Capitolo 7

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Sento un vetro infrangersi. Come se qualcuno avesse scagliato una bottiglia vuota di birra sul pavimento proprio accanto a me.

Apro gli occhi di scatto, e fortunatamente realizzo che non c'è nessuna bottiglia di birra rotta sul pavimento accanto al letto, e nessuno che potrebbe avercela buttata.

Violet dorme ancora accanto a me, con tutta la tranquillità del mondo, mentre io mi strofino gli occhi quasi con violenza, nel tentativo di fare un po' di chiarezza nella mia mente.

Mi alzo dal letto lentamente, e cammino verso l'armadio in punta di piedi, cercando di non svegliare Violet facendo rumore. Una volta arrivata a destinazione, prendo dall'armadio un paio di shorts sportivi e li indosso sotto la maglietta che Isaac mi ha prestato.

Si, fate bene a pensare che sia assurdo, ma l'ha semplicemente ritenuto 'un gesto gentile'.

Esco dalla stanza sempre in punta di piedi, e chiudo la porta alle mie spalle per lasciar dormire la mia amica il più possibile: ho letto da qualche parte che riposare è fondamentale dopo una sbronza.

Il corridoio è pulito, al contrario di com'era quando siamo andate a letto: pieno di bottiglie sul pavimento e di persone accasciate per dormire contro il muro.

Arrivo finalmente nell'open space tra salotto e cucina, e mi ritrovo davanti una scena assolutamente esilarante: Jackson, Isaac e Jacob - anche se ieri sera non mi era sembrato di vederlo alla festa - che puliscono tutti i residui della serata appena passata, con dei grandi sacchi dell'immondizia in mano.

"Principessa, ti sei svegliata." Mi saluta Isaac, attirando l'attenzione degli altri due, che ancora non si erano accorti di me.

Jacob resta senza parole nel vedermi, e rimango immobile anche io quando posa i suoi paradisiaci occhi nei miei. Menomale che dovrei odiarlo, complimenti a me.

"S-si... serve una mano?" Chiedo dolcemente, e Jackson mi lancia un sacchetto vuoto dopo aver annuito e sorriso.

"Cosa ci fai qui, Scott?" Domanda Jacob, parlando per la prima volta in assoluto.

Ma che razza di domanda è? Potrei chiedergli la stessa identica cosa, ma non penso serva una laurea per capire che entrambi fossimo qui per la festa, e adesso stiamo aiutando.

"Sono venuta con Violet alla festa. Tu cosa ci fai qui, Wilson?" Gli chiedo in tono strafottente, mentre incomincio a raccogliere tutti i bicchieri e i piatti di plastica che sono sparsi in giro per tutta la stanza, anche nei posti più assurdi a cui si può pensare per mettere un piatto.

"Ci vengo sempre, a queste feste. Tu da quando fai comunella con quella puttana di Violet Ross?" Domanda con un ghigno, e sento gli altri due ragazzi emettere dei lamenti.

"Quanto rompi il cazzo di prima mattina, Jake, lasciala in pace." Commenta Jackson ridacchiando, e io lo ringrazio con lo sguardo per avermi salvata da quell'insopportabile interrogatorio da parte di Jacob.

"Dovete fare questo ogni volta che c'è una festa?" Chiedo incredula, nel tentativo disperato di cambiare argomento.

"Ci tocca, Allison. Altrimenti niente più feste, niente di niente. Soprattutto quando le organizziamo qui, i genitori di Jackson ci ucciderebbero se lasciassimo un solo cuscino fuori posto." Mi spiega Isaac, alzando gli occhi al cielo ma poi sorridendomi.

Non so se perché ieri erano fatti, ma adesso sembrano persone assolutamente normali. Sono ragazzi cordiali, carini, che stanno riordinando dopo una festa.

"Mh, inizia a svegliare Violet: tra mezz'ora dobbiamo essere in classe." Mi avvisa Jackson, e io spalanco gli occhi per la sorpresa.

Non avevo assolutamente pensato al fatto che oggi saremmo dovute andare a scuola. In realtà, non era neanche previsto che passassimo la notte fuori. Non ho niente da mettermi, e Violet è praticamente morta.

Innamorata di uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora