Capitolo 24

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La sera precedente Bea rimase a dormire da Leo, di conseguenza l' obbligai l' indomani mattina ad accompagnarmi al colloquio. Stavo preparando il caffè per tutti, quando Damiano si alzò entrando in cucina. Aveva indosso solo i boxer ed era a petto nudo.

<<Come mai così presto di sabato mattina>> Domanda con la voce assonnata

<<Ho un colloquio in un bar qui vicino>> Dico guardandolo mentre sbadigliava.

<<In un posto che conosco cercano una barista. Sarebbe anche un modo per controllarti>>

<<Io non ho bisogno di nessuno che mi controlli. Grazie comunque dell' offerta>>

Irritata gli passai accanto con due tazze di caffè andai a bussare nella stanza di Leo.

Sentii dei passi dietro di me ed un secondo dopo avverto il suo fiato sul mio collo.

<<Non si sveglia neanche con le bombe>> Mi sussurrò. Mi venne la pelle d'oca per quel contatto così ravvicinato con lui. La porta si aprì, facendomi distogliere da tutti i pensieri malsani.

<<Vi ho portato il caffè, poi mi devi accompagnare lì>> Dico alla mia amica, ancora assonnata

<<Grazie>> Disse afferrando le due tazzine << Posso far finta di averlo fatto io il caffè?>> Mi domanda strappandomi un sorriso.

<<Glielo dico bambolina che non l' hai fatto tu>> Dice Damiano a Bea, per poi incamminarsi in cucina.

<<Due minuti e sono pronta>> E ci credevo davvero, perchè quando non si trattava di uscire con Leo, Bea era incredibilmente veloce.

Mi andai a preparare ed optai per un paio di jeans e un maglione rosso con uno scollo a V. Dopo poco ero pronta per uscire, cosi mi sedetti in cucina a prendere il caffe.

<<Che pensi?>> Mi dice Damiano

<<a mio padre>> Vidi i muscoli delle sue braccia irrigidirsi. Sollevai lo sguardo.

<<Come farò a scappare da lui?>> Continuai

<<Ci sono io> Sussurrò ed io mi limitai a sorridergli.

<<Prontissima>> Esclama Bea interrompendo la discussione.

Dopo neanche due secondi eravamo già fuori casa.

<<Di che parlavi con Damiano>> Domanda

<<Di mio padre>> Calò il silenzio << Ho sempre lo stesso timore. Ho timore nel camminare per le strade, ho timore per sino che lui sappia dove sto per il momento. Ho paura possa trovarmi e possa farvi del male>> Ammisi

<<Con Leo e Damiano non ti potrà succedere nulla.>> Dopo qualche minuto arrivammo davanti a destinazione.
Un locale buio si presentò davanti ai nostri occhi. Mi feci forza e bussai alla porta nera. Guardai la mia amica che mi incoraggiò a farlo più forte, ma mentre bussai una donna aprì.

Era bionda sui 50 anni. Portava una maglietta scollata che mostrava la sua quarta abbondante.

<<La scuola è dall' altra parte>> Dice chiudendo la porta, ma Bea la bloccò con il piede.

<<Noi non andiamo a scuola>> Dico

<<Allora non vedete che il bar è chiuso? serviamo solo a maggiorenni>>

<<Spiacente signora non siamo neanche per questo>> Risponde Bea

<<Ho visto che cercavate una barista>>

<<Era ora>> Dice la signora

<<Io mi chiamo Maggie, vieni questa sera alle 21:00>> E dopo queste parole mi chiude la porta in faccia.

Appena rientrati a casa, troviamo Leo sveglio intento a parlare con Damiano.

<<Com'è andata?>> Mi domanda Leo

<<Benissimo>>

Durante la giornata stetti con Bea e Leo a guardare una serie tv e quando arrivò la sera, l' ansia incominciò ad arrivare.

Mi trovavo davanti il locale. Bea e Leo insistettero per accompagnarmi, perché secondo loro era più sicuro così. Quando scesi dalla macchina, mi accorsi che l' insegna che questa mattina era spenta, adesso era accesa e diffondeva una luce rosea per tutta la via. Entrai solo quando scattarono le 21 precise. Il bar era già affollato e una band provava gli strumenti sopra un palchetto.

<<Sei arrivata>> Mi dice la proprietaria

<<Si>> Mi limitai a dire

Mi fece strada e mi fece vedere dove posare le mie cose e dove trovare il grembiule per poter lavorare. Una scalinata di legno a chiocciola portava ad un piano superiore, dove si trovava l' appartamento della proprietaria, credo. Mi misi subito dietro il bancone e la prima persona che mi ordinò qualcosa fù lui.

<<Che bella ragazza. Una birra per favore>> Dice

<<Che ci fai qui?>> Chiesi

<<Ci lavoro>> Dice facendomi l' occhiolino verso la band. <<Era questo il pub che ti ho consigliato, ma a quanto vedo l'hai trovato da sola>> Continua.
<<E sentiamo, che strumento suoneresti tu?>> domando incrociando le braccia al petto.
<< Io non suono, canto>> ammette fiero

Un angelo senza le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora