Capitolo 1

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"Allison, alzati! È il primo giorno di scuola e tu devi farti la doccia per essere impeccabile!" Mia madre entra nella mia stanza facendo tentennare sul pavimento i suoi tacchi a spillo, e io incomincio già ad odiarla, nonostante siano soltanto le sei del mattino.

Vuole sempre che io sia perfetta, e specialmente oggi che è il primo giorno in una nuova scuola, mi ha imposto di lisciarmi i capelli e indossare la gonna, cosa che probabilmente non farei mai di mia spontanea volontà, di certo non per andare a scuola.

Si dirige verso la porta-finestra e spalanca le imposte per permettere alla luce di illuminare tutta la mia stanza ancora un po' spoglia.

Quando ancora vivevo a San Francisco avevo le pareti ricoperte di poster e foto con i miei amici o la mia famiglia, ma dopo il trasferimento il camion con gli scatoloni con quel tipo di cose non è ancora arrivato a destinazione.

Mi alzo dal letto soltanto quando mia madre esce dalla mia camera e chiude la porta, poiché altrimenti so benissimo che proverebbe ad instaurare una conversazione, e per il momento non ne ho la minima intenzione.

Vado a farmi la doccia, proprio come ho promesso a mia madre, e mentre sono sotto il getto dell'acqua mi prendo un po' di tempo per prepararmi psicologicamente a quello che dovrò affrontare da oggi in poi: frequentare una scuola popolata unicamente da ragazzi.

Ho già incontrato alcuni dei miei futuri compagni di classe, mentre facevo un giro per la città, e sono certa che non siano propriamente dei tipi facili con cui fare amicizia.

Sono più quelli da mi faccio una ragazza diversa ogni sera e non mi interessano amiche o fidanzate, quindi temo che sarà complicato conviverci.

Esco dalla doccia dopo dieci minuti abbondanti e decido di occuparmi subito dei capelli, per evitare di bagnare o sporcare i vestiti puliti e perfettamente stirati da mia madre.

Li asciugo con la spazzola e poi ci passo la piastra per renderli ordinati e dritti come spaghetti - paragone un po' irrealistico, dal momento che ho i capelli castani.

Ancora con l'asciugamano avvolto intorno al corpo, prendo la trousse con tutti i miei trucchi e decido che cosa applicare per non risultare troppo esagerata. Già i vestiti sono a parer mio eccessivi; non vorrei sembrare una troia o rischiare di essere violentata già il primo giorno di scuola - idea che non sembra neanche sfiorare la mente bacata di mia madre.

Voglio dire, non può non passarti per la mente che sia pericoloso mandare tua figlia in minigonna in una scuola di soli maschi. Beh, evidentemente per lei è stato proprio così.

Alla fine opto per una striscia di matita nera sotto l'occhio e uno strato di mascara, trucco che risalta perfettamente la forma a mandorla dei miei occhi. Decido di evitare il rossetto e metto soltanto un po' di burro cacao, nonostante sappia benissimo che si cancellerà nel momento in cui farò colazione.

Mi metto l'intimo e i primi vestiti che trovo nell'armadio e scendo a fare colazione, sapendo che mia madre non vorrebbe che io rischiassi di sporcare gli abiti che mi ha preparato.

"Buongiorno, tesoro." Dice mia madre con un sorriso esagerato sulle labbra, che le parte da un occhio e arriva fino all'altro. Per un momento mi chiedo se si sia scordata che a svegliarmi è stata lei, e che quindi mi ha già dato il buongiorno ormai mezz'ora fa.

"Ciao mamma." Rispondo con molta più freddezza di lei, andandomi a sedere su uno degli sgabelli dell'isola della nostra cucina.

Nel mio piatto c'è una piccola brioche al cioccolato appena comprata in pasticceria, un pancake fatto in casa già condito con tre quintali di sciroppo d'acero - proprio come piace a me - e un semplice biscotto di pasta frolla e marmellata di albicocche. Ma in quanto pensava che fossimo a colazione, mia madre?

Innamorata di uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora