Capitolo 40

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<<Che vuol dire?>> chiesi con le lacrime agli occhi. Mia mamma, o almeno quella che credevo essere mia madre da bambina, non lo era veramente.
<<Questo spiega perché se ne è andata quel giorno>> disse mio padre. Presi una sedia e mi ci sedetti...non ragionavo più. Mia madre non era mai stata una codarda.. non era mai scappata.. non mi aveva mai lasciata da sola. Se da un lato ero disperata, dall'altro ero sollevata, perché l'immagine che avevo dato a mia madre era diversa da quella che era realmente.
<<È il momento che tu sappia tutto..>> dice mio padre << tua madre era uguale a te.. le foto che hai sempre visto di tua madre in giro per casa sono veritiere..>> continuò. Solo in quel momento mi resi conto che le foto di mia madre non corrispondevano con l'immagine di quella che credevo fosse lei. <<Da piccola non capivi, ma vedevi sempre questa donna a casa e >> si interruppe e incominciò a piangere.
<<Come è morta?>> domandai <<Poco dopo il parto. Io ero così felice di avere una figlia femmina.. eri uguale a lei.. avevi gli stessi occhi, le stesse labbra e così ho incominciato ad amare te>>
Era orribile quello che mi stava dicendo. Lui mi amava perché assomigliavo a mia madre e lei era morta. Mi alzai e me ne andai da quella casa, da lui.
Cercai di metabolizzare tutto. Non chiamai Damiano e nemmeno Bea , si sarebbero arrabbiati perché ero andata da mio padre. Quando salii erano tutti in salone.
<<Che è successo?>> domandò Damiano venendomi incontro
<<nulla>>
<<hai gli occhi lucidi>> dice e ciò mi fece sorridere, significava che mi conosceva.
<<giurami di non fare domande>> dico
<<giuro>>
<<ho scoperto che mia madre è morta>> Damiano mi abbracciò.
Mi lasciai andare totalmente.

<< Come l' hai scoperto?>> Domanda serio
<<Non posso, ricordi niente domande>> dico asciugandomi le lacrime ed allontanandomi da lui.
<<Sei stata da lui?>> mi domanda prendendomi per il braccio.
Non sapevo mentire
<<Sei stata da lui, vero?>> continuò.

Un angelo senza le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora