Capitolo 14

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Arrivare al lunedì dopo tutto quello che è successo la scorsa settimana, è stato qualcosa a metà tra un'impresa e un trauma.

L'unica persona con cui ancora parlo è Violet, dal momento che mia madre non ha intenzione neanche di rivolgermi uno sguardo, mentre Jacob neanche si vede più in giro.

Insomma si, lo si vede a scuola ma è sempre silenzioso e non guarda in faccia a nessuno, ed è strano pensare che sia colpa mia.

Lo so, sono stata una persona orribile fino al midollo, ma chiudersi da tutte le altre persone mi sembra una reazione un tantino esagerata, soprattutto per uno come lui.

Voglio dire, ci tiene tanto a mostrare la sua immagine da ragazzo senza sentimenti, con una corazza più dura di una roccia di quattrocento anni, e adesso si comporta come un ragazzino alla prima delusione.

Lo so che l'errore è stato mio, ma di certo non era la reazione che mi aspettavo.

Non avrei mai pensato di dirlo, ma in questi giorni mi è mancato terribilmente averlo accanto, anche solo per pochi minuti.

Anche se lo conoscevo da pochissimo, ormai ero abituata a sentirlo ronzare intorno per tutta la giornata scolastica, e poi a studiare con lui il pomeriggio a casa di uno o dell'altro, e ora è strano non farlo più.

"Allie!" Sento gridare, e non appena mi volto, mi ritrovo davanti una Violet felice come una pasqua, senza che io sappia perché.

Insomma, siamo davanti a scuola con seicento ragazzi che fumano e sono le otto del lunedì mattina, perché mai una persona sana di mente dovrebbe essere felice?

"Vi, come mai questo entusiasmo?" Le domando immediatamente, aggrottando le sopracciglia ma sorridendole.

Lei mi prende per un polso e mi trascina lontana dai ragazzi, probabilmente per fare in modo che nessuno oltre a me possa sentire quello che sta per dirmi.

Ha i capelli scuri stranamente raccolti in una coda di cavallo, indossa una felpa troppo grande per essere sua ed è struccata, adesso che ci faccio caso, ma non so se possa c'entrare con la sua insana felicità.

"Sono andata a letto con Jordan!" Esclama lei felice, incominciando ad agitarsi.

Sono certa di dover sapere chi sia questo Jordan, ma per il momento non mi sembra di ricordarlo. Sarà qualcuno della scuola?

"Ehm... chi è Jordan?" Le chiedo imbarazzata, portandomi una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio, poiché oggi sembrano non avere la minima intenzione di stare in ordine.

Lei sbuffa sonoramente e si posa le mani sui fianchi, come per dimostrarmi che è arrabbiata con me per non conoscere Jordan.

"Il ragazzo della festa, Allie, quello biondo." Dice in tono rassegnato, e a quel punto mi sembra di avere qualche reminiscenza.

"Ah, si. Complimenti, bellezza." Le faccio l'occhiolino per complimentarmi ulteriormente, mentre lei si limita a rivolgermi il sorriso più fiero della storia.

Con la coda dell'occhio vedo Jacob oltrepassare i cancelli della scuola, con le cuffie nelle orecchie e le mani in tasca.

È davvero triste vederlo in questo stato, come se fosse uno di quei ragazzi tenebrosi.

Lui non è così, e non potrei sentirmi più in colpa nel constatare che l'ho completamente distrutto dall'interno.

"Allie?" Mi richiama Violet, e io riporto la mia attenzione su di lei, realizzando troppo tardi che stava intrattenendo un discorso che io ho totalmente ignorato.

Spalanco la bocca per scusarmi ma poi mi mordo il labbro, sapendo che c'è qualcuno con cui devo davvero scusarmi.

"Puoi darmi un minuto?" Le chiedo, e senza aspettare che risponda mi allontano da lei correndo, cercando di raggiungere Jacob prima che entri nell'atrio della scuola.

Innamorata di uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora