Capitolo 2

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Il mattino seguente Camila si svegliò più confusa del solito. Si stropicciò gli occhi stanchi e le ci volle qualche minuto per capire dove si trovasse. Appena si fu ricordata, si tirò su a sedere di scatto, preoccupata che Lauren non si trovasse più al suo fianco.

Uscì dal letto, presa dal panico, e corse in corridoio. "Lolo?" la chiamò, piegando la testa di lato e trascinando i piedi in salotto. E quando con la coda dell'occhio vide Lauren in cucina, tirò un sospiro di sollievo.

"Buongiorno" canticchiò, sorridendo felice. Lauren però non rispose e lei la squadrò preoccupata. La ragazza dagli occhi verdi continuava a borbottare tra se e se qualcosa di incomprensibile e frugava tra i vari scatoloni sparsi per tutto il pavimento.

"Lolo?" Camila rimase ad osservarla incuriosita. "Che succede?" le chiese a bassa voce, allungando il braccio e accarezzando con la mano la spalla della ragazza.

Lauren sobbalzò per lo spavento e si voltò indietro, verso di lei. Camila trasalì in risposta e indietreggiò di qualche passo.

"Sono così stupida" sospirò Lauren, afflosciando le spalle, prima di riprendere a frugare tra gli scatoloni. "Ho comprato dei cereali e stavo preparando la colazione, ma indovina un po'? Non abbiamo un tavolo. Mi sono dimenticata di comprare un tavolo" esclamò, abbandonando le braccia lungo i fianchi e sbuffando per la frustrazione.

Camila non potè fare a meno di ridere al pensiero di Lauren che si innervosiva per delle stupide sciocchezze. Era così adorabilmente ridicola. "Non è un problema" la rassicurò, avvicinandosi a lei.

"Ma chi è che si dimentica di comprare un tavolo?" scosse la testa la più grande, lamentandosi della sua stessa stupidità.

"Tu" ridacchiò Camila, avvicinandosi ancora di più a lei per stringerla in un abbraccio. "Che importa?" mormorò, senza perdere la pazienza. Lauren fece spallucce.

"Ci sono così tante cose a cui pensare" le confessò, appoggiandosi al bancone della cucina e si passò una mano tra i capelli.

"Ci riusciremo" le rispose l'altra. "Abbiamo un sacco di tempo, Lo. Sono solo..." e lanciò un'occhiata all'orologio. "Le otto di mattina." Rise sotto i baffi quando si accorse che Lauren si era alzata prestissimo quella mattina.

"Ma prima, ho voglia di cereali" annuì in fretta, afferrando la scatola di Lucky Charms che aveva scelto personalmente.

"Forza, Lolo" insistette, mettendo il broncio, quando si accorse che la sua ragazza era ancora lì incantata a fissare il soffitto. "Sarà una bellissima avventura" le sorrise piena di speranza e con la mano libera, la afferrò per un braccio. "Andrà tutto bene" aggiunse, facendo intrecciare le loro dita come quando dovevano promettersi qualcosa di importante.

La ragazza dagli occhi verdi abbassò lo sguardo e sospirò sconfitta. Camila aveva ragione. "Potremmo mangiare nel patio sul retro" si offrì, facendo sorridere la più piccola e poi afferrò la sua colazione.

"Brontolona" la prese in giro Camila, ottenendo in risposta un'occhiataccia scherzosa. Sistemarono sulla veranda un paio di seggioline di plastica e si accomodarono. Anche se la loro nuova casa non era molto grande, aveva una vista mozzafiato. La terra davanti a loro si estendeva per miglia: in quel modo potevano godere di un ampio cortile verdeggiante e anche di molta privacy.

"Riesco a sentire gli uccellini cantare" disse Camila, indicando gli alberi che delimitavano il cortile. Lauren mormorò qualcosa di incomprensibile mentre mandava giù un boccone di cereali e l'altra scoppiò a ridere.

                                   *****

Quando terminarono la colazione, si misero a svuotare gli scatoloni. Non era il modo migliore in cui Camila avrebbe voluto passare la giornata, ma sapeva che Lauren non vedeva l'ora di cavarsela, quindi decise di non lamentarsi.
Aspettò che la ragazza dai capelli corvini sparisse in fondo al corridoio con qualche scatolone e poi corse a prendere la scatola su cui aveva appiccicato una stellina dorata. La trascinò per tutto il salotto, fino al caminetto.
A quel punto rimase in silenzio, per assicurarsi che Lauren fosse ancora occupata a svuotare gli scatoloni nell'altra stanza. Sorrise soddisfatta quando la sentì sbuffare per la fatica; aprì con impazienza la scatola speciale e restò per qualche secondo ad ammirare la collezione di disegni e dipinti che aveva conservato con cura.
Lì tirò fuori uno alla volta, prendendosi il tempo di osservarli uno ad uno. A quel punto iniziò a posizionarli di qua e di là, con un adorabile sorriso che le andava da un orecchio all'altro.
Quando Lauren spuntò di nuovo in salotto con le scatole vuote, smise di respirare per un secondo. La più piccola le sorrise, sistemò l'ultimo dipinto sulla parete e poi tornò davanti al caminetto.
"Sorpresa!" ridacchiò dolcemente. "So che non me lo avresti lasciato fare se te lo avessi chiesto" le confessò, mordendosi il labbro nervosa. "Ma a me piace."
Camila infatti sapeva che Lauren era molto critica della sua arte. Le diceva sempre che i veri artisti non erano mai soddisfatti del proprio lavoro. Ma Camila lo era. Era più che soddisfatta. Amava l'arte di Lauren. Attraverso quei disegni, la sua ragazza le diceva tante cose che a parole non riusciva ad esprimere.
"Se non ti piacciono posso toglierli" aggiunse, quando si accorse dell'esitazione nel suo sguardo.
"No, è solo che..." Lauren scosse la testa, prima di guardarsi intorno e accarezzò la spalla di Camila. "E' strano" ammise. "Voglio dire... questa è la nostra casa."
"Anche se ha bisogno di un po' di amore" aggiunse la ragazza dai capelli corvini con una debole risata. Lauren alzò gli occhi al cielo divertita e storse il naso.
E con tempismo perfetto, un rumore stridulo riecheggiò per tutto l'appartamento. Lupo attraversò di corsa la stanza e andò a nascondersi di fianco al caminetto. Camila si coprì le orecchie d'istinto per cercare di tenere lontano quel rumore insopportabile. Persino Lauren trasalì.

Green || Camren || Traduzione ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora