Capitolo 21

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Finalmente è arrivato venerdì.

È stata una settimana abbastanza pesante a scuola, soprattutto considerando che Jacob ha ricominciato ad ignorarmi del tutto, fino a quando si è deciso a dirmi che l'invito per stasera è ancora valido.

Ancora una volta, so che è colpa mia, ma ogni tanto potrebbe anche provare ad affrontare la situazione e parlarne, piuttosto che fingere che io non esista nel suo mondo.

Sono davanti all'armadio da circa mezz'ora, a cercare di capire che cosa potrei mettermi di carino per la festa, ma come al solito non ho la più pallida idea di come vestirmi.

Fortunatamente, Violet verrà in mio soccorso a momenti: lei sa sempre che cosa indossare e come comportarsi alle feste.

Visto che il mio cervello per il momento non sembra collaborare, decido di incominciare a truccarmi, sapendo che è l'unico ambito in cui ho sicurezza, dal momento che mi trucco sempre allo stesso modo.

Applico la matita nera sotto gli occhi, il mascara sulle ciglia e un rossetto non troppo vistoso sulle labbra.

"Ehi festaiola!" Per poco non ho un infarto quando Violet entra urlando in camera mia, come se fosse normale che lei sia entrata in casa senza che nessuno sentisse.

"Oh mio dio, Violet, come sei entrata?" Le chiedo, lanciando il rossetto nella borsa dei trucchi, come per frustrazione.

La vedo alzare gli occhi al cielo e va a sedersi sul mio letto.

"Mi ha aperto tua madre, ovviamente. Avrei potuto, ma non ho ancora fatto una copia delle tue chiavi di casa." Mi rivolge un sorrisetto e poi si sporge per guardare nel mio armadio, così pieno ma così vuoto.

"Perché adesso sarei una festaiola, comunque?" Le chiedo perplessa, riflettendo in ritardo sul modo in cui mi ha chiamata.

Lei mi guarda con il sorriso più strafottente della storia, e senza che io possa dire niente, tira fuori dal mio armadio un paio di pantaloni bianchi e un top fucsia.

"Perché hai accettato di venire alla festa solo quando ti ha invitato il tuo bello." Mi fa l'occhiolino e torna a sedersi.

"Ti prego, non chiamarlo mai più così." Dico schifata, anche se in realtà non è così male pensare che lo è veramente.

Cioè, mio non esattamente, ma non importa.

"Come mai oggi hai scelto vestiti così poco eleganti?" Le domando, ricordando il modo in cui ci eravamo vestite per la festa a casa di Jackson, la mia prima festa qui.

"Perché oggi è una cosa tra di noi, ci sono solo i ragazzi, Jacob e Noah." Ci metto un po' a realizzare che con i ragazzi intende quelli del famoso 'gruppo' di cui mi ha parlato: Jackson, Isaac, Dylan, Jordan e Liam.

Non che l'ultima volta che ho (quasi) avuto a che fare con Isaac sia stata esattamente piacevole, ma a dire la verità non sono neanche certa che avesse brutte intenzioni.

Per stasera devo cercare di togliermi dalla testa i pregiudizi e le idee legate a quanto mi ha detto Violet, e cercare di farmi una mia impressione sui ragazzi.

"Cioè saremo noi insieme a... tutti loro?" Domando incredula, nonostante sapessi che in ogni caso saremmo state le uniche ragazze.

Ma insomma, un conto è quando ci sono anche altre persone, un altro quando ci siamo solo noi e loro, e io ho ancora nella testa le cose che Violet mi ha detto da Jackson.

Non capisco perché mi abbia messa in guardia, se alla fine è lei a buttarsi volontariamente nella tana dei leoni ogni volta.

"Non mordono mica." Ridacchia lei, mentre estrae dal suo zaino un paio di jeans neri e un top bianco, che probabilmente dovrà indossare per questa 'festa'.

Innamorata di uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora