamente a baciargli il collo, a passare la lingua sulla sua pelle e a morderla, lasciandogli dei piccoli segni rossi.

"Non provare mai più a strusciarti su di me mentre siamo in pubblico, Scott." Sussurra lui, e ricambia i miei stessi gesti, mordicchiandomi il collo e leccandolo.

"Ssh." Lo zittisco io, perché in questo momento non voglio che parli, o che mi dica che cosa devo e non devo fare.

Per una volta ho le idee chiare, forse anche perché l'alcol mi da un po' di coraggio in più, e voglio soltanto che lui mi assecondi e che per una volta mi lasci fare.

Metto le mani all'orlo della sua maglietta e gliela sfilo, mentre lui si lascia guidare dai miei movimenti, mentre mi guarda adorante.

Ha le labbra socchiuse, i capelli spettinati e gli occhi iniettati di desiderio.

Innamorata di uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora