Capitolo 3

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"Mi sto sbrigando!" rise Camila, frugando tra i vestiti nell'armadio finché non riuscì a trovare il suo adorato cappellino blu. Sorrise alla sua immagine riflessa nello specchio e si sistemò il berretto sulla fronte. "Sono pronta!" esclamò, appena sentì Lauren raccogliere le sue cose.

Rise tra se e se quando corse giù in cucina e incontrò la sua ragazza che frugava disperata tra gli scatoloni ancora da svuotare.

"Dove sono finite quelle cazzo di chiavi?!" si lamentò, scuotendo il capo prima di sollevare lo sguardo. Camila non potè fare a meno di ridere e poi indicò con la mano la parete accanto alla porta.

"Lei hai appese lì ieri sera" le ricordò. Lauren si schiaffeggiò la fronte con il palmo della mano, corse all'ingresso e afferrò le chiavi dalla mensolina che aveva costruito appositamente per quello. Camila rise di nuovo, si infilò in fretta le scarpe e saltello contenta giù dagli scalini traballanti della veranda.

"Perchè sei così turbata?" chiese alla sua ragazza quando salirono in macchina. Si era accorta del modo in cui Lauren si stava aggrappando al volante: lo stringeva così forte, che le nocche le erano diventate tutte bianche. Così allungo il braccio e con naturalezza posò la mano sulla sua. "Stai tranquilla. Ti hanno già dato il posto."

Lauren sospirò sconfitta, perchè sapeva che Camila aveva ragione. "Lo so" annuì, rilassando un po' la presa sul volante. "Ma voglio essere sicura di non essere licenziata il primo giorno. Mi piace davvero questo lavoro."

"Ce la farai" canticchiò la più piccola, abbandonando la testa sullo sedile dell'auto. "Ti adorano già tutti. Per questo ti hanno offerto quel posto. Duh" ridacchiò, arricciando il naso in modo adorabile.

"Pensavo che mi sarei liberata della presenza di Dinah, una volta che ci fossimo trasferite" scherzò Lauren, stringendole la mano. "Comunque, devo stare tranquilla, perchè ho con me il mio porta fortuna" disse e si voltò verso di lei, facendole l'occhiolino. Camila scoppiò a ridere.

"Come i cereali" rispose l'altra, orgogliosa della sua riflessione.

"Quelli sono Lucky Charms, sciocchina" rise la ragazza dagli occhi verdi, spingendola dolcemente da una spalla. "Ci hai provato..."

"Sta zitta" borbottò Camila, fingendosi delusa. Lauren le fece una linguaccia e poi parcheggiò l'auto davanti agli uffici dell'azienda.

"Ci vorranno circa 10 minuti e poi possiamo andare" le promise, una volta che furono entrate e fece segno alla sua ragazza di accomodarsi in sala d'attesa. Lei annuì e le diede un rapido bacio sulle labbra prima di allontanarsi.

Camila si accomodò su una delle poltroncine, incrociando i piedi sotto le gambe e si mise a sfogliare distrattamente una rivista che aveva trovato sul tavolino lì accanto. Gli occhi le si chiudevano da soli e si stava quasi per addormentare, quando sentì un gemito di frustrazione riempire il silenzio.

La mora aprì gli occhi di scatto e notò la ragazzina in fondo alla sala d'attesa, che accartocciava un foglio di carta e lo gettava nel cestino. Poi strappò un'altro foglio dal suo quaderno e rimase a contemplarlo, giocherellando nervosamente con la penna che stringeva in mano.

"Che stai facendo?" le chiese, piegando la testa di lato, incuriosita. La ragazzina trasalì quando sentì la sua voce, si voltò spaventata verso di lei e la squadrò con aria interrogativa.

"Devo scrivere uno stupido tema" sbuffò poi, alzando gli occhi al cielo. "E non mi viene in mente nulla da scrivere" mormorò, rigirandosi la penna tra le mani, prima di riportare l'attenzione sul foglio bianco.

Qualche istante dopo, Camila afferrò una sedia vuota e andò a sedersi accanto alla bambina, studiando timidamente la situazione. "Posso darti una mano, se vuoi" si offrì, ricevendo in risposta un sorriso incerto. La ragazzina rimase a contemplare il viso di Camila e alla fine decise che si sarebbe potuta fidare di lei.

Green || Camren || Traduzione ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora