Capitolo 5

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Senza neanche passare dalla classe, raggiungiamo la palestra interna della scuola, mentre mentalmente mi ritrovo a pregare che gli spogliatoi siano separati tra ragazzi e ragazze.

La verità è che non penso neanche sia legale che le ragazze siano costrette a cambiarsi nello stesso spogliatoio dei ragazzi, ma dal momento che di ragazze praticamente non ce ne sono, non la vedo neanche così assurda l'idea che il camerino per cambiarsi sia uno solo.

"Preoccupata, Scott?" Chi può mai essere a chiedermelo? Inizio a non sopportarlo più.
Si, e anche a mentire a me stessa.

Onestamente non saprei proprio cosa rispondere a quello stronzo modesto: so benissimo che vuole sentirsi dire che ho paura, ma chiaramente non ho la benché minima intenzione di dargli questa soddisfazione.

"Assolutamente, Wilson. Perché dovrei esserlo?" Domando in tono provocatorio, guardandolo in attesa che mi risponda.

Lui alza le braccia al cielo, come per dichiararsi innocente, e dopodiché si incammina verso il suo gruppo di amici - composto dagli stessi con cui stava nel giardino della scuola fino a pochi minuti fa - senza dire nient'altro.

Non sopporto le persone misteriose. Non sopporto l'idea di dover essere io ad indagare e a scoprire le verità di una persona.

Okay, in effetti probabilmente lo sono un po' anche io: ad eccezione della mia migliore amica, nessuno mi conosce veramente, quindi sicuramente non posso dichiararmi una persona solare e trasparente.

Ad ogni modo, sulle altre persone questa è una caratteristica che mi infastidisce.

Entriamo in una struttura immensa, che ha tutta l'aria di essere un vero e proprio palazzetto dello sport, e ad accoglierci all'ingresso è un ragazzo di massimo trent'anni.

Ha un'aspetto che va decisamente contro quello che ci si aspetta da un insegnante: ha i capelli rasati, la pelle abbronzata, il corpo perfettamente tonificato in ogni singolo punto, e le sue braccia sono coperte di tatuaggi.

Sia chiaro: non sono il genere di persona che giudica per il numero di tatuaggi, assolutamente, semplicemente non mi aspettavo che avrei mai potuto avere un insegnante così.

E cavolo quanto è bono.

"Bentornati ragazzi." Dice lui tranquillamente, sorridendo a tutti i suoi vecchi alunni che - come mi sembra logico - lo adorano.

Fa velocemente scorrere il suo sguardo tra noi ragazzi, cercando di ritrovare tutti volto conosciuti, quando improvvisamente si sofferma su di me.

I suoi occhi sono chiari, di un color nocciola tendente al giallo. Sono bellissimi.

"Allison Scott, dico bene?" Domanda dopo qualche istante, incominciando a sorridere sinceramente come per rassicurarmi.

"Ehm... si, sono io." Sorrido a mia volta, cercando di non lasciar trasparire la tensione e sperando che non mi tremi la voce mentre parlo, cosa che mi capita spesso.

"Avrebbero dovuto avvisarmi... non ho le chiavi dello spogliatoio femminile." Mi avvisa; ed ecco che il mio incubo è diventato realtà.

Il fatto che uno spogliatoio femminile ci sia è già rassicurante, ma comunque per oggi non potrò usarlo, e questo è un bel problema.

Mi guardo intorno, e in men che non si dica incontro il sorriso strafottente di Jacob, che è chiaramente molto divertito e compiaciuto da questa situazione che a me crea disagio.

Insomma, penso non sia piacevole per nessuno l'idea di doversi cambiare in mezzo a venticinque completi sconosciuti.

"E va bene... un modo lo troviamo. Nello spogliatoio c'è un bagno: ti ci chiudi dentro e per oggi ti cambi lì. Prometto che dalla prossima volta recupero le chiavi e ti potrai cambiare senza il rischio che qualcuna di queste bestie ci provi con te." Ridacchia lui, riferendosi ai miei compagni.

Innamorata di uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora